Superstudio - Progetti e pensieri 1966-1978
Adolfo Natalini, Cristiano Toraldo di Francia, Gian Piero Frassinelli, Alessandro e Roberto Magris: cinque giovani neolaureati alla facoltà di Architettura di Firenze, animati da interessi e ricerche comuni, fra il 1966 e il 1970 si uniscono nel gruppo Superstudio. Dal 1970 al 1978 entra nel gruppo un sesto membro, Alessandro Poli.
Nei primi anni i Superstudio espongono Superarchitetture e prototipi di design, poi propongono di distruggere tutto, architettura e oggetti, contestano il sistema eppure accettano di lavorare per la produzione industriale; progettano un Monumento Continuo, ideale modulo neutro dalla scala del design a quella della metropoli – e perché no, del mondo intero e interplanetario – in grado di adattarsi a qualsiasi ambiente ed esigenza dell’uomo contemporaneo, fondano laboratori detti Global Tools, una sorta di Bauhaus desacralizzante (Pettena 2002) dove analizzare l’architettura in rapporto alle tecniche artigianali ed in chiave antropologica, parlano di cultura materiale extraurbana e ripensano al valore della scuola – loro, figli della rivolta studentesca! – e dell’insegnamento. È il 1978: benché rimasti uniti fino al 1986, da questo momento i membri del gruppo intraprendono ricerche sempre più individuali, mentre la critica, dopo arroccamenti e forti prese di posizione, inizia a “fare il bilancio” di cosa è cambiato nell’architettura e nel design fra gli anni Sessanta e Settanta.
Questa la parabola del SUPERSTUDIO, fra gli esponenti più attivi, longevi e direi “prolissi” dell’Architettura e del Design Radicale, avanguardia internazionale dai complessi legami sia con le avanguardie storiche, sia con le più attuali esperienze contemporanee, come ha recentemente saputo evidenziare la critica più attenta – Pettena 1996, Prestinenza Puglisi 1999, Celant 2004.
La tesi si compone di un ampio e dettagliato dibattito critico che ripercorre la questione dell’architettura e del design radicali dalle origini ai giorni nostri attraverso un attento monitoraggio delle riviste, dei quaderni delle facoltà di architettura, dei manifesti, dei cataloghi di mostre e dei saggi critici.
Segue l’analisi dell’opera del gruppo a partire dal percorso sul background artistico e socio-culturale, indagando alcune centrali tematiche del periodo:
1. La crisi dei CIAM, Otterlo 1959, il dibattito sul Movimento Moderno, la questione del Neoliberty e dei revivals;
2. L’Architettura dei Monumenti
3. L’Architettura delle Immagini
4. Linguaggio e Manifesti del Superstudio e dell’Architettura radicale
5. Le Megastrutture e l’Architettura Tecnomorfa
6. Dalla Superarchitettura allo Spazio di Coinvolgimento
7. L’Architettura della Ragione
Dal prototipo del design al modulo neutro al modello architettonico di urbanizzazione totale, SUPERSTUDIO ha dimostrato un approccio diverso ed originale nei confronti dell’architettura e del design, portando avanti una visionaria sperimentazione formale e linguistica, frutto di una grande passione per l’arte e la letteratura, per la filosofia e la fantascienza. Dai super-allestimenti di discendenza pop fino alle immaginarie Superarchitetture destinate a tracciare ipotetici ponti dalla terra alla luna, il valore del modello architettonico di urbanizzazione totale del SUPERSTUDIO, al di là della sua visionaria irrealizzabilità, è stato dimostrato “sui tempi lunghi” (Branzi 1972): non solo quale mezzo destinato a produrre strappi linguistici ed a contestare il sistema, ma anche, e soprattutto, ad anticipare tendenze architettoniche ed urbanistiche assolutamente contemporanee, e ora finalmente realizzabili.
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Bignotti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Conservazione dei Beni Culturali |
Relatore: | Vania Strukelj |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 642 |
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