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La salute: uno stile di vita. Dalla medicina alla pedagogia per una visione sistemica

Un approfondimento del progetto pedagogico-educativo, "Progetto Piramide", di Laura Cea: L’approccio bio-psico-sociale di Engel, la visione dei fenomeni col «macroscopio» di De Rosnay, la scienza della complessità con la sua trama della vita: una via d’accesso al «luogo previo», un “luogo” che sta prima di ogni disciplina e posizione e in cui è possibile passare da una disciplina all’altra e da una posizione all’altra.
Da questa posizione è possibile analizzare e comprendere il «fenomeno alcolico» e i fenomeni di dipendenza e fragilità che caratterizzano grandi fasce giovanili della nostra società. Da questa posizione è possibile avere nozione del feed-back necessario ad assicurare l’efficacia dell’azione da parte delle agenzie di controllo del comportamento e delle varie componenti della società, nessuna esclusa. Salute, cultura ed educazione, infatti, sono aspetti interconnessi e interdipendenti dell’unico “luogo” in cui accade l’umanità, un luogo metafisico e virtuale, ma non per questo non anatomico: il «luogo previo». In esso avviene il “passaggio” dalla biologia delle sinapsi alla simbologia, il prodotto culturale che si realizza nella relazione. Questo trascendimento rende l’uomo libero, autonomo ma relazionale. In virtù di questo “luogo” e di questo “passaggio” l’uomo è un essere biologico, relazionale, sociale, etico, spirituale: una unità polidimensionale in cui non è possibile demarcare i confini senza creare situazioni ammalanti. Ciò che ha fatto la nostra cultura occidentale …
Ci sono discipline che aiutano l’uomo a realizzare questo “passaggio” e a vivere nel «luogo previo», apprendendone il linguaggio: il “Didà”, il nuovo balbettio dell’uomo globale. A tale scopo occorre allestire le “Tencrà”, un compito che spetta alla scienza, in primis alla scienza medica.

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PREFAZIONE Dalla pedagogia alla medicina Questa tesi è fondata più sull’esperienza che sulla conoscenza. Ma gli è che, in un certo qual modo, questa tesi parte dal presupposto che “vivere è conoscere” 1 e che, grazie alla rete di peptidi che collegano e integrano le attività mentali, emozionali e biologiche, “non posso più fare una netta distinzione fra il cervello e il corpo” e anche il “sentire nelle viscere” 2 merita la nostra attenzione; così come, d’altra parte, non c’è alcuna distinzione tra “dentro” e “fuori”, tra soggettivo e oggettivo: “il mondo che percepiamo all’esterno e il mondo che percepiamo all’interno convergono” 3 , dato che il mondo, secondo la teoria di Santiago, è generato dai nostri processi cognitivi e con le nostre “scelte” cambiamo e il “dentro” e il “fuori”. Dunque, “il processo della conoscenza è molto più vasto del concetto di pensiero. Ne fanno parte le percezioni, le emozioni e le azioni, cioè l’intero processo della vita” 4 . La conoscenza scientifica ci offre perciò soltanto «una finestra limitata sull’universo»” 5 mentre “la vita dice cose molto importanti sulla Natura” 6 . D’altra parte, “la mente umana pensa per mezzo di idee, non di informazioni. Come mostra Theodore Roszak in The Cult of Information , non è l’informazione a creare le idee, ma sono le idee a creare l’informazione. Le idee sono schemi integranti che non derivano dall’informazione ma dall’esperienza” 7 . Sono approdata alla laurea in medicina dopo un ventennale percorso di tipo pedagogico - educativo come animatrice. Questa scelta, che desta stupore in molti, deriva da una osservazione esperienziale del fenomeno giovanile così come si sta presentando: l’aumento degli atteggiamenti devianti come forma espressiva e scelta di vita. Un esempio per tutti: “L’uso di tabacco e marijuana tra gli adolescenti, e soprattutto nelle scuole, sembra essere epidemico e le conseguenze dannose dell’uso/abuso di tabacco, alcol e altre droghe sono divenute un problema socialmente rilevante” 8 . Di fronte a tali fenomeni, le agenzie di controllo del comportamento (la famiglia, la scuola, la Chiesa, le associazioni, ecc.), avvertono un grande senso di disorientamento, se non di impotenza. L’inutilità dei tradizionali percorsi educativi di animazione, ma soprattutto la consapevolezza di trovarsi di fronte ad una generazione che parla un’altra lingua con potenzialità a noi prima sconosciute (capacità di fare più cose contemporaneamente, visione spontanea dell’insieme con intuizioni immediate delle soluzioni, intelligenza che aumenta in modo esponenziale quando si è in relazione - i politologi parlano infatti di intelligenza connettiva - …), mi hanno spinta negli anni ad 1 Maturana e Varela (1987), p. 174 trad. it., p.148 in F. Capra La rete della vita , Bur, 2001, p. 295 nota 13. 2 Cfr. F. Capra, La rete della vita , Bur, 2008, Una rete psicosomatica pag. 310 e ss. e nota 42: Pert (1992), Pert (1995). 3 Prigogine (1989) in F. Capra op. cit. , Un nuovo dialogo con la Natura, pag. 214, nota 26. 4 F. Capra, op. cit. , Cognizione – Il processo della vita, p. 196. 5 Prigogine (1989) in F. Capra op. cit. , Non equilibrio e non-linearità , p. 204, nota 10. 6 cfr. Prigogine, citato in Paslack (1991) in F. Capra op. cit. , Comparsa del concetto di auto-organizzazione , p. 101, nota 22. 7 F. Capra, op. cit. , Impatto sulla società , nota 39, p. 85. 8 G. Ragni, A. Juraga, A. Lambiasi, Adolescentologia , in Manuel A. Castello, Manuale di pediatria , Piccin, Padova, 2007, p. 891. 4

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Parole chiave

economia
educazione
etica
adolescenza
complessità
umanesimo
creatività
alcolismo
cultura
salute
dualismo
dipendenze
globalità
unità
devianze
umanita
sistemi viventi
trascendimento
scienza della vita
artescienza
luogo previo
didà
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