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Fernando Arrabal y su ''Pánico''

Come mai l'autore spagnolo più rappresentato al mondo risultava essere quasi sconosciuto nella sua terra madre, la Spagna?
Fernando Arrabal appartiene al cosi detto "ultimo exilio": lasciò la Spagna molto tempo dopo la guerra civile e, fondamentalmente, lo fece per le ragioni esposte nella sua Carta al General Franco: l'oppresione di un governo franchista che gli tolse il padre e, contemporaneamente, la possibilità di scrivere nella sua lingua.
Esiliato in Francia dal 1955, l'autore, però, non si è "francesizzato".

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2 I El Pánico. 1.1 Il Panico: l’avventura di un movimento fantasma. “La vie est la mémoire et l‟homme est le hasard”1 Febbraio 1962: Café de la Paix, Place de l‟Opéra, Parigi2. Un gruppo di artisti é riunito in una delle oramai consuete “tertulias”. Tra le diverse personalità spiccano le figure di Roland Topor3, Alejandro Jodorowsky4 ed in ultimo, ovviamente, ma non per importanza, Fernando Arrabal. Nasce il Panico: l‟anti- movimento; un modo di vivere nella totalità, ispirandosi al dio Pan. Un giovane artista estremamente eclettico e geniale scavalcava le vecchie convenzioni tradizionali per rivoluzionare l‟intero panorama teatrale spagnolo, fuori dalla Spagna stessa. “Che cos‟è il genio? É fantasia, intuizione, colpo d‟occhio e velocità di esecuzione”5. Tutto questo è Fernando Arrabal: “Un visage carré. Des cheveux noirs, une barbe noire. Des yeux bleus porcelaine, des yeux de poète. Beaucoup de tendresse dans le moindre de ses propos, beaucoup d‟humour aussi. Une indulgence infinie à l‟égard des autres”6. E‟ così che Claudine Lagrive7 vede Arrabal. La fantasia, l‟intuizione, il colpo d‟occhio e la velocità di esecuzione sono qualità che Arrabal possiede sin da quando aveva otto anni, sin da quando giocava con un 1 F. Arrabal, Le Panique, Paris, Union Générale d‟Éditions, 1976, p. 47. 2 Antonio Bertoli (Panico!, Firenze, Giunti Citylights, 2008, p. 105) sostiene che il movimento panico sia nato nel Crazy Horse Saloon e non al Café de la Paix, sotto l‟occhio vigile di Lila Von Paraboum, pseudonimo di una delle ballerine del suddetto café. 3 Roland Topor (1938-1997): artista francese che si dedicò all‟espressione figurativa attraverso la pittura, l‟illustrazione, l‟incisione, la fotografia, la scultura, la scenografia teatrale, il cinema, la musica, la letteratura e la televisione. 4 Alejandro Jodorowsky: nato il 7 febbraio 1929, è regista, scrittore, drammaturgo, sceneggiatore; lavora per il teatro, il cinema e il fumetto, è inventore della Psicomagia, una terapia panica che cura i malesseri utilizzando i messaggi dell‟inconscio come fossero tarocchi. 5 Dal film Amici Miei di Pietro Germi diretto nel 1975 da Mario Monicelli. Si tratta di una battuta pronunciata dal “Perozzi”, personaggio interpretato da Philippe Noiret, che insieme ad Ugo Tognazzi nei panni del “Conte Mascetti”, Gastone Moschin, “Il Meandri”, Duilio Del Prete, “Il Necchi”, Adolfo Celi, “Il Professor Sassaroli”, porta sul grande schermo la commedia all‟italiana; protagonisti sono cinque amici fiorentini amanti della goliardia. L‟amarezza, il disincanto, la fine delle illusioni di benessere e le tensioni sociali fanno da sfondo ad una pellicola che racconta l‟Italia degli inizi anni ‟70. 6 F.Raymond- Mundschau, Arrabal, Paris, Éditions Universitaires, 1972, p. 5. 7 Sceneggiatrice insieme a Fernando Arrabal nel film Viva la muerte, regia di Fernando Arrabal, 1971.

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