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Bullismo: ricerche e strategie d'intervento

L'obiettivo del presente lavoro, dopo una preliminare definizione del termine bullismo è quello di dimostrare perchè il bullismo si distingua dalle altre forme di devianza giovanile, ed il perchè non vada sottovalutato.
Il bullismo viene affrontato da una prospettiva sociologica, infatti alcune caratteristiche della società postmoderna ne hanno determinato l'espansione.

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Introduzione Ormai il termine bullismo rispetto a dieci anni fa è diventato un vocabolo di uso quotidiano. Tutte le volte che appare un nuovo video su internet, o la cronaca riporta di azioni efferate compiute da minorenni ai danni di loro coetanei, per un attimo l’opinione pubblica si ridesta. Allora sorge spontaneo chiedersi quali siano le ragioni di tanta violenza. Qualcuno si abbandona a ricordi nostalgici, affermando che i giovani non sono più quelli di un tempo. D’altro canto però quegli stessi adulti che si scandalizzano, sottovalutano i primi segnali del problema, assumono posizioni difensive quando sono chiamati in causa. Abbiamo genitori che negano il comportamento negativo dei figli; presidi ed insegnanti pronti ad affermare che in quella scuola il bullismo non esiste, o che si tratti solo di innocui giochi vivaci. Gestori dei siti Internet che non si fanno alcuno scrupolo a rendere pubblico materiale ‹‹spazzatura››, calpestando la dignità delle vittime già abbastanza provate. Le aziende di moda ed i commercianti hanno addirittura fatto del bullismo un marchio: “Bulli e Pupe”. L’opinione pubblica deve prendere coscienza del problema del bullismo ma certo non attraverso la realtà mediatica, che il più delle volte fornisce una percezione distorta del fenomeno, facendo rientrare nella categoria di bullismo episodi che non lo sono. La divulgazione massiccia di notizie riportanti episodi bullistici, non equivale necessariamente ad una presa di coscienza piena e reale riguardo al problema. Si rischia di abituarsi al problema, considerandolo alla fine normale o senza possibilità di intervento. Un altro rischio legato all’esplosione mediatica, è il desiderio di emulazione. Pur di diventare “famosi”, ed apparire in Tv come il proprio compagno, si è disposti a compiere azioni di prepotenza al solo scopo di filmarle e renderle pubbliche. Quindi sarebbe auspicabile controbilanciare l’informazione, riportando anche notizie relative ad iniziative anti-bullismo messe in atto nelle scuole, ponendo l’accento sui risultati positivi ottenuti. Seppure il bullismo si presenti come un fenomeno dilagante, in realtà vi sono all’interno della scuola alunni motivati a collaborare per arginare il fenomeno, alunni disposti a dimostrare comprensione e solidarietà per i compagni in difficoltà. 6

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