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Nascita di una madre: rappresentazioni relazionali materne, una ricerca qualitativa

La gravidanza e la maternità sono delle tappe speciali nella vita di una donna: che assumano connotazioni positive o negative, sono processi che portano ad un totale cambiamento, non solo quello palese ossia fisico, ma anche quello interiore, quello che permette di scoprirsi lentamente non più solo donna ma anche madre, quello che consente di riconoscere ed accettare un “altro da Sé” che è sempre vissuto nella mente, che poi scalcia nel ventre e finalmente giunge tra le proprie braccia pronto per essere amato. Vivere queste esperienze, nel bene o nel male, permette alla donna non solo di nascere madre, ma anche di crescere e maturare ancora come donna, ristrutturando la propria identità.
L’obiettivo di questo lavoro, che porta avanti il percorso iniziato due anni e mezzo fa attraverso l'esplorazione dell'attaccamento materno-fetale, è quello di esplorare il vissuto rappresentazionale relazionale della donna durante la gravidanza e la maternità, mettendo in luce gli aspetti che la riguardano personalmente e che le consentono di ampliare lo sguardo dal bambino atteso al neonato, alla possibilità psichica di concepire un bambino e di dargli vita: sinteticamente, di nascere psicologicamente come madre. Tale spostamento comporta la visione della maternità come funzione interna, come momento precedente al concepimento stesso e come capacità di contenimento mentale del bambino, anche solo immaginato. Il percorso della maternità, percorso che verrà seguito nella trama dei capitoli di questo lavoro, nasce con il desiderio, realizzato o meno, di un figlio, prosegue nel mondo rappresentazionale materno durante la gravidanza e dopo il parto trasformando i vissuti psichici in agiti relazionali, si attenua e svanisce quando si arriva alla separazione tra madre e figlio, quella “separazione psichica” che spesso avviene al compimento del primo anno di vita del bambino.
La lettura di questo processo seguirà il filone psicoanalitico, dalle origini alle concezioni più moderne, per focalizzarsi infine su di una ricerca qualitativa longitudinale condotta su alcune neo-madri, intervistate in gravidanza e ad un anno circa dalla nascita del bambino, che consente l'analisi del vissuto rappresentazionale materno dalla gravidanza alla maternità, esaminandone l’evoluzione attraverso le narrazioni prodotte dalle donne durante la gravidanza e dopo un anno circa dalla nascita del figlio, ed il ruolo di alcune variabili sulla rappresentazione in maternità di sé come madre e del proprio bambino.
L’analisi interpretativa finale è stata condotta con un software di analisi statistica dei testi narrati, T-Lab, ed un modello di interpretazione fondato sull’analisi emozionale del testo (AET) di Carli e Paniccia [2002].

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4 Introduzione. La gravidanza e la maternità sono delle tappe speciali nella vita di una donna: che assumano connotazioni positive o negative, sono processi che portano ad un totale cambiamento, non solo quello palese ossia fisico, ma anche quello interiore, quello che permette di scoprirsi lentamente non più solo donna ma anche madre, quello che consente di riconoscere ed accettare un “altro da Sé” che è sempre vissuto nella mente, che poi scalcia nel ventre e finalmente giunge tra le proprie braccia pronto per essere amato. Vivere queste esperienze, nel bene o nel male, permette alla donna non solo di nascere madre, ma anche di crescere e maturare ancora come donna, ristrutturando la propria identità. L’obiettivo di questo lavoro è quello di esplorare il vissuto rappresentazionale relazionale della donna durante la gravidanza e la maternità, mettendo in luce gli aspetti che la riguardano personalmente e che le consentono di ampliare lo sguardo dal bambino atteso al neonato, alla possibilità psichica di concepire un bambino e di dargli vita: sinteticamente, di nascere psicologicamente come madre. Tale spostamento comporta la visione della maternità come funzione interna, come momento precedente al concepimento stesso e come capacità di contenimento mentale del bambino, anche solo immaginato. Il percorso della maternità, percorso che verrà seguito nella trama dei capitoli di questo lavoro, nasce con il desiderio, realizzato o meno, di un figlio, prosegue nel mondo rappresentazionale materno durante la gravidanza e dopo il parto trasformando i vissuti psichici in agiti relazionali, si attenua e svanisce quando si arriva alla separazione tra madre e figlio, quella “separazione psichica” che spesso avviene al compimento del primo anno di vita del bambino. La lettura di questo processo seguirà il filone psicoanalitico, dalle origini alle concezioni più moderne, per focalizzarsi infine su di una ricerca qualitativa longitudinale condotta su alcune neo-madri, intervistate in gravidanza e ad un anno circa dalla nascita del bambino, che consente l’analisi evolutiva delle rappresentazioni relazionali della donna durante la gravidanza e dopo la nascita del figlio. Il lavoro si presenta strutturato in due parti principali (la prima formata da tre capitoli e la seconda da uno) e in due appendici. Nel primo capitolo viene analizzata la psicologia della gravidanza e della maternità nell’ottica psicoanalitica, seguendo un percorso cronologico di nascita psicologica della donna come madre: dalle origini del desiderio di maternità, alla formazione del bambino nella

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