Ettore Petrolini tra teatro e cinema: Nerone
Ettore Petrolini nacque a Roma il 13 giugno 1886 e morì il 29 giugno 1936.
Figlio di un fabbro e nipote di un falegname, crebbe in una situazione familiare lontana dal palcoscenico teatrale eppure "come pochi altri attori, sembrava portare nel sangue, per discendenza naturale e diretta, la tradizione e i segreti della sua arte. Lo si sarebbe detto cioè un tipico figlio d'arte".
Aveva un carattere irrequieto, Petrolini: finì nel riformatorio (di Bosco Marengo prima, poi quello di Forlì ed infine nel riformatorio regolare di Santa Maria Capua Vetere) in seguito ad un incidente che lui stesso ricorda amaramente nel volume Un po' per celia un po' per non morir.
Petrolini nasce in un contesto familiare lontano dal teatro: il padre, come detto, era fabbro e lui, anziché seguire le orme paterne seguì il suo cuore, o meglio la necessità fisiologica di fare teatro. Lucio Ridenti nel testo Palcoscenico sembra descrivere la condizione di Petrolini, quando parla dei dilettanti che hanno l'arte dentro, che hanno l'istinto di fare arte.
Coloro che (come Petrolini) nascono in contesti lavorativi diversi dal teatro sentono l' esigenza di mettersi in gioco davanti agli occhi del pubblico.
"La finzione era la sua follia": Petrolini non era un ragazzo ordinario, ma un ragazzo impaziente di esibirsi sui più grandi palcoscenici italiani. Continua infatti: "Il teatro a ferro di cavallo - questa fatale calamita - mi attraeva irresistibilmente".
Una figura nuova, a cavallo tra "vecchia" e una nuova comicità; un artista dapprima marginale associato esclusivamente al varietà, poi inserito tra i rinnovatori del teatro. Giovanni Antonucci nell'introduzione alla raccolta delle opere di Petrolini, lo definisce fenomeno. Autore di se stesso, "Petrolini supplì alla mancanza di cultura con un istinto, un'intuizione e un talento d'osservatore del costume che hanno pochi precedenti, forse nessuno". Il fenomeno Petrolini è qualcosa di non spiegabile con la semplice improvvisazione, la commedia dell'arte o il varietà (seppur il varietà sia stato una grande scuola), ma egli s'impone subito come personalità d'eccezione perché supera i confini del varietà: l'uso degli slittamenti, delle battute estemporanee, i giochi di parole, le barzellette appartengono ad un'arte d'avanguardia giocata sull'assurdo e sul nonsense: tecniche che caratterizzeranno l'avanguardia del primo quarto del Novecento: il futurismo; avanguardia di cui Petrolini fu il portavoce.
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Informazioni tesi
Autore: | Barbara Bracci |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2012-13 |
Università: | Università degli Studi Roma Tre |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | DAMS - Discipline delle Arti, della Musica e dello Spettacolo |
Relatore: | Valentina Venturini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
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