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La terza nazione del mondo. Un viaggio antropologico tra significazioni, istituzionalizzazioni e negoziazioni della difformità

Ispirata dalla monografia "Il silenzio del corpo" dell'antropologo Robert Murphy, questa tesi costituisce il tentativo di restituire una piccola quanto modesta sintesi di una condizione che da secoli è oggetto di discriminazioni e dunque disuguaglianze marcate e spesso crudeli, perché colpiscono chi a volte non ha l'altezza o la voce per rivendicare i propri diritti, racconta Murphy come ancora negli anni ottanta in America nella columbia university era pressocchè interdetto l'accesso a chi fosse disabile, un'interdizione che ha evocato in lui, recuperando il pensiero di van Gennep, un senso di liminalità dato da una condizione indefinita, come scrivono anche Victor Turner (il non più classificato e il non ancora classificato) e Mary Douglas che si è occupata non a caso di antropologia sociale e simbolica. La difformità è quel fallimento morfologico che viene ricondotto a ciò che è impuro poiché manca di determinatezza, di chiarezza, ciò che spinge i genitori ad ammonire e portare via i figli che osservano il "perturbante" che attrae e sconvolge come le proiezioni oniriche distopiche.

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7 INTRODUZIONE Gli studi di carattere antropologico, soprattutto nel corso degli ultimi anni, hanno fatto dell’emarginazione l’assunto principale, il paradigma su cui strutturare ricerche sul campo ed una produzione letteraria sempre più vasta. La stessa ricerca afferente a questa tesi “s’incarna”, predicato ideale trattando di corpi, nella marginalità o almeno in una delle condizioni di marginalità più evidenti, un amaro paradosso per l’invisibilità sociale che essa produce, ovvero quella generata dalla disabilità, sia essa fisica o intellettiva. Questa tesi costituisce il tentativo di realizzare una ricerca antropologica che si muova sia su una prospettiva sincronica che diacronica, bisogna infatti tener presente che il concetto di disabilità è nato con i sapiens, e non perché gli animali siano esenti da tale status, semplicemente poiché essi non ne hanno contezza; il riferimento va evidentemente agli aspetti culturali e sociali di questa condizione umana. Saranno infatti i sapiens, nel corso della propria evoluzione, che attribuiranno alla disabilità una cornice fondamentalmente negativa, fino a produrre una tassonomia della diversità con l’intento di collocarla in uno spazio ai margini della società, di confinarla in un modo o nell’altro in un altrove asettico, in luoghi ove non potesse perturbare, ove non potesse contaminare l’aspirazione alla “perfezione”, consegnata infine ad una irreversibile «liminalità» 1 : Al fondo della scala stanno le persone con il viso deturpato o con il corpo gravemente deforme, quelle sulla sedia a rotelle stanno da qualche parte nel mezzo. Il criterio principale per il posizionamento sembra essere il grado di distanziamento dalla forma umana tipica [R.F. Murphy, Il silenzio del corpo, Ed. Erikson, Trento 2022, p.153] Anche negli ultimi decenni, nonostante gli sforzi prodotti da associazioni di categoria, nonché dalle sempre più diffuse biografie di modelli esemplari, si è assistito ad un colpevole ritardo sia delle politiche sociali che di una produzione scientifica troppo spesso limitata agli addetti ai lavori, con evidenti ricadute negative in ambito sociale e culturale. Fa riflettere il fatto che i primi studi sulla disabilità, i Disability Studies 2 , apparvero nel côté delle scienze sociali solo negli anni Ottanta e principalmente nel mondo anglosassone, e che solo dieci anni dopo fu attivato il primo programma di studi sulla disabilità in un’università, per giunta privata e con pochi corsi e scarsi programmi. Inoltre, solo nel 1997 fu pubblicata una delle prime raccolte di articoli accademici relativi agli studi ________________________________ 1 Concetto introdotto dall’antropologo Arnold Van Gennep nel 1909 con “I riti di passaggio” 2 Nel 1986, la sezione per lo studio delle malattie croniche, dell'invalidità e della disabilità della Social Science Association, Stati Uniti, è stata ribattezzata Society for Disability Studies

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Parole chiave

disabilità
inclusione
esclusione
stigma
riabilitazione motoria
liminalità
protesizzazione
difformità
transumanesimo

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