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La critica letteraria a “I Malavoglia” di Giovanni Verga: confronto tra Alberto Asor Rosa, Romano Luperini, Vitilio Masiello

Il presente lavoro vuole effettuare una esposizione ed un confronto tra le posizioni assunte da Alberto Asor Rosa, Romano Luperini e Vitilio Masiello, nel corso del dibattito critico che ebbe luogo tra gli anni Sessanta e Settanta in relazione alla produzione letteraria di Giovanni Verga in generale, ed al romanzo I Malavoglia in particolare.
Per inquadrare la portata ed il significato di questo dibattito, il lavoro inizia con un accenno alla vita di Verga ed alla trama del romanzo I Malavoglia, per passare successivamente a descrivere le prime osservazioni critiche su I Malavoglia, effettuate dai contemporanei di Verga stesso, e quindi le diverse prospettive che si sono susseguite dalla fine dell’Ottocento fino alla fine degli anni Sessanta.
Viene successivamente presentato nello specifico il contenuto del “caso Verga”, un dibattito che ebbe luogo nel panorama letterario italiano tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta: oggetto di questo dibattito fu principalmente il confronto tra le posizioni dei critici del secondo dopoguerra e quelle dei critici di impostazione marxista, ai quali era stato contestato di non aver introdotto elementi di essenziale novità nella interpretazione critica della produzione verghiana.

Il presente lavoro va quindi ad approfondire le posizioni dei critici maggiormente coinvolti nel “caso Verga”, cioè Romano Luperini, Alberto Asor Rosa e Vitilio Masiello.
Luperini intende collocare storicamente la produzione verghiana, riscontrando in essa una traccia dei cambiamenti storici e culturali carattersistici dell'Italia del secondo Ottocento, e va successivamente a sottolineare la modernità ed attualità del messaggio trasmesso da Giovanni Verga, il quale, soprattutto con I Malavoglia, introduce nella letteratura italiana della sua epoca degli elementi di modernità, un esempio dei quali può essere la figura di 'Ntoni.
Asor Rosa parte invece da una generale considerazione sulla letteratura populista in Italia, per arrivare ad inquadrare l'interesse di Verga per le classi più umili come un tassello di una sua generale visione pessimistica della vita, che rifiuta ogni ideologia potenzialmente consolatoria.
Masiello si sofferma sulle motivazioni che portarono Verga ad avvicinarsi prima alla Scapigliatura e quindi al Verismo, riscontrando nell'autore una posizione conservatrice che tuttavia non gli impedì non solo di avvicinarsi alla realtà delle classi umili, ma addirittura di vedere in esse l'incarnazione di una realtà per vari aspetti idilliaca ed un ideale stoico della vita.

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8 INTRODUZIONE Il presente lavoro si propone di delineare le posizioni assunte da Alberto Asor Rosa, Vitilio Masiello e Romano Luperini in relazione al “caso Verga”, una discussione che, tra la fine degli anni Sessanta e l‟inizio degli anni Settanta, coinvolse il panorama della critica letteraria italiana. Questo confronto tra posizioni critiche differenti diventò un‟occasione per alcuni approfondimenti rispetto alla produzione verghiana in generale, e rispetto al romanzo I Malavoglia in particolare. L‟interesse per questo argomento specifico nasce da una riflessione sulle “alterne fortune” di un‟opera come I Malavoglia, che, in momenti di cambiamento e tensione, quali il primo dopoguerra, il secondo dopoguerra ed il Sessantotto, sembra venire rivalutata ed imporsi quindi alla rinnovata attenzione della critica, come se una riflessione su I Malavoglia andasse a favorire una parallela considerazione delle difficoltà sociali della realtà contemporanea. Negli anni Sessanta e Settanta, il confronto tra diverse opinioni critiche su Verga assunse una particolare rilevanza non solo come spunto per delle considerazioni su questo autore e la sua opera, ma anche come “banco di prova” per tutto un filone, quello della critica letteraria di orientamento marxista, che, mentre si interrogava su Verga, arrivò anche a porre in questione il significato, lo scopo e la portata della critica letteraria nel senso più ampio del termine. Il presente lavoro si articola in sei capitoli: ai fini di una più accurata collocazione e comprensione della portata del dibattito su Verga degli anni Sessanta e Settanta, il lavoro si propone in primis di delineare, seppur brevemente, la vita dell'autore ed il contenuto del romanzo I Malavoglia, per poi andare a collocare la produzione verghiana all‟interno di un‟ottica complessiva, che parta dalle prime osservazioni critiche su I Malavoglia, effettuate dai contemporanei di Verga stesso, per andare a ripercorrere le diverse prospettive che si sono susseguite dalla fine dell‟Ottocento fino alla fine degli anni Sessanta, in modo da contestualizzare quelle differenze di lettura e di opinione che possono portare a parlare di “alterne fortune”. Viene quindi analizzato nello specifico il dibattito su Verga che ebbe luogo tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta e che vide coinvolti critici letterari dello spessore di Adriano Seroni, Vitilio Masiello, Giuseppe Petronio, Bruno Biral, Carlo Alberto Madrignani, Vitilio Masiello, Romano Luperini e Alberto Asor Rosa, per andare in

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giovanni verga
critica marxista
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