Colledoro (TE)
17 settembre 2005
INTERVISTA A CARLO TEDESCHI
A CURA DELLA STUDENTESSA ANTONIETTA DI MUOIO (Università degli Studi
di Salerno)
Tale intervista si è sviluppata al termine della tesi e prima della successiva lettura della
stessa da parte dell’artista (ho ritenuto infatti rispettoso porne una copia alla
sua attenzione)
(Si succederanno in carattere maiuscolo le domande da me poste e in carattere minuscolo le
risposte, le quali anche se non inserite nelle tradizionali virgolette riportano dei
discorsi diretti)
CHE COS’¨ LA PERSONALITÀ ?
Dentro di me sento di distinguere la personalità dal carattere.
Mi sembra che il carattere sia la somma delle reazioni che si hanno sin da bambini di fronte
agli eventi della vita e anche che si possa modificare. Il carattere è l’aspetto
terreno delle nostre reazioni di fronte alla vita, al mondo, alle sollecitazioni degli
adulti e poi dei nostri compagni, dei nostri amici; e qui si forma il carattere.
Come personalità, invece, intendo qualcosa di piø elevato, come la somma di tutta la nostra
ricerca e anche dei nostri sforzi per correggere un carattere, che potrebbe dare
degli aspetti e delle espressioni negative. Credo che la vera personalità sia quella
costruita nel bene, nella realizzazione del bene, della propria natura e che quindi
sia il risultato finale dello sforzo di conoscere la propria vera natura, quella
interiore, quella che gli altri non vedono e che conosciamo solo noi, perchØ
all’interno del nostro corpo, della nostra psiche.
¨ INNATA?
No, ho spiegato adesso che non è innata. ¨ innata semmai dentro di noi la possibilità, con cui
nasciamo, di formarci la personalità che desideriamo, vogliamo, quello che è il
frutto di ciò che ho spiegato prima del carattere, e del nostro sforzo di correggerne
i difetti e svilupparne, invece, le reazioni positive.
Non è innata, è una costruzione.
Innati sono i componenti per poterla realizzare.
PUÒ ESSERE SOFFOCATA?
Certo Leo Amici diceva che se un uomo non riconosce i propri valori li soffoca, se li
riconosce diventa un ingranaggio vivente, perchØ fai parte, ti colleghi con tutta la
tua esistenza, con coloro che ne fanno parte e poi è una catena che si propaga
sempre di piø, perchØ sei unito a tutto l’universo, al cosmo, a tutta la Vita.
¨ INEVITABILE CHE SI FORMI?
No non è inevitabile, dipende dalla persona. La volontà è libera, c’è una volontà libera. Io
sono un credente, dunque, dico che la mano di Dio, il suo sguardo misericordioso,
il suo amore paterno ci tocca, ci raggiunge proprio per evitare che caschiamo in
trappole, errori, tentazioni e per poter superare questo nostro passaggio che è una
prova.
QUALI SONO I SUOI MECCANISMI?
Sono i componenti che uno ha, che Dio ti ha dato per costruirla, per realizzarla, con una
volontà libera.
DI CHE COSA SI SERVE PER ESPRIMERSI?
Del corpo e dei componenti positivi, naturalmente costruiti, realizzati perchØ il bene continua
a costruire, il male distrugge. Di conseguenza se una persona si rivolge al male
distrugge se stesso, i suoi componenti, tutto quello che è comunicazione con il
prossimo, che avvicina, accosta gli uomini – lealtà, apertura mentale, gioia,
dolcezza –, e dunque si chiude sempre piø in se stesso.
QUANTO CONTA O PUÒ CONTARE LA FEDE PER UN ARTISTA?
Non solo per un artista. La fede conta per tutti. A me piace la realizzazione di una fede che, sì
parte da un dono di Dio (perchØ noi da soli non arriviamo a nulla), ma anche che
da questo dono ricevuto, la costruisci con tutto ciò che Lui ti ha donato. E come è
accaduto a me, mi piace pensarlo per tutti. PerchØ non ti dona solo i componenti
per arrivare a Lui, ti dona anche la possibilità di avere una fede di certezza, però è
sempre un dare e avere. Lui ti dà questo dono e tu in cambio lo coltivi, lo cresci, ti
sforzi di capire sempre di piø e dunque questo dono si illumina, e ad un certo
punto raggiunge il suo vero valore di fronte ai tuoi occhi, alla tua coscienza.
Riesci a capire quanto sia grande questo dono che ti è stato dato, non solo della
vita, del tuo corpo, ma anche della fede.
ALLORA ¨ UN DONO?
¨ un dono che è già a disposizione di tutti. Dio non è ingiusto. ¨ un dono che Lui ti concede
al momento giusto per te.
Accadono cose così misteriose nella nostra vita, che non si possono relegare solamente a delle
reazioni di casualità o a delle reazioni chimiche. Dunque è doveroso per tutti,
elevarsi e guardare un poco piø in alto, e quasi pretendere da noi stessi, o da
questo Dio misterioso, che si affacci nella nostra vita e che dia prove della sua
esistenza dentro di noi e intorno a noi. Intorno a noi ce ne sono già tante e non le
vogliamo guardare perchØ, come diceva Leo Amici, la natura è piena di
espressioni di Dio, ma l’uomo le calpesta perchØ non gli fa comodo riconoscerle.
Noi abbiamo continuato a vivere nella nostra storia, nella nostra vita, nelle nostre vicende
terrene il dubbio che spesso diventa un incubo. Spesso approdiamo ad una fede
cieca, che non porta risultato, non porta frutto; oppure ad un ateismo o
agnosticismo esasperato che ci impedisce di realizzare tutte le potenzialità
meravigliose che sono dentro di noi.
QUANTO CONTA O PUÒ CONTARE INVECE LA PACE PER UN ARTISTA?
Dicevo che la fede è indispensabile per realizzarsi, ma per tutti, non solo per un artista. Invece
per ciò che è “pace”, ci sono nella vita risultati positivi che sono frutto dei
tormenti, delle lotte e delle sofferenze. Però il risultato piø grande è appunto
quello di risolverli ed è nell’averli risolti, o vivere una pausa di questa risoluzione,
che dà e fa assaporare la pace. E dunque è attraverso la pace che si realizzano le
opere migliori, sia umane che artistiche.
Il punto è che potrebbe essere una pace momentanea, transitoria, ma guai se non fosse così:
bisogna ricominciare ad avere i dubbi per scavare ancora, così la nostra ricerca
continua.
Vivere in pace dunque significa sapere che la pace esiste e ricordarsi che esiste nel momento
della lotta. Il fatto di vivere in un oceano agitato non significa che nel profondo
dell’oceano (di questo oceano che siamo noi) non ci sia la pace piø assoluta e
dunque l’importante è mantenere sempre agitata la superficie perchØ questo ci
permette di cercare, crescere, capire, di incontrare persone, di comunicare.
CHE COS’¨ PER TE LA BELLEZZA?
Io credo che ci siano stati dei periodi storici in cui i giovani cercavano il bene: c’era una
ricerca profonda di cosa fosse il bene e di cosa fosse il male, un bene che dopo è
stato mistificato e poi confuso con il male; poi c’è stato il periodo storico in cui i
giovani cercavano la “Verità”. Tutte situazioni che sono poi state manipolate da
chi ha avuto il potere di farlo e dunque bene e male ormai non si distinguono piø,
o meglio la coscienza potrebbe distinguerli, ma si è condizionati dalla
giustificazione che si dà di un male facendolo passare per Bene attraverso logiche
morali, mediche o scientifiche, che sono usate solamente per coprire verità
scomode. Anche la cronaca continuamente ci insegna che è difficile, con le notizie
che ci arrivano ogni giorno, stabilire da noi stessi dov’è il vero e dove il falso,
dove il bene e dove il male.
Non ci resta che la Bellezza, credo che questo sia l’unico componente che potrà salvare i
giovani e il mondo. Non solamente la bellezza di un’opera d’arte, ma di una
qualsiasi forma di bellezza. Anche la bellezza di un passerotto che vola su un
ramo ed ecco il perchØ della bellezza: appartiene a Dio.
Dio fondamentalmente è bellezza, se non fosse bellezza non potrebbe arrivare a esprimere
tutto ciò che è potenza, è perfezione, tutto ciò che sono i Suoi componenti. I quali
in piccolo appartengono anche a noi perchØ ci ha fatto a Sua Immagine e
Somiglianza, dunque possiamo capire la grandezza, la bellezza con la “B”
maiuscola, se comprendiamo la nostra bellezza, la bellezza delle nostre piccole
cose, del nostro piccolo mondo. Dunque io credo che la bellezza salverà il mondo
e che educare alla bellezza significhi educare a tutto, perchØ nella bellezza c’è poi
il contenuto, il concetto del bene e del male, di vero e falso.
COSA INTENDI PER MODELLO?
Modello è tutto ciò che è adatto per essere ricopiato, imitato. Nel caso dell’arte o della vita,
quando ricopi quel modello o lo vuoi imitare c’è sempre la possibilità di diventare
pappagallo, e dunque è una brutta copia della bellezza, oppure di aggiungere la
tua interpretazione personale. Hai semplicemente un binario su cui poter
esprimere te stesso e la tua dimensione perchØ ognuno di noi è un artista a sØ, un
uomo a sØ, una vita a sØ. Ormai sappiamo tutti che non siamo fatti con lo stampino
e che siamo irripetibili e unici.
Modello per eccellenza è Cristo e se si fosse certi che è l’unico modello di essere e
comportamento gradito al Padre, allora lo si potrebbe concepire che seguendolo si
diventa un compimento perfetto della somiglianza con Dio.
CHI ¨ PER TE L’UOMO CHE SA? E QUANDO SI PUÒ DIRE CHE UN UOMO HA
RAGGIUNTO UN SAPERE?
L’uomo non raggiunge mai nessun sapere, raggiunge delle conoscenze e attraverso le
conoscenze può percorrere la verità, una verità che può essere solo una base, un
trampolino di lancio pur essendo parte della verità. E comunque è inutile cercare
una verità assoluta, la perfezione assoluta, cercare nelle cose in grande perchØ
tutto corrisponde in piccolo. Si può avere la percezione della verità assoluta e si
può percorrere questa verità in piccolo, ed è come percorrere in assoluto la verità
in grande. Solo attraverso Dio e la comunicazione con Lui, che è possibile, si può
Sapere.
CREDI SIA POSSIBILE DEFINIRE LA SAPIENZA O ALMENO LA DIFFERENZA TRA
SAPERE E SAPIENZA?
La sapienza è la messa a disposizione di chiunque del tuo sapere.
IN CHE MODO L’UOMO PUÒ COMUNICARE ED AVERE UN FILO DIRETTO CON
DIO?
Beh! Il mio maestro diceva che Dio è come un fuoco piø ti avvicini piø ti riscalda, piø ti
allontani piø senti il freddo. Già con questa definizione è facile capire. Quello che
posso aggiungere io, a questa definizione che trovo perfetta, è la mia esperienza
personale perchØ sono andato a vedere se fosse stato vero che era come un fuoco.
E dunque la comunicazione con Dio è quella spontanea, quella del cuore, di
avvicinarsi a Lui. Significa non trascurare tutto ciò che sono i moti interiori della
nostra anima, le nostre spinte verso l’alto, verso il cielo, verso il sentimento
d’amore e per qualcosa che ci sovrasta, per Qualcuno che sentiamo a volte vicino
e a volte lontano. Ecco non trascurare questi moti interiori ti fa avvicinare a
questo fuoco e una volta che senti il calore non puoi negare che esiste, che sia
vero, perchØ senti un calore attraversarti non solo l’anima ma anche il corpo,
perchØ si manifesta anche attraverso il tuo corpo.
PERCH¨ L’UOMO, PUR NON AVENDONE COSCIENZA, HA BISOGNO DI DIO?
Chi ha detto che non si ha coscienza di Dio? Non sei consapevole magari che Dio esista o non
hai trovato ancora le prove invisibili però tangibili, dentro di te, che Lui esista.
Si ha sempre la consapevolezza di Dio. Ci sono stati anche degli esperimenti in Francia in cui
si è provato a far crescere dei bambini lontani dalla parola “Dio”, dal concetto di
Dio che hanno iniziato a pregare rivolti al cielo e, comunque, anche i popoli
primitivi ce lo insegnano: l’uomo innatamente dentro di sØ sente una spinta forte
verso il Creatore, continuamente sente, fino ad innalzare idoli. Poi certamente il
suo comportamento, la sua evoluzione di fronte a questa spinta viene manipolata
dall’uso del potere, della sopraffazione e dunque va a cancellare questa spinta
iniziale di purezza e di pulizia. Dunque spesso anche le religioni del nostro
passato, delle nostre epoche, dei nostri popoli si sono macchiati di tanti delitti, di
scempi, però la spinta iniziale è innata.
PERCH¨ L’UOMO HA BISOGNO DI CONOSCERLO E, IN UN CERTO SENSO, DI
COMUNICARE CON LUI?
Ha bisogno perchØ quello è il suo compimento. Se in questa domanda c’è il riconoscere che
l’uomo ha bisogno di cercarlo, ha bisogno di Dio è perchØ lì c’è il compimento,
c’è la sua realizzazione eterna.
Io ho la certezza che esista l’eternità, di conseguenza questo è un passaggio, è l’inizio
dell’eternità, però è un passaggio terreno che ci permette di arrivare al
compimento della nostra personalità eterna, del nostro vivere eternamente.
Dunque per forza di cose è necessario, non è un’umiliazione sentirsi bisognosi di Dio, perchØ
è attraverso l’umiltà di riconoscerlo che si arriva a concepire la vita eterna e la
nostra realizzazione personale, la quale è di similitudine e di fusione totale a Lui.
QUINDI ¨ QUESTO LO SCOPO DELLA VITA, REALIZZARSI PER L’ETERNITÀ?
Lo scopo della vita è affrontare ed eliminare tutto ciò che impedisce questo compimento
eterno, cioè il male.
Questa è la mia convinzione, quello che io sto vivendo e che posso testimoniare, non
certamente con questa poche parole o con questa intervista. Però insomma questo
è quello che ognuno di noi, ognuno che percorre questa strada, può testimoniare.
¨ DAVVERO POSSIBILE GIUNGERE A “TOCCARE” DIO “CON MANO”? E IN CHE
MODO ¨ POSSIBILE RIUSCIRCI?
Se non tocchi Dio con mano manca sempre qualche cosa al dono della fede, come minimo
non sai farlo toccare ad un altro, soprattutto nella società della nostra storia. La
nostra è una civiltà che ha bisogno di toccare tutto con mano; soprattutto i giovani
che nascono e si affacciano oggi nella nostra società. E dunque la mia
dichiarazione è che è possibile comunque toccare con mano anche Dio.
Sicuramente in futuro anche la scienza potrà fare molti passi avanti su questo argomento, fino
forse a trovare Dio scientificamente.
Già da ora comunque si può toccare con mano perchØ, come ho detto prima, non serve andare
a cercare in grande le cose impossibili per noi, ma basta cercare in piccolo e lì si
trova sempre la risposta.
CHE COS’¨ LA COSCIENZA?
La coscienza è la voce di Dio, la consapevolezza della voce di Dio. ¨ un mistero se lo
ragioniamo al di fuori di noi, con il nostro cervello, non è un mistero se lo
ascoltiamo nell’intimità del nostro essere.
QUALE PARTE HA NEL PROCEDIMENTO ARTISTICO?
Mi sembra di averlo già detto in passato che non distinguo mai il procedimento artistico dal
procedimento di vita, perchØ l’arte fa parte della vita. Tutta la vita è arte, anche in
questo momento sto rotolando questo elastico che ho tra le mani e anche questo è
un procedimento artistico. Eppure è vita, solo vita, non sono teso, però sono serio
per poter rispondere al meglio alle domande che mi vengono fatte e istintivamente
sto arrotolando questo elastico che diventa un’opera d’arte, perchØ nel dilatarlo e
poi nel ricongiungerlo si formano tutti i nodini che io ho formato arrotolandolo.
Anche questa è un’opera d’arte, ricorda e si collega sempre con qualche cosa di
molto piø grande, dunque io non distinguo mai dalla vita l’arte.
Certamente l’arte va fatta con coscienza, come bisogna vivere con coscienza, significa che
non posso esprimere nell’arte per esempio i miei istinti di violenza, i miei istinti
sessuali, quelli che ancora devo correggere, capire e illuminare, e dunque mi
danno il tormento, perchØ sarebbe un’imposizione agli altri di un passaggio, non
di una realizzazione. Dunque bisogna essere artisti coscienziosi, come lo si è nella
vita: come è brutto nella vita imporre a qualcun altro o usare violenza sugli altri
così anche nell’arte.
ESISTE UN LEGAME TRA IL CUORE, LA MENTE E LA COSCIENZA?
¨ tutto collegato, nel nostro corpo non esiste una parte di noi che non sia collegata. Anche se
in questo momento agisce ad esempio il fegato, l’intelletto o una qualsiasi parte
del nostro corpo, questo organo è sempre collegato con tutto il resto. Anche noi
del resto: ci sembra che la nostra vita sia circoscritta al nostro essere, al nostro
corpo e a quello che abbiamo saputo costruire intorno a noi, ma non è così: siamo
una catena in cui ogni essere vivente è collegato l’uno all’altro, pur salvando la
nostra individualità. Forse guardando la natura lo comprendiamo meglio. E lo
strattone di questa catena implica che tutti gli anelli, debbano seguire e sentano
questo grosso strattone.
IN CHE RAPPORTO SONO INVECE ANIMA, MENTE E COSCIENZA?
La mente e la coscienza sono strumenti dell’anima, tutto ciò che c’è nel corpo diventa
strumento dell’anima, è la macchina attraverso la quale l’anima si esprime e può
vivere altrimenti non potrebbe esprimersi. Dunque il collegamento tra coscienza e
mente è proprio questo: l’anima attraverso la mente concepisce i pensieri, i quali
vengono fotografati dalla coscienza e dunque possono essere messi in atto oppure
no, attraverso il volere o non volere.
¨ POSSIBILE INDIVIDUARNE UNA SEDE PRECISA NELL’UOMO?
Come la vita, l’anima è in tutto il corpo (mi sembra la cosa piø logica), la sede della mente
naturalmente è il cervello perchØ la scienza e la medicina hanno già constatato
tutto questo. Per quello che riguarda gli altri componenti morali, sono tutti nel
nostro corpo. Una volta questa domanda fu rivolta a Leo Amici che rispose
simpaticamente, in modo buffo: Beh! Ma se io soffio una “pernacchia” con la
bocca dentro un palloncino, mica so dov’è finita; però c’è, esiste, è dentro il
palloncino. Così sono i componenti morali che non vediamo con gli occhi e a cui
non possiamo dare una sede perchØ non sono fegato, stomaco, cuore.
C’¨ UN LEGAME TRA COSCIENZA E CUORE?
Sì perchØ, come ripeto, è tutto collegato, di conseguenza l’uomo attraverso la coscienza
fotografa tutti i propri pensieri per poter decidere liberamente se poterli attuare
oppure no, secondo coscienza appunto, poi usa sia gli altri componenti invisibili,
che sono l’intelligenza, la sensibilità, la dolcezza, che il corpo per attuarli.
L’organo del cuore oltre a pompare il nostro sangue, riflette anche altre emozioni
invisibili. Anche la vita che c’è nel sangue è invisibile, così la forza di vita che
spinge il cuore a battere.
La luce elettrica è invisibile e si rende visibile attraverso una lampadina.
COME VIVE L’ANIMA NEL CORPO? RISENTE DEL SUO ESSERE CHIUSA IN UN
CORPO TERRENO?
Assolutamente no, è la sua unica possibilità di esprimersi. Anche la nostra religione ce lo
insegna che vivremo eternamente nel corpo. Dunque il corpo eterno è il
compimento finale dell’anima. Spesso ci si potrebbe sentire prigionieri del corpo,
perchØ non ti piace, perchØ ti ci senti umiliato e di esempi ne potremmo fare
tantissimi, ma senza il corpo, ripeto, l’anima non potrebbe esprimersi, di
conseguenza, nell’equilibrio e nel bene voluto, ci si sta benissimo nel corpo.
Non l’equilibrio tra il bene e il male, perchØ quello implicherebbe una sorta di stasi in cui il
male non viene sconfitto mai, ma l’equilibrio nella realizzazione della propria
spinta interiore, della verità che c’è dentro di noi, la quale attraverso la volontà ci
spingerebbe con la docilità, senza neanche troppa fatica, a eliminare il male per
costruire in bene.
DURANTE UNA PAUSA ABBIAMO SCAMBIATO IDEE SULLE MODERNE FORME
DI ESPRESSIONE… HO CONTINUATO A REGISTRARE…
Possono esistere nell’arte anche delle provocazioni e sono le correnti artistiche che esistono
oggi in cui non so, ad esempio non esiste piø il quadro sulla tela incorniciato, ma
altre forme d’arte: il mongoloide esposto, il taglio sul corpo, ecc. L’artista può
anche sentire in coscienza, dentro di sØ, la spinta e la voglia di comunicare la
propria disperazione o quella che vede intorno a sØ, oppure di denunciare e
diventerebbe una provocazione, che però dovrebbe essere sempre una
provocazione artistica, e per essere tale ha bisogno di essere filtrata e depurata
dall’artista. Provocare e dunque indurre a pensare o a provare sgomento è un
meccanismo molto delicato! Ad esempio L’urlo di Munch è un esempio classico,
bellissimo di quello che stiamo dicendo: non ha fatto un bel quadro, ha prodotto
una provocazione e non solo… Non devi chiudere gli occhi e andare via,
quell’urlo si fa ascoltare e riesce a trasmetterti quello che l’artista ha depurato
nella sua coscienza, per denunciare l’urlo. Anche una cosa brutta, terribile ci può
toccare, ma la sua rappresentazione ci deve toccare artisticamente, altrimenti ci
toccherebbe umanamente e ci ferirebbe o ci userebbe violenza esattamente come
la vita.
A COSA SERVE LA RAGIONE E A CHE COSA IL SENTIMENTO?
La ragione serve, tanto per ripetere un concetto del mio maestro, a raggiungere insieme agli
altri lo stesso fine. Senza l’uso della ragione non riusciamo a raggiungere tutti lo
stesso fine, ognuno vagherebbe senza meta o nella direzione che ritiene piø
opportuna o che gli fa piø comodo.
Il sentimento è quello che ti spinge alla comprensione e dunque ad un accostamento fraterno.
Quando c’è un incidente e non si va nella stessa direzione, il sentimento è quello
che ti permette poi di arrivare insieme alla stessa meta, nella stessa direzione.
C’¨ UN RAPPORTO PRECISO TRA RAGIONE E SENTIMENTO? POSSONO
CONVIVERE E MAGARI AIUTARSI TRA DI LORO SENZA CHE L’UNO
PREVALGA SULL’ALTRO, COME ¨ ACCADUTO NEI DIVERSI PERIODI
DELLA STORIA?
Sì è possibile se non ci si perde per strada. Pur di non perdere quel “insieme” uno può arrivare
anche alla sottomissione e se sceglie l’umiltà, è una sottomissione sentita e pulita,
che in quel momento pare dar ragione all’altro che ha torto, ma se c’è la lucidità
mentale è solamente un passaggio in attesa del rovescio. In questo caso si usa
anche un altro componente che è la pazienza, la quale ti fa attendere il rovescio, se
sei sicuro di avere ragione. Dunque il sentimento è al servizio della ragione per
poterti fare aspettare, per non farti dimenticare che ti sei sottomesso pur avendo
ragione.
C’¨ DIFFERENZA TRA INTELLIGENZA, INTELLETTO E INGEGNO, QUALE?
Io non ho studiato, quindi per me è difficile riuscire a trovare le parole per distinguere tra
intelligenza, intelletto e ingegno. Lascio ad altri piø grandi e piø bravi a definirli.
Io non so, provo a rispondere.
Per quello che riesco a capire, l’intelligenza è un componente che abbiamo tutti alla nostra
nascita e che siamo capaci e liberi di sviluppare; dunque il quoziente intellettivo e
il peso dell’intelligenza (mi sembra che si riesca anche a pesarla oggi), possono
essere smentiti da chi invece riesce ad aumentare il suo quoziente. ¨ come una
strada, un percorso, un componente come gli altri l’intelligenza, puoi svilupparla
1
scegliendo tra bene e male.
L’intelletto invece credo sia la sede dell’intelligenza, l’organo che la custodisce, la protegge e
attraverso il quale essa dà l’impulso per poter “intelligere”.
L’ingegno è la spinta dell’anima che, attraverso l’intelletto, può concepire qualche cosa che
va al di sopra, al di là dell’intelletto e dell’intelligenza, che parte da un punto che
è oltre di noi, alle nostre spalle e che già fa parte della storia della nostra eternità,
tramuta l’”intelligere” in ingegno, nel “colpo di genio”. E l’ingegno è quello che
ci spinge ad usare il frutto della nostra intelligenza, anche per gli altri. Dunque è
una spinta che si dà l’anima, superiore all’andamento tradizionale della nostra
vita.
CHE COSA INTENDI PER PSICHE NELLO SCRITTO “L’IDENTITÀ NEL SOCIALE”?
Lo scritto è anche per coloro che non credono nell’anima, nel senso che non credono o non
sono certi dell’esistenza di Dio, o non vogliono chiamarla anima, perchØ ciò viene
associato alla vita eterna e dunque al credere in Dio. L’ho dunque scritto
intendendo “psiche” i nostri moti interiori. Forse per altri questi moti sono magari
frutto di reazioni chimiche, di sintesi chimiche, oppure movimenti di un’energia
invisibile che però si esaurisce con la nostra vita. Ecco perchØ ho scritto oltre alla
parola anima, “psiche” con il punto interrogativo, nel senso che quello che ho
scritto non è rivolto solamente ai credenti ma a tutti.
COSA INTENDI PER TRATTO D’ESSENZA?
L’essenza ad esempio in una rosa c’è anche nella spina, allora il tratto del gambo di una rosa,
tra una spina e un’altra, è un tratto d’essenza, ma non perchØ sia divisa
1
Cfr. “La scienza conferma”, p. 202
dall’essenza di tutto il gambo o di tutte le spine. L’essenza arriva in tutto il gambo
fino alle spine, è contenuta in tutto quel contenitore che è gambo, spina e rosa.
Allora tu lo puoi prendere in quel “tratto” dove non c’è la spina e non ti punge. ¨
un’immagine poetica.
MA PER TRATTO INTENDI LA VITA O IL TRATTO CHE HA L’UOMO?
Certo, era un esempio simbolico per tenere in considerazione quel tratto di essenza della
nostra vita, quello che non ci punge, non ti fa soffrire perchØ in tutti gli argomenti,
le situazioni che noi affrontiamo nella vita, c’è sempre un punto su cui noi ci
possiamo appoggiare senza essere punti. Nei momenti piø dolorosi spesso
valutiamo attraverso il panico, la paura, la sofferenza.
Se siamo un po’ piø accorti, anche nelle situazioni piø terribili troviamo sempre un punto
della nostra vita dove non ci si punge e dove è piø facile “prendere in mano” la
situazione ed uscirne, senza la paura che con gesti inconsulti ci spinge, al
contrario, a pungerci per averla “presa nelle mani” senza attenzione.
CREATIVITÀ, FANTASIA E SENSIBILITÀ POSSONO ESSERE CONSIDERATI DEI
COMPONENTI?
Sì sono tutti componenti.
E CHE COS’¨ UN COMPONENTE?
Fa parte di tutto ciò che ha dato Dio all’uomo per fare in modo che la sua anima si possa
esprimere nel corpo.
QUAL E’ LA DIFFERENZA TRA I COMPONENTI E I VALORI?
I valori sono il risultato finale di un tuo “discernere” nella scelta, l’uomo ha già in sØ i
componenti per poter riconoscere i valori e poterli fare propri, nel senso che
pilotano la sua personalità. Se fossero solo proposti dall’esterno non li
riconosceresti. Se non fossi sensibile ad essi non li potresti decodificare e se si
può fare una categoria di valori, una tabella di comportamento morale è perchØ
anche chi l’ha fatta ha sviluppato questo procedimento, altrimenti non avrebbe
potuto concepirli.
SI PUÒ DEFINIRE UN VALORE?
Qua e là ho già risposto a questa domanda, sintetizzarla è difficile; comunque il valore è il
risultato di una spinta interiore, che ti fa scartare tutto ciò che ti impedisce di
raggiungere quello che ti appaga la coscienza e il tuo piacere di essere nel giusto,
e che si può condividere con gli altri perchØ, donandolo, anche l’altro lo
riconosce.
C’¨ DIFFERENZA TRA PERCEZIONE E SENSAZIONE? QUALE?
La percezione viene dall’esterno, la sensazione viene dall’interno.
E TRA ESPRIMERE, COMUNICARE E TRASMETTERE?
Io posso esprimere me stesso anche nel chiuso della mia camera però sento l’esigenza di
comunicarlo a qualcuno, e dunque devo prendermi la briga di uscire dalla mia
camera e poi devo essere abile nel trasmetterlo, perchØ trasmetterlo significa farlo
transitare da me a qualcun altro.
Dunque i tre verbi li hai già messi nel giusto ordine, sono tre passaggi, tre fasi della vita
sociale.
QUAL ¨ IL PROCESSO ATTRAVERSO CUI L’OCCHIO PRENDE VISIONE
DELL’IMMAGINE E QUALI MECCANISMI INNESCA?
L’occhio contiene la luce e la proietta verso l’immagine. La luce esterna all’occhio rimanda
all’occhio quell’immagine e dunque viene incamerata dentro il nostro cervello.
¨ POSSIBILE DARE UNA DEFINIZIONE AL SENTIMENTO, ALL’EMOZIONE,
ALL’INTUIZIONE?
Il sentimento nasce come reazione di gratitudine a qualche cosa di buono che hai ricevuto,
anche se è già dentro di te perchØ altrimenti non potresti ricambiare in questo
modo.
L’emozione è la nostra reazione di gioia di fronte alla verità, è una gioia intensa, concentrata,
quando si sta percorrendo qualcosa di vero, quando ciò che hai ricevuto lo
riconosci vero o quando ciò che vedi lo riconosci che ti appartiene, che appartiene
alla tua vita; non è comunque la gioia di vivere di tutti i giorni che possiede la
persona che si realizza nel bene, nella fede in Dio.
L’intuizione, invece, è come tu ti spingi, ti poni, per come sviluppi la tua capacità di
riconoscere la verità. Verità che può essere anche negativa, ma pur sempre verità.
Sei intuitivo nel bene e nel male.
CHE COS’¨ PER TE IL MATERIALISMO E LO SPIRITUALISMO, INTENDENDO PER
QUESTE LE DIVERSE CORRENTI FILOSOFICHE CHE HANNO
PRIVILEGIATO LA MATERIA O LO SPIRITO?
Materialismo e spiritualismo possono vivere tranquillamente insieme perchØ noi siamo fatti di
anima e corpo, di carne e spirito. E dunque il materialismo, quello vero, si esprime
attraverso lo spiritualismo, viceversa lo spiritualismo si esprime e vive attraverso
il materialismo. Esso fa diventare carne e materia ciò che è invisibile. La materia,
che non si ferma alla bestialità, eleva la sua carne ad essere testimone dello
spirito. Infatti non è raro che l’uomo piø materialista diventi spiritualmente ricco.
A volte c’è anche la reazione sbagliata: abbandonare totalmente la materia per lo
spirituale, ma ciò fa parte di una forma di fanatismo che non regge; come diventa
fanatico chi cerca solo il materialismo.
PERCH¨ LA VERITÀ, PUR ESSENDO VERITÀ, FA COSÌ PAURA?
La verità fa paura perchØ quando la scopri, scopri anche che devi scartare ciò che ti fa comodo
per raggiungerla ma dunque bisogna capire, arrivare a concepire che, scegliendo
quella verità e scartando il proprio comodo, poi quest’ultimo risulta essere nulla
rispetto a ciò che acquisti, che è sempre superiore. Però nonostante ciò l’uomo
tende continuamente a scivolare nel proprio comodo, negandosi anche la
possibilità di questa esperienza.
Questo è il nucleo, la concentrazione di tutto ciò che è lo scopo dell’uomo e della sua vita,
perchØ scartare il comodo significa scartare il male: lì c’è tutto il perchØ viviamo.
CHE COSA ACCADRÀ QUANDO LA SCIENZA SCOPRIRÀ LA LOGICA DI DIO?
Scoprire la Logica di Dio con cui ha modellato tutte le forme viventi, attraverso il Creato è
possibile. Scoprire la logica di Dio credo possa far paura alla scienza, ma la logica
di Dio si potrà applicare in tutte le cose.
L’uomo comunque comincerà a fare i primi passi per scoprire scientificamente Dio.