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Esistenza e libertà. I diari metafisici di Gabriel Marcel

l’unico vero pensiero a cui si sia rivolta l’attenzione di Marcel è la riflessione sull’essere; riflessione caratterizzata da una profonda libertà di fondo, che ne rende difficile l’analisi. Filosofia della libertà, filosofia itinerante: sono questi i nomi con cui l’apprensione teoretica marceliana potrebbe essere designata; potrebbe, in quanto definire una filosofia “in movimento” è di per se contraddittorio ed effimero. Proprio qui risiede la difficoltà del lettore che si appresti ad affrontare un pensiero, che, per sua natura, non è scritto in maniera sistematica, ma sotto forma diaristica; dell’esistente per l’esistente; dell’uomo per l’uomo.
La filosofia di Gabriel Marcel appare percorsa da tre motivi fondamentali, che si estendono e si sovrappongono nell’arco di tutta la sua riflessione. Essi sono, in primis, la critica di quell’atteggiamento spettacolare proprio della contemporaneità e delle scienze moderne, tendenti a ridurre ogni apporto personale nel conoscere e a relegare oltre i confini della giustificabilità ogni metafisica della persona e della trascendenza.
Il secondo motivo è la ripresa di quel sensismo e psicologismo francese, che insieme giustificano e la critica della contemporaneità e il ricorso all’analisi fenomenologica della conoscenza, incentrata sul sentimento fondamentale corporeo di rosminiana memoria.
Il terzo motivo è, infine, la dottrina tutta marceliana del mistero ontologico. Essa, pur essendo d'impronta nettamente personale, conserva al suo interno rifermenti al pensiero agostiniano, di cui il tema del rapporto tutto interiore e privato con Dio-Assoluto ne è un esempio, e alle dottrine di Pascal.
Questo lavoro consta di tre capitoli, nei quali cercherò di spiegare esaustivamente questi tre motivi fondamentali e le ragioni che hanno spinto Marcel a reagire alla tendenza positivistica dell’epoca, elevando la categoria dell’être in opposizione a quella dell’avoir. Questo per far vedere come il pensiero del francese si presenta, di volta in volta, come polemica antiscientista e antiriduzionistica, in primis, dell’esistente e poi dell’essere negli schemi logici del mondo dell’oggettualità e della tecnica. Così il merito di Marcel risiede proprio in questo: di aver riproposto, cioè, un’analisi metafisica compiuta che liberi il soggetto dalle fredde catene dello scientismo.
La dottrina del mistero ontologico lascia intravedere quella ricerca di Assoluto, da parte dell’esistente, che non può più configurarsi come ricerca razionale, bensì in una metodologia dell’inverificabile, che ha nell’amore, nella fedeltà e nella speranza i suoi costitutivi.
Alla fine di questo percorso capiremo perché il pensiero di Marcel è un pensiero della libertà; di un essere libero per un altro essere libero e come mai si può affermare che esso ha un intento liberatore.

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6     1. Être et Avoir: l’essere in antitesi all’avere 1.1 Critica alle tendenze oggettivanti del pensiero contemporaneo Il carattere tipicamente asistematico della filosofia di Gabriel Marcel nasce, in primis, dalla critica di quell’atteggiamento della contemporaneità, proprio delle scienze, che egli stesso non esita a definire spettacolare. Esso è quell’aporia del razionalismo che, in ultima istanza, proponendosi come sapere “valido per tutti”, «sacrifica la singolarità irripetibile dell’esistente e l’incircoscrivibile trascendenza dell’Essere ad una astratta e vuota universalità di “oggetti” o di “funzioni” gravitanti intorno ad un ugualmente astratto ed iperbolico “Soggetto” che, per essere il soggetto di tutti o di “non importa chi” è in effetti il soggetto “di nessuno» 2 . Esso porta a due conclusioni necessarie: 1. Esclude dai confini della giustificabilità razionale ogni metafisica della persona e della trascendenza. 2. Tende a dissolvere, sminuire, snaturare e avvilire l’esistenza concreta del singolo individuo, un “Ich Denken” personale, in favore di un vuoto e freddo “io penso” in generale. Un pensiero, quello scientifico, che per sua stessa natura è estraneo ad ogni contributo personale e soggettivo, diremmo qui esistenziale: «il pensiero scientifico è estraneo all’esistenza, non tiene conto di me e della mia individualità. Lo scienziato prescinde da ogni apporto personale e mira all’evidenza                                                                                                                           2 P. Prini, Gabriel Marcel e la metodologia dell’inverificabile, Ed. Studium, Roma, 1977, p. 11.

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