Il "Copernico" di Giacomo Leopardi, ovvero la messa in scena del negativo
Una lettura fenomenologica teatrale del "Copernico" di Giacomo Leopardi.
Il "Copernico" viene presentato come se fosse una vera e propria rappresentazione teatrale, comprendente tutti i segni distintivi di un’opera che dovesse essere portata sulla scena: abbiamo la divisione in scene, quattro, l’indicazione dei personaggi presenti in essi, ancora quattro, e addirittura una didascalia che descrive le azioni di Copernico all’inizio della seconda scena. Sin dalla semplice constatazione del numero dei personaggi è possibile notare come in questa operetta è presente una situazione drammaturgica più complessa rispetto al puro dialogo a due voci degli altri testi: difatti, nonostante in ogni scena compaiano contemporaneamente al massimo due personaggi, la presenza di più “attori” sulla scena permette a Leopardi di creare una rete di rapporti tra i personaggi fitta e stratificata. Non soltanto ogni personaggio del Copernico possiede una propria caratterizzazione psicologica e linguistica ma, nell’interagire col proprio interlocutore, si fa portatore di alcuni valori o modi di interpretazione del reale, senza per questo divenire una mera allegoria.
Il titolo della raccolta in cui il "Copernico" è compreso, "Operette morali", suggerisce che questi componimenti hanno una forte finalità etica; perciò, considerando la struttura teatrale dell’operetta, si può rimanere sorpresi da questa "abdicazione" dell’autore dal proprio testo, ritenendo una contraddizione in termini impegno dell’opera e distacco oggettivo.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessio Cappuccio |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Lettere |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Claudio Milanini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 40 |
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