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Gli eretici del piccolo schermo: il ruolo della censura nell'informazione televisiva italiana

La censura nell'informazione italiana televisiva è una piaga che distrugge la verità.
L'analisi svolta ha come obiettivo l'individuazione delle diverse modalità di censura attraverso lo studio dei diversi casi di censura che hanno investito la televisione italiana dal '54 ad oggi.
L’obiettivo dell’elaborato, però, è quello di mostrare che la censura non è sempre qualcosa di esterno, imposto dall’alto, ma caratterizza gli individui esplicandosi in numerose forme che vanno dalla censura preventiva all’autocensura, dalle leggi di mercato alle norme istituzionali.
L’elaborato è suddiviso in cinque capitoli che ripercorrono la storia della censura attuata nella televisione italiana. La suddivisione dei capitoli è temporale, infatti a ogni capitolo corrisponde un decennio di televisione.
Questa suddivisione è stata da me scelta per mostrare quale sia stata l’evoluzione o involuzione del sistema televisivo italiano, ponendo a confronto i vari anni.
Il primo capitolo è dedicato alla nascita del servizio pubblico radiotelevisivo. Gli anni d’oro della televisione che vanno dal 1954 alla fine degli anni ’60. Questi sono gli anni delle calzamaglie delle scollature troppo provocanti in cui la censura era per lo più preventiva, atta cioè a tutelare i valori cristiani ancora fortemente radicati nella cultura italiana. [...]
Il secondo capitolo ripercorre gli anni ’70 di cui l’evento principale fu la riforma della Rai che aveva come fine il ridimensionamento del potere politico all’interno dell’azienda. Questa legge aveva come fine la tutela dell’indipendenza, dell’obiettività e del pluralismo politico e tutto ciò fu messo in pratica attraverso l’istituzione di una nuova commissione parlamentare di vigilanza, dipendente unicamente dal Parlamento, al quale spettò la nomina dei membri. [...]
In conclusione del percorso le domande che mi pongo sono molteplici. In un paese democratico come è definito l’Italia, in cui si dovrebbe essere tutti uguali di fronte alla legge, in cui vige una Costituzione di cui l’articolo 21 sancisce espressamente la libertà d’espressione, è possibile parlare a tutt’oggi di censura? E’ possibile dover apprendere notizie riguardanti la vita del Paese da fonti alternative perché l’informazione televisiva italiana può solo aggiornarti sui gossip delle top model straniere? Io ritengo necessaria una riflessione seria e intransigente su questi temi più urgenti che mai. Le nuove generazioni sono spesso definite annoiate, prive di interessi politici o riguardanti, più in generale, i problemi del nostro Paese. Io non penso che tutto ciò sia vero; le nuove generazioni hanno un modo diverso di rapportarsi al mondo (vedi i computer la televisione le radio), non a caso sono definite Nativi Digitali. Se effettivamente si vuole che queste generazioni abbiano la possibilità di esprimere le proprie opinioni su ciò che li circonda, è necessario indirizzare l’informazione nei canali da loro frequentati e che soprattutto l’informazione non sia ristretta al campo del gossip e delle frivolezze in generale.

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INTRODUZIONE Parlare al giorno d’oggi di eretici ed associarli al piccolo schermo potrebbe lasciare basiti molti individui. In realtà nessun altro titolo poteva calzare meglio di questo visto l’argomento di cui tratta la presente tesi. La definizione dell’eretico che qui mi accingo a descrivere non si discosta di molto da quello della tradizione medievale: colui il quale crede o ritiene giusta un'opinione gravemente errata o comunque discordante dalla tesi più accreditata riguardo ad un certo argomento. L’unica differenza esistente tra gli eretici medievali e i moderni risiede nelle condanne. Un tempo il rogo era la condanna a morte ufficiale per eresia e di esempi nella storia ne abbiamo molti Giordano Bruno, Giovanna d’Arco ad esempio. Al giorno d’oggi, invece, la censura sembra l’arma migliore per condannare a morte, in senso professionale, gli eretici. I concetti più spesso associati all’idea di censura sono quelli di autorità e repressione. Il censore viene visto come imposto dall’alto, un’emanazione delle figure di potere che hanno interesse a impedire la diffusione di idee e notizie. La censura, dunque, sarebbe repressione, cancellazione di informazioni destabilizzanti e sediziose in nome di un potere che alimenta se stesso, escludendo ed emarginando tutto ciò che non rientra nelle sue logiche. Questa è l’idea di censura sottesa alle notizie diffuse da organi di informazione e mezzi di comunicazione essi stessi soggetti a forti pressioni da parte del potere istituzionale. L’obiettivo dell’elaborato, però, è quello di mostrare che la censura non è sempre qualcosa di esterno, imposto dall’alto, ma caratterizza gli individui esplicandosi in numerose forme che vanno dalla censura preventiva all’autocensura, dalle leggi di mercato alle norme istituzionali. L’elaborato è suddiviso in cinque capitoli che ripercorrono la storia della censura attuata nella televisione italiana. La suddivisione dei capitoli è

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Parole chiave

comunicazione
etica
televisione
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informazione
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berlusconi
satira
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