Le dimensioni corporee. Approccio multidisciplinare allo studio dello schema e dell'immagine del corpo
L’argomento principale della tesi è il corpo, o meglio la riscoperta del corpo nel ruolo primario che svolge in rapporto alla conoscenza e alla costruzione dell’identità di un soggetto. Si parla di dimensioni corporee secondo due significati: riferendosi in senso stretto a grandezza, peso, altezza e agli aspetti che caratterizzano e guidano la consapevolezza del corpo e conseguentemente dell’essere di ognuno. Si tratta cioè dello schema (BS) e dell’immagine del corpo (BI).
La definizione più conosciuta per lo schema corporeo è quella data da Head nel ’20, in cui si parla di “modello posturale che ognuno ha di sè”, ovvero della consapevolezza da parte del soggetto della localizzazione del corpo nello spazio e delle parti che costituiscono il corpo in un determinato istante (rimanda al discorso di Merleau-Ponty che introduce il dramma del corpo, a proposito del suo essere oggetto e soggetto). Ci si riferisce perlopiù ad un ambito fisiologico, al contrario di BI. Essa è la rappresentazione che ognuno ha di sè, non solo dal punto di vista della forma, ma proprio come viene vissuto il corpo a livello affettivo ed emotivo.
Entrambi sono fondamentali per lo sviluppo dell’individuo, in quanto forniscono la coscienza di sè anche se in ambiti separati. Tuttavia se si fa un’analisi dal punto di vista cognitivo, si può tracciare una linea di continuità tra queste due dimensioni, considerando lo schema come una struttura che raccoglie e organizza le percezioni e l’immagine come un concetto a cui si arriva passando da generalizzazioni e astrazioni dei dati percettivi. Questo rimanda al discorso della memoria (funzionamento e formazione dei circuiti neuronali, spiegazione fisiologica della rete di concetti che un soggetto possiede) in quanto entrambe le dimensioni vengono considerate come appartenenti alla Memoria a Lungo Termine (MLT).
Da questa breve introduzione si possono notare due cose: la prima è l’attualità della ricerca (basti pensare che il termine “schema corporeo” viene introdotto da Bonnier nel 1905, e “immagine del corpo” nel 1935 da Schilder), la seconda è l’ottica multidisciplinare. Infatti argomenti di tipo filosofico e psicologico, sono affiancati a quelli di tipo medico e scientifico. Importante per lo studio di questi elementi è stata la pratica clinica: è nella patologia e nella ricerca di una terapia che è stato possibile teorizzare la presenza di queste due dimensioni, dal momento che agiscono a livello inconsapevole e non sono visibili. Quindi una prospettiva neurologica è stata osservata per l’analisi dei disturbi del BS e per spiegare le attività cerebrali con lo scopo di localizzare in qualche modo BS e BI. A proposito della terapia invece è stato interessante lo studio sulla VR che viene utilizzata sia per i disturbi del BS che per le distorsioni del BI: in particolare si tratta di riabilitazione motoria, morbo di Parkinson, depressione, fobie e recentemente per i disturbi del comportamento alimentare.
Il lavoro è stato svolto secondo due modalità: una ricerca bibliografica e una sperimentale condotta presso il laboratorio di analisi del comportamento della Clinica Mondino. In questa parte ho analizzato il BAQ, un test utilizzato per misurare l’atteggiamento nei confronti del corpo e conseguentemente le distorsioni del BI.
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Informazioni tesi
Autore: | Patrizia Vaccaro |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Pavia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia |
Relatore: | Lorenzo Magnani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 176 |
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