Origine e destino della tecnica
A tutti è noto che da un secolo ad oggi, la tecnica fa parte, più di ogni altra cosa, della nostra vita nella sua quotidianità. Per questo bisogna fare una premessa importante: l’analisi che si è deciso di intraprendere seguirà sostanzialmente un metodo genealogico e non tanto una procedura eidetica poiché verterà principalmente sull’origine della tecnica; cercherà cioè non tanto di indagare cosa essa sia quanto il perché della sua esistenza e della sua indispensabilità fin dai primordi.
La tecnica, come magistralmente ci spiega Umberto Galimberti nel volume intitolato: Psiche e Techne, non redime e non svela la verità, non promuove un senso; essa funziona ed è inoltre da considerarsi come essenza dell’uomo. Sostiene Galimberti che la tecnica è nata non come espressione dello spirito umano ma, anzi, come rimedio all’insufficienza biologica dell’uomo, alla carenza della sua dotazione istintuale. Si arriverà poi a considerare errato il criterio di leggibilità che vede da una parte l’uomo come soggetto e, dall’altra, la tecnica come mero strumento a sua disposizione e con ciò si arriverà altresì al disfacimento di ogni dualismo tradizionale.Vista da sempre come possibilità di effettivo dominio e controllo sulla natura –“scientia est potentia” scriveva Francesco Bacone- oggi, la tecnica è “aumentata quantitativamente a tal punto da essere mutata qualitativamente: da mezzo è divenuta fine.” Economia, politica, religioni pensano di usare la tecnica per fini di potere ma la loro è un’illusione: in realtà sono usati dalla tecnica e ne accrescono costantemente il potere poiché non sono più loro che definiscono obiettivi e strategie. E’ sotto questo aspetto che possiamo rintracciare l’ autoreferenzialità della tecnica.
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Informazioni tesi
Autore: | Margherita Pispola |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2004-05 |
Università: | Università degli Studi di Perugia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Lino Conti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 60 |
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