La variazione sociolinguistica: analisi degli usi linguistici a San Prospero (Modena)
In Italia, accanto alla lingua italiana che si ritiene comune a tutti, si parlano sia altre lingue sia dialetti, differenti da zona a zona; questa situazione è il risultato di importanti processi storici e culturali.
Da molto tempo i dialettologi si sono posti il problema di classificare le varie aree dialettali; per quanto la classificazione non vada intesa in senso assoluto, si possono distinguere in Italia tre aree con caratteristiche linguistiche diverse, la Settentrionale, la Centrale e la Meridionale. Ai fini di questo lavoro sono state esaminate solamente le caratteristiche dei dialetti Settentrionali (al di sopra della linea La Spezia-Rimini) con particolare riguardo ai dialetti emiliani.
Qualsiasi sistema linguistico è caratterizzato da variazione sociolinguistica; le varietà di una lingua si distinguono, in sincronia, lungo cinque fondamentali dimensioni di variazione: la dimensione diacronica (qualsiasi lingua varia nel tempo), la variazione diatopica (relativa allo spazio geografico), la variazione diastratica (determinata dalla stratificazione sociale), la variazione diafasica (determinata dalla situazione comunicativa, dall’argomento della comunicazione e dai rapporti fra gli interlocutori), la variazione diamesica (relativa al canale della comunicazione: lo scritto, il parlato). Secondo lo schema “l’architettura dell’italiano” di Berruto (1987 p.19) ogni varietà si dispone su un “continuum”che ha ai suoi estremi due varietà ben distinte e fra queste una serie di varietà in cui ciascuna sfuma nell’altra; al centro, che non corrisponde al centro geometrico, sono raccolti i fatti tendenzialmente standardizzati. Fattori sociali, come l’età, il genere, la stratificazione sociale e il livello di istruzione sono altrettanto rilevanti per la differenziazione linguistica.
Nella situazione linguistica italiana il parlante possiede spesso un repertorio bilingue (italiano e dialetto), pertanto si possono verificare diverse tipologie di realizzazioni comunicative.
Questo lavoro si propone di individuare il repertorio linguistico utilizzato dagli abitanti di San Prospero (Modena) per comprendere in quale misura sia ancora vitale il dialetto in riferimento agli effettivi contesti d’utilizzo. Per il rilevamento dei dati si è utilizzato un questionario e in seguito sono state condotte delle conversazioni per verificare la veridicità dei dati ottenuti. È emerso che un importante fattore di diversificazione è il genere: le femmine utilizzano maggiormente l’italiano. I dati variano molto sulla base del contesto d’uso (in famiglia vi è un uso maggiore di dialetto ma assolutamente non esclusivo). Sulla base delle conversazioni fatte, si è verificata una grossa discrepanza con i risultati dei questionari; le differenze maggiori riguardano la generazione giovanile, che durante le interviste (pur avendo dichiarato di parlare il dialetto nei questionari) ha utilizzato esclusivamente l’italiano. Da quanto emerge, con la scomparsa dei parlanti primariamente dialettofoni, probabilmente si assisterà ad una lenta scomparsa del dialetto locale.
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Informazioni tesi
Autore: | Alice Cavallini |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Augusto Carli |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 90 |
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