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''Per terre nuove uomini nuovi''. La propaganda cinematografica dell'Ente Delta Padano

La presente tesi nasce da un’esperienza di identificazione, riordino e catalogazione di un fondo di pellicole, appartenute ad un ente statale di bonifica e riforma agraria, attivo – con varie denominazioni e compiti diversi – dal 1951 al 1993.
Il periodo preso in esame è il primo decennio di attività di tale organismo, istituito ai sensi della L. 21 ottobre 1950, n. 841, meglio conosciuta come Legge Stralcio. L’Ente per la colonizzazione del Delta Padano operava nelle province di Venezia, Rovigo, Ferrara, Ravenna, con funzioni volte all’espropriazione dei latifondi e ad interventi di trasformazione fondiaria.
Se, a distanza di tempo, i risultati in campo agricolo non possono essere considerati dagli storici del tutto soddisfacenti, sono da ritenersi degne di nota le conquiste in ambito socio-culturale. L’Ente istituì infatti corsi professionali e di istruzione per gli assegnatari, costruì intere borgate dotate di scuole, servizi sanitari e circoli di ritrovo, promosse attività ricreative e assistenziali in tutto il territorio del Delta del Po, zona in cui le condizioni di vita erano critiche.
Colonna portante dell’opera di propaganda che affiancò le varie realizzazioni, fu la diffusione di cortometraggi a passo ridotto: nei primi dieci anni di attività ne vennero prodotti almeno una quindicina, altri furono acquisiti. All’interno del corpus analizzato è stato possibile individuare due macrocategorie: i film realizzati in collaborazione con registi e case di produzione esterni, e quelli prodotti in proprio, con personale e mezzi dell’Ente. Fra i primi – certamente i più riusciti dal punto di vista formale, e in qualche caso persino innovativi – si ritrovano i nomi di Renzo Renzi, Antonio Sturla, Michele Gandin. All’interno della seconda categoria si collocano invece le produzioni che, a nostro avviso, rivestono un maggiore interesse storico: i documentari di propaganda interna, con i quali l’Ente faceva conoscere agli assegnatari i propri scopi e gli obiettivi raggiunti, e quelli con finalità più strettamente didattiche.
La scelta del formato breve appare una costante nella cinematografia istituzionale italiana del secondo dopoguerra: permetteva di usufruire delle agevolazioni previste dalla legge Andreotti del 1949, ma soprattutto di veicolare in modo efficace una determinata immagine della ricostruzione. Il cinema neorealista, i cinegiornali Luce e i newsreels americani erano i modelli stilistici, immediatamente riconoscibili dal grande pubblico. Le copie in 16mm permettevano una diffusione capillare: nei paesi sprovvisti di sale cinematografiche, le proiezioni venivano effettuate con dei furgoni appositamente attrezzati.
Grazie ai documenti cartacei, conservati ora presso l’Archivio storico della Regione Emilia-Romagna, è stato possibile ricostruire l’attività di propaganda svolta dall’Ente Delta Padano e, nello specifico, le vicende produttive e distributive dei singoli film.
In merito al primo aspetto, verbali di riunioni, carteggi dei funzionari e relazioni periodiche dell’Ufficio stampa, hanno permesso di delineare le caratteristiche dell’attività educativa e di documentazione, e di iniziative a latere, come le collaborazioni con cinegiornali e trasmissioni televisive, o l’organizzazione di cineforum. Per quanto riguarda le questioni più strettamente legate al fondo filmico, sono stati analizzati delibere, contratti, bilanci, fatture emesse dai laboratori di sviluppo e stampa, bolle di spedizione delle pellicole, nulla osta alla proiezione.
Nel complesso, nonostante i limiti imposti dalle lacune presenti nella documentazione, riteniamo positivi i risultati ottenuti, sia in termini di verifica delle ipotesi di ricerca iniziali, che di esperienza acquisita nel trattamento delle diverse fonti.

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1. Il fondo ERSA Le operazioni di inventario, riordino, identificazione e catalogazione del fondo ERSA (Ente regionale di sviluppo agricolo della Regione Emilia-Romagna), depositato presso l’Archivio film della Cineteca del Comune di Bologna, hanno avuto luogo tra novembre 2009 e febbraio 2010. Le pellicole provengono dalla fototeca dell’IBC (Istituto per i beni artistici, culturali e naturali) dell’Emilia-Romagna, che a sua volta le aveva ricevute dal Servizio patrimonio e provveditorato della Regione, insieme ad un fondo di materiali fotografici di cui è già stata completata la catalogazione. L’atto di concessione gratuita all’Istituto, datato 23 febbraio 2000, riporta un elenco provvisorio, secondo cui il fondo originario constava di diapositive, negativi, stampe e pellicole. Per la precisione: “n. 81 raccoglitori con foto varie e provini; varie fotografie e provini; n. 95 bobine con filmati vari”.1 Il documento specifica anche che i materiali sono divenuti di proprietà della Regione Emilia-Romagna nel 1993, a seguito della soppressione dell’ERSA. Come si vedrà più avanti, quest’ultimo rappresentava l’evoluzione di un ente di riforma fondiaria attivo dal 1951 al 1976, l’Ente per la colonizzazione del Delta Padano (dal ‘66 Ente Delta Padano-Ente di sviluppo), del quale aveva acquisito il patrimonio archivistico. Da un primo esame, il fondo filmico è risultato composto da centosette scatole, contenenti sia copie positive di cortometraggi che materiali di lavorazione. Quasi tutte le pellicole sono in acetato di cellulosa, di formato 16mm, e non presentano particolari problemi di decadimento chimico-fisico. Nella maggior parte dei casi, sulle scatole sono riportate informazioni utili per confermare o completare i dati rilevati durante la visione delle bobine. È stato così possibile identificare la quasi totalità del materiale, e operare una 1 Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna, Concessione gratuita all’Istituto per i beni artistici, culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna di una raccolta di materiali fotografici e filmici prodotti dall’ex Ente Delta Padano, art. 1, Bologna, 23 febbraio 2000. 1

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