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La sindrome del burnout: indagine e proposta di questionario sulle problematiche degli insegnanti di scuola primaria

È socialmente riconosciuto che la categoria professionale degli insegnanti è sottoposta a numerosi stress, dovuti a fattori personali e sociali, relazionali e relativi alla loro peculiare professione. Il burnout viene definito come una forma di stress interpersonale che comporta il distacco dall’utente, e la ricerca in esame si pone come scopo lo studio di questa sindrome e le problematiche affrontate maggiormente dagli insegnanti nel corso della loro professione: rapporti con colleghi, alunni, genitori degli alunni, istituzione scolastica e infine lo stress percepito dai docenti.
Metodo: si è somministrato un questionario a 228 insegnanti di 19 scuole primarie appartenenti alle Province di Reggio Emilia e Modena, prevalentemente di sesso femminile, con una media d’età di 42 anni.
Strumento: creato appositamente per la ricerca, somministrato in forma anonima ed autocompilato, consta di due questionari: il Maslach Burnout Inventory – forma Educatori – per la valutazione del livello di burnout, formato da 22 item, e il Questionario sul Burnout degli Insegnanti – costruito appositamente – composto di 56 item a risposta chiusa su scala Likert a 7 punti di frequenza.
Il QBI è suddiviso in 8 subscale: Realizzazione Lavorativa, Esaurimento Emotivo e Depersonalizzazione, rapporto con colleghi, con genitori, con alunni, con Istituzione Scolastica e scala di stress percepito. Il questionario inoltre consta di una sezione anagrafica.
Risultati: il campione si situa lungo una fascia di burnout “medio”. Piuttosto alti sono i punteggi di affidabilità e validità dello strumento QBI. Vi sarebbe una diminuzione di realizzazione lavorativa col passare degli anni di servizio; gli insegnanti precari e i supplenti sarebbero maggiormente distaccati nei confronti degli alunni; è stato rilevato un peggior rapporto con la burocrazia scolastica, soprattutto per quanto riguarda le scuole di provincia; chi dichiara di sentirsi maggiormente in burnout sarebbe meno realizzato dal proprio lavoro, avrebbe un elevato esaurimento emotivo, depersonalizzazione e stress maggiori, un rapporto conflittuale con alunni, genitori ed istituzione scolastica. Tra i Circoli Didattici presi in esame vi sono divergenze per quanto riguarda rapporto con alunni e scuola. Solo una parte del campione in esame è a conoscenza del fenomeno del burnout.
Conclusioni: sarebbe interessante allargare l’utilizzo dello strumento ad altre realtà scolastiche italiane, nonché esaminare eventuali differenze tra livelli scolastici. Correggere una situazione pericolosa per tutta la collettività che, ignara o non interessata della questione, affida sempre più la delega educativa all’istituzione scolastica, alla luce di questa ricerca, diviene d’importanza sempre maggiore.

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5 INTRODUZIONE La professione di insegnante di scuola primaria è negli ultimi decenni al centro di numerosi focus di attenzione, sia per quanto riguarda i cambiamenti legislativi, sociologici e di immagine, sia nell’ambito della ricerca psico- pedagogica. Benedetto Vertecchi ha recentemente scritto che questa è «una professione segnata per l’insieme delle condizioni che ne hanno accompagnato l’evoluzione attraverso il tempo, sempre ai margini, perché mai le è stata riconosciuta quella dignità che contraddistingue le altre professioni e che le rende apprezzabili, perché mai si è voluto riconoscere ai docenti di scuola la capacità di fare ricerca e di sperimentare, di imparare dall’esperienza, di accumulare altre conoscenze» (Toselli, 2003, p. 1). Questo è particolarmente vero in questo momento. L’incertezza rispetto alle prospettive della riforma (quali le finalità, le linee guida, il mandato della scuola); l’irregolarità e la scompostezza, che dura da anni, del processo riformatore (due leggi di riforma del sistema scolastico nel giro di pochi anni, ma di segno completamente opposto); le spinte contraddittorie dell’amministrazione (circolari sulla sperimentazione che si susseguono, smentendosi a vicenda); le peggiorate condizioni di lavoro (classi sempre più affollate, ore di lezione aumentate, taglio di risorse); le crescenti difficoltà di rapporto con gli studenti, sommati ai colpi che gli insegnanti hanno ricevuto in questi anni (la perdita del potere di acquisto e lo scadimento del valore sociale del loro ruolo), stanno polarizzando scontento e malessere sul modo di vivere e di fare scuola. Tanto più che di insegnanti si parla poco, e quando se ne parla non mancano ironia, sottovalutazione, pressappochismo.

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