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Identità e vocazione turistica. Valtellina e Trentino Alto Adige

Di che natura è il rapporto tra uomo e montagna? Questa è la domanda principale della tesi. Come si è sviluppato, quali sono le radici di questo rapporto. Nella prima parte della tesi si è ripercorsa la genealogia della scoperta estetica, scientifica e turistica delle montagne a partire dalle sue prime rappresentazioni iconografiche in dipinti di uomini straordinari quali Durer, Leonardo o, ancor prima, Conrad Witz che nel dipinto La pesca miracolosa del 1446 raffigura sullo sfondo il massiccio del Monte Bianco. In campo letterario è possibile trovare il primo resoconto di avventura alpinistica ante litteram in Petrarca che nel 1346 scala il Monte Ventoso riportandone testimonianza in una celebre Lettera.
Ma non è possibile parlare di un vivo interessamento estetico per i luoghi alti prima del XVII- XVIII secolo, quando intellettuali del nord Europa, durante il loro viaggio di formazione attraversano le Alpi per raggiungere la nostra penisola. Appartengono a loro i primi sguardi rivolti esteticamente alle Alpi. I luoghi alti sono ancora avvolti da leggende che narrano i ghiacciai come luoghi infestati da spiriti e da dragoni, leggende di cui ancora è possibile trovare memoria nei ricordi di molti anziani abitanti di vallate alpine. L’interesse per i monti fu inizialmente prevalentemente scientifico, non a caso erano furono i ghiacciai ad attirare l’attenzione degli scienziati e non ancora le cime, ma lentamente gli sguardi dei primi visitatori delle Aalpi iniziarono a volgersi verso le vette. È il caso di H.B. de Saussurre, che cercò ossessivamente di scalare il Monte Bianco per primo, anticipato poi da due chamoniards che l’8 agosto del 1786 ne raggiunsero la vetta. È a questa data che potremmo fare risalire i natali dell’alpinismo moderno e, sorprendentemente sono in questi anni, che si inizia a parlare dell’influsso turistico in queste località alpine. De Luc nel 1778 lamenta strade trafficate, perdita di originalità e soprattutto di genuinità nelle tradizioni locali; temi che seppur cresciuti esponenzialmente sono presenti tuttora.
Nella seconda parte della tesi si è deciso di verificare empiricamente quanto sia ancora attuale la percezione della montagna trasmessaci dai primi esploratori. Sono state quindi individuate due aree di ricerca indagate attraverso la somministrazione di due questionari, uno per i turisti e uno per residenti, redatti sulla base di un questionario realizzato dal Consorzio Turistico Valle del Vanoi nel corso di un’indagine conoscitiva sul turismo svoltasi nel 2003. Il confronto tra i due questionari permette ha permesso non solo di riflettere su due punti di vista differenti nel vivere i luoghi alti, quello degli abitanti e quello dei turisti, ma anche di definire la natura dell’influsso turistico in alcune tra le più rinomate località alpine delle nostre Alpi. Le località località prese in esame sono sei, tre in Alta Valtellina, Bormio, Aprica e Santa Caterina in Valfurva e tre nel Trentino Alto Adige, Solda, Canazei e Selva di Val Gardena. Sono stati raccolti circa 250 questionari, somministrati alle persone incontrate nelle vie di queste località.
Conclude la tesi una ricerca sullo sviluppo turistico di due delle località visitate: Bormio e Canazei: . iIl confronto del movimento alberghiero in Bormio e Canazei negli ultimi dieci anni mostra un periodo di relativa stasi nello sviluppo turistico in entrambe le località., sebbene nella località trentina sia di minore intensità.
Se le autorità locali non riusciranno a rivitalizzare l’offerta turistica mediante progetti di ringiovanimento, le destinazioni turistiche da loro gestite, andranno incontro alla fase del declino, che potrebbe proseguire fino alla definitiva uscita delle località dal mercato turistico.

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3 • Introduzione. «È difficile guardare con occhi diversi da quelli dell’altroieri. Il torrente ha un colore convenuto, privo di rapporto con l’acqua di montagna. Gli abeti si curvano fin dietro il torrente dal XIX secolo, da centinaia di languide immagini. Com’è distante il crepitio dell’acqua che scorre, incessante, sempre lo stesso e che nessuno lo oda. [...]. Cartoline illustrate di una brutta epoca nascondono il paesaggio nel momento in cui lo riproducono inesorabilmente. Lo stesso paesaggio di acque incontaminate, ripide praterie, Alpi frastagliate, che ancora cento anni fa suscitava terrore, e da allora non viene più fuori dai saluti sulle cartoline» 1 . Cosa cercano i turisti in montagna? Come vivono gli abitanti tra le vette che li circondano? Ma la montagna è davvero compresa da coloro che si avvicinano ad essa? Quanti occhi si sono posati sulle loro cornici con l’umiltà di chi comprende l’incommensurabilità delle loro altezze? Quanti e quali sguardi sono andati oltre l’ammirazione dei colori vivaci o mesti di paesaggi alpini? Quali occhi hanno saputo genuinamente vedere e quanti invece si sono lasciati plagiare dalle fotografie o da dipinti famosi, che raccontano dell’ombra azzurra della neve e di viandanti sopra mari di nebbia? Chi dei tanti intervistati ha provato l’agghiacciante e sublime sensazione della solitudine del sentire? Chi ha saputo sopportare questa esperienza originaria senza venirne sommerso? Forse pochi, solo si sa, che al di là del velo di Maja, qualcosa si cela, ma è una vetta del sentire troppo elevata perché uomo la possa raggiungere e piantare con tracotanza la bandiera del suo astratto paese natio. Monte analogo per eccellenza appare la Natura, la via della comprensione deve seguire un tracciato invisibile, nei solchi dell’anima, attraversando gli ostacoli che il vivere quotidiano lascia nel suo progressivo andare oltre, oltre cosa non c’è dato sapere, forse un andare oltre la meta, senza accorgersi nemmeno d’averla barbaramente calpestata. E così si scivola via dal mondo verso una x, come profeticamente scrisse Nietzsche: «Da Copernico in poi l’uomo scivola dal centro verso una x» 2 . Questi gli interrogativi e le riflessioni che hanno dato vita a questo scritto. 1 E. Bloch, Alpi senza fotografia, in L. Boella, Marietti (a cura di), Geographica, Genova 1992, pp. 139- 140. 2 F. Nietzsche, Frammenti postumi 1887-1888, tr. it. di S. Giametta, in Opere di Friedrich Nietzsche, edizione italiana condotta sul testo critico stabilito da G. Colli e M. Montinari, Adelphi, Milano 1964.

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