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Logice e norme. Per una logica deontica

ABSTRACT
Nel 1951 von Wright fonda, anche logicamente, il sintagma ‘ deontic logic ‘, utilizzandolo quale titolo per un suo saggio con il quale vengono gettate le basi della, contemporanea, e c. d. Logica Deontica.
Passati molti decenni da allora diventa possibile trarre, senza ansie e in tranquilla onestà intellettuale, un bilancio degli studi di Logica Deontica che si sono susseguiti. In particolar modo credo sia possibile abbracciare un’ottica assai più smaliziata di quella originaria del von Wright e valutare se la Logica Deontica sia in grado di studiare e interpretare le modalità deontiche.
Abbiamo, pertanto, cercato di valutare se e fino a che punto un sistema standard di Logica Deontica, e quello di von Wright è stato considerato centrale in questo lavoro, riesca nel suo intento di ‘render conto’ della logica delle norme.
In realtà questa ricerca ha travalicato un poco andando oltre e cercando di delimitare il campo delle norme e cercando di specificare come queste non siano le ambigue norme di cui parla in genere von Wright. Infatti, sin dalle prime pagine mi è parso possibile, oltre che conveniente, parlare di campo epistemico del piano di ricerca riducendo la filosofia a logica e il discorso normativo alle norme.
In base a queste presupposizioni, abbiamo, così, tentato di rendere possibile, gettandone le basi, un incontro (o: dialogo) tra filosofia e diritto, ponendo molta attenzione ad evitare l’utilizzo di un metodo unilaterale che porterebbe a snaturare e la filosofia e il diritto.
In base, e in relazione, a queste premesse ci siamo posti la questione che sostanzia il nostro lavoro: ‘la c. d. Logica Deontica è in grado di rendere intelligibile il rapporto che intercorre tra la logica (filosofica) e le norme (giuridiche) ?’.
Evidentemente la questione trova spazio di discorso in funzione strumentale con la nostra ipotesi di lavoro che pre-comprende e, sotto certi aspetti, già prefigura o indirizza verso l’orizzonte che verremo a delineare.
D’altro canto la questione di cui sopra non avrebbe in sé ragion d’essere se noi non presupponessimo una posizione critica verso l’andamento che i discorsi di Deontica hanno avuto sino ad ora. In effetti la nostra ipotesi di lavoro è che la Logica Deontica, limitatamente alla formulazione di von Wright, non è da considerarsi un progetto concluso e, possibilmente, riuscito. In questa direzione va anche il titolo della presente tesi.
Noi, infatti, riteniamo esservi un rapporto ‘particolare’ tra logica e norme ma riteniamo anche che un calcolo formale che riesca a ‘spiegare’, descrivere ed interpretare, la logica normativa sia ancora di là da venire.
Con questo non intendiamo certo dire che la Logica Deontica sia in sé da rigettare, piuttosto vogliamo invitare alla cautela rispetto a certi entusiasmi i quali portano a dire che la Logica delle modalità deontiche ‘riproduce’ la logica delle norme. Rispetto a questa posizione avanziamo, discutendole, alcune precise e articolate obiezioni. Queste obiezioni, oltre a svolgere la massima funzione costruttiva nell’economia del discorso intorno alla logica dei sistemi normativi, prefigurano, come è evidenziato nel corpus delle argomentazioni e nelle Conclusioni, la necessità di un ulteriore sviluppo degli studi di Deontica, la necessità di garantire la disciplina e dai suoi punti deboli e dalla sua stessa presunzione di aver detto tutto e nell’unica maniera possibile circa la logica delle norme.
Specificatamente, inoltre, spesso nel discorso abbiamo avuto un andamento ‘irrazionalistico’ rispetto alla logicità delle norme, ma ciò è dovuto al fascino che una personalità come Kelsen esercita, e continua tuttora ad esercitare, su di noi. Tuttavia lo scetticismo, sia chiaro, non si appunta intorno allo statuto di logicità, che certamente v’è, delle norme ma intorno alle (presunte) capacità della Logica Deontica di riprodurre effettivamente questa logicità.
Abbiamo, grosso modo, proceduto nel modo seguente:
a) ostensione dei principi, anche epistemici della presente ricerca;
b) analisi delle questioni preliminari che si pongono nel momento in cui ci si metta a ricercare la “Ratio Juris”;
c) sviluppo, e scioglimento, del caratteristico dilemma di Jørgensen secondo le ben note indicazioni di Achourròn;
d) delineazione della c. d. logica deontica, limitatamente alla forma datene da von Wright;
e) analisi dei punti deboli della stessa, con particolare attenzione alle argomentazioni di Mazzarese e Di Lucia.

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3 Prefazione Nel 1951 von Wright utilizza il sintagma ‘ deontic logic ‘ come titolo per il suo saggio con il quale egli elabora il proprio sistema di Logica Deontica. Passati molti decenni da allora ritengo sia possibile, e spero di averlo fatto con la presente ricerca, trarre un bilancio degli studi di Logica Deontica, in particolar modo credo sia possibile abbracciare un’ottica assai più smaliziata di quella di von Wright e giudicare se la Logica Deontica sia in grado di studiare e interpretare le modalità deontiche. Abbiamo, allora, cercato di valutare se e fino a che punto un sistema di Logica Deontica, e quello di von Wright è stato considerato centrale in questa opera di valutazione, riesca nel suo intento di ‘ ermeneutica ‘ delle norme. In realtà la nostra ricerca è andata oltre delimitando il campo delle norme e specificando come queste non siano le ambigue norme di cui parla in genere von Wright. Infatti sin dalle prime pagine parliamo di delimitazione epistemologica del campo di ricerca riducendo la filosofia a logica e il discorso normativo alle norme, non quelle, ambiguamente considerate, di comportamento ma le norme giuridiche. In base a queste presupposizioni abbiamo tentato di rendere possibile un incontro o dialogo tra filosofia e diritto facendo molta attenzione ad evitare un metodo unilaterale che porterebbe a snaturare e la filosofia e il diritto. In base, e in relazione, a queste premesse ci siamo posti la questione che sostanzia il nostro lavoro: ‘ la Logica Deontica è in grado di rendere intelligibile il rapporto che intercorre tra la logica( filosofica) e le norme( giuridiche) ? ‘. Evidentemente la questione trova spazio di discorso in funzione strumentale con la nostra ipotesi di lavoro che pre-comprende e, sotto certi aspetti, già prefigura o indirizza verso l’orizzonte che verremo a delineare.

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Informazioni tesi

  Autore: Alessandro Pizzo
  Tipo: Tesi di Laurea
  Anno: 2001-02
  Università: Università degli Studi di Palermo
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Filosofia
  Relatore: Giuseppe Roccaro
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 160

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Parole chiave

deontica
filosofia
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