Carlo Tedeschi / Tra Arte, Scienza... e Fantasia
(Rapallo/GE, 1951). Pittore, scrittore, regista, menestrello, Carlo Tedeschi vive ed opera al lago di Monte Colombo (RN). Autodidatta, inizia a dipingere dall’età di sei anni e fino ad oggi ha realizzato fra tele, disegni, incisioni e affreschi, più di mille opere. Mentre non si contano i contributi che attraverso il palcoscenico, la penna o più semplicemente il gesto ha offerto a chi, dandogliene la possibilità, è stato attraversato dalla sua Arte – “Componente”…
Si affaccia alla Vita, di cui riesce a cogliere l’intrinseca Bellezza che vi scorge, e con fare naif dipingerà – come ha affermato da adulto – “dapprima ciò che circondava la mia vita, poi ciò che la vita suggeriva in me… poi… come tutti, ciò che non capivo…”. La pittura diventa centro propulsore delle sue investigazioni sulla “Realtà” che scopre, in un rapporto di speculare intesa con le immagini che vi trapelano da… un “procedimento” voluto……segnando anche un nuovo corso nella storia dell’arte…
Cruciale sarà invece, per la sua vita, ma soprattutto per la sua realizzazione di Artista con la “A” maiuscola, l’anno in cui incontra Leo Amici (insignito della Targa d’oro europea “per aver dato attraverso il teatro, il cinema, un contributo fattivo alla soluzione di problemi gravi che affliggono soprattutto i giovani non solo in Italia ma anche all’estero”), il 1978. Personaggio di eccezionale rilievo umano, filosofico e poetico, per la prima volta ne comprende e definisce in maniera davvero sublime le raffigurazioni pittoriche. Suo critico di maggior rilievo, riesce a dare una spiegazione e una logica alle eclettiche immagini affiorate, per lo più incomprese dall’autore stesso. Egli ne segue la crescita artistica, ne incentiva le risorse e potenzia le capacità sporadicamente e disordinatamente espresse, ed educatolo al Bello lo conduce a raggiungere risultati sorprendenti, evidenziando anche attraverso di lui una nuova concezione dell’Arte strettamente connessa ad una personale visione della Vita… L’esistenza del “menestrello” (così Leo Amici definisce il “pittore-amico”) si intreccia inevitabilmente a quella del suo artefice ed entrambe alle maturate manifestazioni dell’Arte, di cui Leo Amici ne diviene l’intero ispiratore.
In un mondo in cui domina l’angoscia di vivere, la ‘sindrome’ di incomunicabilità pirandelliana e lo scetticismo, Carlo Tedeschi riesce ad elevarsi dal ‘male du siècle’, a proiettarsi in un “dove” senza più tempo né confini, e a parlare semplicemente della “Realtà” che tra arte e vita si frappone. E i grandi interrogativi filosofico-esistenziali, gli forniscono lo spunto per un escursus che, dagli albori della civiltà fino alla moderna tecnologia, passa attraverso l’esistenza di un’intrinseca e mai spenta Scintilla del sapere, per poi giungere al nulla, la materia, l’eternità, concetti che continuano a tormentare le ricerche e il sonno di filosofi, fisici e astronomi.
Centro della problematica artistica, esemplificata dalla breve poesia Saper Guardare, è infatti l’uomo e se la scomposizione cubista ne ha frammentato l’immagine in tanti punti di vista quante sono le prospettive di una visione legata al tempo, Carlo Tedeschi ne ricostruisce la Figura a partire dalle implicite possibilità espressive della Forma, che si collegano ad una quinta dimensione spaziale: l’Eternità. Mentre con una nuova logica di struttura, in-verte il tradizionale modo di vedere l’Immagine, rivoluzionando la concezione del suo Modello…
Ed è nell’identificare l’Arte con la Vita che Carlo Tedeschi, si profila ‘artista universale’ in quanto,‘discepolo dell’esperienza’, come ebbe a definirsi lo stesso Leonardo, realizza, ossia traduce in realtà, un’Immagine che seppur visibile soltanto nel Rispecchio di Coscienza…
Del resto innumerevoli ed evidenti sono i precetti leonardeschi che con lui diventano pratica e che a studi ancora più approfonditi possono emergere dall’intera sua opera. In ogni caso la potenza comunicativa e la forza ieratica di questo artista del terzo millennio, risiede nell’aver sempre mostrato “il risvolto – e cioè il diverso – della produzione artistica ufficiale…”, meritando sicuramente di occupare nuovi spazi espositivi e di essere recepita da un pubblico che attraverso l’Arte vorrebbe ancora “sentire” o meglio “sentirsi”.
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Informazioni tesi
Autore: | Antonietta Di Muoio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Salerno |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere moderne |
Relatore: | Nicola Scontrino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 231 |
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