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Catenaccio, contropiede e zona Cesarini: analisi della lingua speciale del calcio

Il calcio è di gran lunga lo sport più popolare e praticato in Italia, tanto da essere ormai entrato a far parte della cultura e della quotidianità del nostro paese.

Fenomeno sociale e di costume, fenomeno economico, ma anche fenomeno
linguistico: il calcio infatti, proprio in quanto sport nazionale, ha anche un suo particolare lessico che viene usato quotidianamente dagli addetti ai lavori e dai milioni di appassionati, ma che è conosciuto di riflesso anche da quanti non seguono regolarmente questo sport, proprio in virtù della sua grande diffusione, del fatto che molto spesso prende i suoi termini dalle più varie scienze e attività umane, ed anche per una sua, seppur limitata, espansione nella lingua comune.

Nel presente lavoro si cercherà quindi di analizzare la formazione della lingua speciale del calcio distinguendo i seguenti procedimenti:

a) utilizzo di prestiti e calchi provenienti da una lingua straniera;
b) risemantizzazione di unità lessicali (monorematiche o polirematiche) già usate nella lingua comune o in altre lingue speciali;
c) formazione di nuove unità lessicali (monorematiche o polirematiche) mediante procedimenti morfologici;
d) utilizzo di sigle e accorciamenti.

A questi verranno poi aggiunti altri due elementi di fondamentale importanza, vale a dire i termini coniati o comunque introdotti all'interno del lessico calcistico dal giornalista e scrittore Gianni Brera e gli appellativi utilizzati per far riferimento ai componenti delle squadre di calcio.

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3 Introduzione Il calcio è, di gran lunga, lo sport più popolare e praticato in Italia, tanto da essere ormai entrato a far parte della cultura e della quotidianità del nostro paese. Al contrario degli altri sport, infatti, il calcio è “pane quotidiano”: ai canonici nove mesi di campionato bisogna oggi aggiungere i tre, quelli estivi, dedicati alla campagna acquisti e all’ormai celebre calciomercato. E poi ci sono le coppe, i turni infrasettimanali, gli anticipi, i posticipi e il delirio domenicale: un numero incredibile di partite sempre uguali nelle regole, ma con svolgimenti sempre diversi e conclusioni spesso imprevedibili. Il tutto senza dimenticare la Nazionale, i campionati europei e quelli mondiali, ovvero i momenti in cui la febbre collettiva per questo sport raggiunge i punti più alti arrivando a contagiare anche quelli che non lo seguono abitualmente 1 . Uno sport che ormai non conosce riposo e che ogni giorno trova un motivo nuovo per farsi raccontare dai giornali, dalle radio, dalle televisioni e da internet, diventando di fatto una delle materie di conversazione preferite nei bar e negli uffici. Come scrive Santoni, nel suo intervento all’interno del Dizionario del calcio italiano di Marco Sappino (2000: 965): L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro e sul gioco del calcio. Non si tratta di una chiosa irriverente al primo articolo della nostra Costituzione ma della semplice constatazione della realtà. In poco più di cento anni, tra il finire del diciannovesimo secolo e l’ingresso nel nuovo millennio, nel nostro paese il pallone ha davvero assunto dimensioni e ruolo chiave che vanno ben oltre la semplice pratica sportiva. Fenomeno di costume, fenomeno sociale, fenomeno economico di primaria importanza, il calcio racchiude in sé molte anime e coinvolge davvero la maggioranza degli italiani, ormai proverbialmente definiti «cinquantasette milioni di commissari tecnici». Tale asserzione viene condivisa in pieno anche dallo scrittore Pierre Lanfranchi, il quale, nell’introdurre il suo studio intitolato Il calcio e il suo pubblico, evidenzia come <<Problematiche sociologiche, etnologiche, giuridiche, politiche o geografiche possono, anzi devono, convivere quando si tratta di calcio>> (1992: 10). 1 Appare significativo ricordare che il 10 luglio 2006, all’indomani della vittoria dei campionati del mondo di calcio da parte dell’Italia, il quotidiano sportivo “La Gazzetta dello Sport” abbia fatto registrare una tiratura di 2.302.088 copie, record di tutti i tempi per un quotidiano italiano.

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