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La costruzione e la decostruzione del genere: alcune riletture freudiane in chiave femminista e queer

Il dibattito sul rapporto sesso/genere è un dibattito importante che sta alla base della dicotomia natura/cultura. Diverse filosofe femministe, hanno analizzato tale questione cercando di esaminare la prospettiva freudiana in chiave critica e femminista mettendo in luce alcune contraddizioni principali. Secondo Batini, il genere è una delle quattro componenti dell’identità sessuale di ogni soggetto e non va confuso con il sesso biologico. Trattando del genere, Judith Butler confuta il punto di vista freudiano affermando che l’obiettivo dell’analista era soltanto quello di utilizzare il sapere psicoanalitico come strumento politico per perpetuare un paradigma eterosessuale ed eteronormativo. Il genere è per la filosofa un costrutto culturale in continuo divenire e non è mai fisso. Esso può essere costruito o decostruito. Simone de Beauvoir, nella sua opera più famosa «Il secondo sesso», riesce a liberare la figura della donna tradizionale da pregiudizi patriarcali che la vedono relegata al focolare domestico e utile soltanto alla procreazione o alla perpetuazione della specie. La donna, da sempre etichettata come secondo “sesso”, diventa per Beauvoir un soggetto che merita la stessa dignità e gli stessi diritti dell’uomo. Facendo riferimento, invece, alle nuove dinamiche familiari Butler sostiene che la psicoanalisi rischierebbe di dimenticare tutte quelle realtà queer che si discostano dal concetto di famiglia tradizionale. I rapporti di parentela eccedono il mero vincolo genetico o il semplice legame di sangue. L’omogenitorialità o la genitorialità sociale sono, infatti, esempi di famiglia che incarnano il concetto di unione familiare come formazione sociale. Ciò che permetterebbe la crescita ottimale dei figli non sarebbe, dunque, il genere del genitore, il suo orientamento sessuale o il suo sesso ma la qualità delle relazioni all’interno della famiglia.

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5 Introduzione Nella mia tesi vorrei esaminare diverse letture femministe di Freud facendo riferimento in particolar modo a Judith Butler e Simone de Beauvoir. Vorrei incentrare la mia trattazione su temi riguardanti l’orientamento sessuale e il rapporto sesso/genere che stanno alla base di diversi dibattiti filosofici affrontati nel corso della storia e che si ricollegano alla dicotomia natura/cultura che fa riferimento alla contrapposizione tra la cieca necessità e il meccanismo (determinismo) e il ruolo della libera scelta e della costruzione (costruttivismo). In «Comprendere la differenza: verso una pedagogia dell’identità sessuale», Batini afferma che l’identità sessuale di ciascun soggetto è costituita da quattro componenti: sesso, identità di genere, ruoli di genere e orientamento sessuale. Mi è sembrato interessante notare come queste componenti si intreccino a volte, ma allo stesso tempo si distanzino tra loro. Mantenendo saldo il filo conduttore della costruttività del genere fornito dal pensiero di Butler vorrei mettere in luce alcune contraddizioni freudiane inerenti al tema dell’identità sessuale. Vorrei articolare la mia trattazione in tre capitoli che poi a loro volta suddividerò in paragrafi. In un primo capitolo, dopo aver chiarito l’importanza della dicotomia natura/cultura e aver trattato le componenti dell’identità sessuale, introducendo dapprima la nozione tradizionale di genere, sarei portata a sostenere la prospettiva di Judith Butler che in numerosi testi ma soprattutto in «Fare e disfare il genere» confuta Freud affermando che il suo punto di vista psicoanalitico era soltanto uno strumento politico per perpetuare un paradigma eterosessuale ed eteronormativo. Butler, infatti, sostiene che bisogna sganciare il complesso di Edipo dalla tesi dell'eterosessualità primaria. Vorrei, quindi, incentrare la mia tesi sul punto di vista di Judith Butler che va oltre il binarismo di genere e la prospettiva eterosessista che afferma che l'eterosessualità sia l'unico orientamento naturale. Ella, infatti, critica Freud nel momento in cui egli afferma che la lesbica deriverebbe il suo comportamento da un complesso non esplicato bene o non superato totalmente e da un modello maschile percepito come norma. L’obiettivo principale è quello di criticare gli assunti psicoanalitici del processo edipico e della complementarietà dei generi maschile e femminile che condannano ogni forma di unione non eterosessuale. Anche in «Questione di genere: il femminismo e la sovversione dell’identità», Judith Butler afferma che non è necessario possedere un organo maschile o femminile per performare la mascolinità o la femminilità poiché se il sesso biologico è qualcosa di innato che non possiamo scegliere, il genere, invece, è una costruzione che deriva da una libera scelta e non sempre coincide con il proprio sesso biologico poichè il genere svincolato dal sesso si

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Parole chiave

donna
femminismo
queer
sesso/genere
butler
beauvoir

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