La condanna dell'usura in alcune prediche di S. Bernardino da Siena, di S. Giacomo della Marca e del beato Bernardino da Feltre
La denuncia della piaga usuraria rilevata dai sermoni dei tre predicatori francescani dell'Osservanza che ho analizzato, lascia intravedere uno sfondo umano che dovette essere particolarmente sensibile ai fenomeni feneratizi del secolo quindicesimo: la comunità cristiana del tempo considerava infatti l'usura tanto come "peccato" contro il cielo, quanto come "crimine" verso i propri fratelli terreni, in un'epoca dove gli aspetti sociali ed economici non potevano essere separati, se non arbitrariamente, dal contesto etico e morale.
La piaga usuraria si era infatti consolidata sempre di più verso la fine del XIII secolo, divenendo poi tipica durante i secoli successivi, parallelamente alla definitiva affermazione dell'economia monetaria.
Nella tradizione cristiana la problematica dell'usura era in effetti sempre stata presente, ereditata tanto dalla cultura ebraica quanto da quella classica, assorbita e quindi rielaborata dai dottori della Chiesa cattolica. Essa fu inoltre proibita già nei canoni dei primi concili di Elvira (300), Nicea (325) e Clichy (626), e poi affrontata soprattutto da quasi tutti i grandi concili ecumenici del Medioevo che vanno dal 1123 al 1311-1312.
Dai sermoni dei tre predicatori da me presi in esame per il presente lavoro di tesi (san Bernardino da Siena, san Giacomo della Marca, ed il beato Bernardino da Feltre) trapela in effetti una coscienza antica e comune, ma anche tipicamente "popolare" nei confronti della piaga feneratizia. In particolare, e significativamente, quest'ultimo aspetto si poteva manifestare più chiaramente quando nei discorsi dei predicatori si voleva soprattutto difendere i poveri dall'attività illecita dell'usuraio.
In realtà questa attenzione non era rivolta solo ai "veri" poveri, quelli che avevano già diritto all'elemosina e al sostentamento diretto da parte del prossimo facoltoso (costoro, essendo poveri, avevano ben poco da portare in pegno agli usurai); ma era rivolta anche all'indigente potenziale, agli artigiani, ai contadini, ai piccoli professionisti che per impellenti difficoltà economiche potevano trovarsi nel baratro dell'indebitamento perdendo i loro beni, e soprattutto gli stessi strumenti con i quali essi lavoravano, trovandosi così costretti ad "abbandonare l'esercizio del mestiere o della professione" .
Si intuisce perciò come il frutto usuraio potesse essere ritenuto spesso sic et sempliciter il guadagno che si era potuto estorcere, approfittando dello stato di bisogno, di precarietà del prossimo. Così, per esempio, durante un periodo di carestia, usuraio era anche chi non esitava a vendere i beni di prima necessità a prezzi esorbitanti, magari dopo aver tenuto la merce nascosta dolosamente, nell'attesa fiduciosa del rincaro dei prezzi; proprio come nell'accusa di san Giacomo: "Et dum fuit in maiori pretio ipse vendidit centum" .
Sono questi i presupposti dai quali intendo partire per mostrare, attraverso l'analisi dei sermoni trattati in questa sede, come sia stata avvertita la problematica dell'usura nel XV secolo, e come gli usurai stessi siano stati condannati; ma come altre volte essi furono "non solo tollerati, ma riconosciuti ufficialmente" dai Comuni italiani del tempo, dove i tre predicatori svolsero il loro apostolato
contro i creditori di mestiere.
Fu questo un periodo nel quale il progresso dell'economia monetaria aveva ormai fatto deflagrare drammaticamente il problema del credito ad interesse, portando sulla scena una figura nuova (lo specialista in tale attività), colui che traeva il suo sostentamento, la sua ricchezza, proprio dall'usura, approfittando dello stato di indigenza e a volte della vanagloria altrui.
Sarebbe però apparso successivamente anche il suo antagonista istituzionale, che fu il Monte di Pietà, propagandato con successo nelle piazze delle città medievali dagli stessi frati francescani, che individuarono in esso la soluzione che poteva coronare concretamente la loro denuncia verbale dell'usura e dell'usuraio, contrapponendo nei fatti la "concezione cristiana della solidarietà con chi è in stato di necessità" a quella del profitto usurario.
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
CONSULTA INTEGRALMENTE QUESTA TESI
La consultazione è esclusivamente in formato digitale .PDF
Acquista
L'unico servizio antiplagio competitivo nel prezzo che garantisce l'aiuto della nostra redazione nel controllo dei risultati.
Analisi sicura e anonima al 100%!
Ottieni un Certificato Antiplagio dopo la valutazione.
Informazioni tesi
Autore: | Mario Bellomo |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1996-97 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Silvana Di Mattia Spirito |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 240 |
Forse potrebbe interessarti la tesi:
La teoria dell'interesse tra etica ed economia: spunti dal pensiero medioevale
FAQ
Come consultare una tesi
Il pagamento può essere effettuato tramite carta di credito/carta prepagata, PayPal, bonifico bancario.
Confermato il pagamento si potrà consultare i file esclusivamente in formato .PDF accedendo alla propria Home Personale. Si potrà quindi procedere a salvare o stampare il file.
Maggiori informazioni
Perché consultare una tesi?
- perché affronta un singolo argomento in modo sintetico e specifico come altri testi non fanno;
- perché è un lavoro originale che si basa su una ricerca bibliografica accurata;
- perché, a differenza di altri materiali che puoi reperire online, una tesi di laurea è stata verificata da un docente universitario e dalla commissione in sede d'esame. La nostra redazione inoltre controlla prima della pubblicazione la completezza dei materiali e, dal 2009, anche l'originalità della tesi attraverso il software antiplagio Compilatio.net.
Clausole di consultazione
- L'utilizzo della consultazione integrale della tesi da parte dell'Utente che ne acquista il diritto è da considerarsi esclusivamente privato.
- Nel caso in cui l’utente che consulta la tesi volesse citarne alcune parti, dovrà inserire correttamente la fonte, come si cita un qualsiasi altro testo di riferimento bibliografico.
- L'Utente è l'unico ed esclusivo responsabile del materiale di cui acquista il diritto alla consultazione. Si impegna a non divulgare a mezzo stampa, editoria in genere, televisione, radio, Internet e/o qualsiasi altro mezzo divulgativo esistente o che venisse inventato, il contenuto della tesi che consulta o stralci della medesima. Verrà perseguito legalmente nel caso di riproduzione totale e/o parziale su qualsiasi mezzo e/o su qualsiasi supporto, nel caso di divulgazione nonché nel caso di ricavo economico derivante dallo sfruttamento del diritto acquisito.
Vuoi tradurre questa tesi?
Per raggiungerlo, è fondamentale superare la barriera rappresentata dalla lingua. Ecco perché cerchiamo persone disponibili ad effettuare la traduzione delle tesi pubblicate nel nostro sito.
Per tradurre questa tesi clicca qui »
Scopri come funziona »
DUBBI? Contattaci
Contatta la redazione a
[email protected]
Parole chiave
Tesi correlate
Non hai trovato quello che cercavi?
Abbiamo più di 45.000 Tesi di Laurea: cerca nel nostro database
Oppure consulta la sezione dedicata ad appunti universitari selezionati e pubblicati dalla nostra redazione
Ottimizza la tua ricerca:
- individua con precisione le parole chiave specifiche della tua ricerca
- elimina i termini non significativi (aggettivi, articoli, avverbi...)
- se non hai risultati amplia la ricerca con termini via via più generici (ad esempio da "anziano oncologico" a "paziente oncologico")
- utilizza la ricerca avanzata
- utilizza gli operatori booleani (and, or, "")
Idee per la tesi?
Scopri le migliori tesi scelte da noi sugli argomenti recenti
Come si scrive una tesi di laurea?
A quale cattedra chiedere la tesi? Quale sarà il docente più disponibile? Quale l'argomento più interessante per me? ...e quale quello più interessante per il mondo del lavoro?
Scarica gratuitamente la nostra guida "Come si scrive una tesi di laurea" e iscriviti alla newsletter per ricevere consigli e materiale utile.
La tesi l'ho già scritta,
ora cosa ne faccio?
La tua tesi ti ha aiutato ad ottenere quel sudato titolo di studio, ma può darti molto di più: ti differenzia dai tuoi colleghi universitari, mostra i tuoi interessi ed è un lavoro di ricerca unico, che può essere utile anche ad altri.
Il nostro consiglio è di non sprecare tutto questo lavoro:
È ora di pubblicare la tesi