La metà nascosta dell'arte contemporanea. Storia dell'arte outsider da Prinzhorn ad oggi
Che cos’è l’arte Outsider? Che tipo di rapporti intrattiene con il mondo dell’arte “ufficiale”? Secondo quali aspetti se ne differenzia? Questo scritto, avendo preso in esame il periodo storico che inizia con la pubblicazione nel 1922 del testo Bildnerei der Geisteskranken di Hans Prinzhorn fino a giungere all’analisi degli eventi artistici della contemporaneità, ha elaborato una risposta affidata alle coordinate tracciate della Storia.
La tesi, costruita sull’evidenza della marginalità degli artisti Outsider rispetto il circuito tradizionale dell’arte, ha tracciato il percorso che ha portato le opere d’arte Outsider oltre i confini del pregiudizio medico ed artistico.
In Bildnerei der Geisteskranken, scritto dallo psichiatra e storico dell’arte tedesco Hans Prinzhorn, è stato identificato il primo importante contributo verso una ricezione dell’arte nata nei luoghi della cura mentale liberata dai pregiudizi. Se, a partire dalle tesi di Cesare Lombroso fino a giungere alla mostra nazionalsocialista Entartete Kunst del 1937- 41, nell’ “arte psicopatologica” si è preteso di poter riconoscere il segno della condizione psicotica dell’artista, dunque della devianza dalla “normalità”, l’analisi di Bildnerei der Geisteskranken ha rivelato la grande modernità dell’approccio di Prinzhorn che è arrivato all’elaborazione di una psicologia e psicopatologia dell’espressione figurativa, forte sia dell’avanzata eziologia del fenomeno schizofrenico che delle ricerche promosse dall’avanguardia espressionista.
Una parte della tesi ha preso in esame il legame che ha stretto l’arte Outsider della prima metà del XX secolo alle avanguardie artistiche. L’interrogazione sull’esistenza di un’influenza reciproca o univoca, ha messo in luce il rapporto paradossale instaurato da artisti come Paul Klee e Max Ernst con le opere d’arte irregolare. L’esempio dei due artisti dimostra come la scoperta dell’immediatezza espressiva paradossalmente è un’azione mediata dall’uso e dalla strumentalizzazione delle produzioni espressive nate negli istituti manicomiali.
Con l’attenzione rivolta in modo particolare al periodo del secondo dopoguerra, la tesi documenta gli effetti della diffusione del testo del medico tedesco sul mondo dell’arte e narra dell’incontro dell’artista, collezionista e teorico Jean Dubuffet con l’arte irregolare, che il maestro dell’Informale battezzerà Art Brut.
Dall’analisi delle più recenti tappe del percorso di legittimazione dell’arte marginale sono emersi i nuovi agenti che ne hanno favorito lo sviluppo. I responsabili di questo processo sono stati ravvisati da una parte nel più vasto interesse verso l’alterità fiorito in epoca postmoderna e dall’altra nel concreto interesse da parte del mercato, del collezionismo e degli enti museali nei confronti dell’arte irregolare. In base a queste evidenze si è potuta dimostrare la fine della clandestinità artistica dell’arte Outsider storica ed è stata suggerita la strada per la piena accettazione dell’arte Outsider attuale nel circuito dell’arte.
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Informazioni tesi
Autore: | Carole Tansella |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Alessandro Serra |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 104 |
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