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Dinamiche di genere e di identità nazionale tra le pagine de ''L'Illustrazione Italiana'' 1896-1900

Questo lavoro è il risultato di un percorso di ricerca tra le pagine de “L’Illustrazione Italiana”. «Rivista settimanale degli scritti e personaggi contemporanei, sopra la storia del giorno, la vita pubblica e sociale, le scienze, le belle arti, la geografia e i viaggi, i teatri, la musica, le mode», recita l’ambizioso sottotitolo del periodico illustrato, nato nei primi anni’ 70 dell’800 in casa Treves e dato alle stampe fino agli anni ’60 del '900. La nostra ricerca si concentra su un arco temporale delimitato (l’ultimo lustro del XIX secolo) e breve rispetto alla vita de “L’Illustrazione”, ma denso di tracce importanti, capaci di rivelare presenze e significative assenze, lasciate dai passaggi femminili negli spazi della cultura, della società, dell’attività artistica, della politica, della storia. Le dinamiche di genere si fondono e s’intrecciano con quelle di identità nazionale, come è inevitabile in un’Italia immersa nella sua opera di edificazione della nazione. Un tratto cronologico breve, che, al pari di ogni “frammento di storia”, è parte integrante di un “lungo periodo”; un momento di transito che, come le voci de “L’Illustrazione” sentono, è tempo di crisi: un fine-de-siècle denso di fermenti, di rapidi mutamenti (evidenti alcuni, quasi impercettibili nel breve periodo altri), di movimenti reali e ideali, gravidi di sviluppi per le dinamiche di genere e per il raggiungimento, da parte dell’emancipazionismo italiano, di importanti traguardi sulla strada non della parità, ma del pari diritto alla partecipazione attiva alla cittadinanza. Il progetto editoriale di Emilio Treves si pone sulla scia dei giornali illustrati, nei quali l’attenzione alle illustrazioni nulla toglie alla cura e alla qualità dei contenuti; le due componenti, al contrario, si armonizzano e si fondono creando un connubio immagine-parola che giova al successo delle pubblicazioni. Il periodo di cui ci occupiamo è ricco di pubblicazioni rivolte al pubblico femminile e di riviste curate e dirette da donne. Ma la scelta di orientare la ricerca sulle dinamiche di genere verso una fonte che sia rivolta alla società intera, che si sostanzi anche di interventi del maschile, che sia costruita e curata da una fetta non progressista della cultura italiana di fine '800 è intenzionale e sottesa da ben determinate motivazioni. La storia dell’identità di genere non è semplicemente storia delle donne, dell’emancipazionismo, del femminismo; è storia delle dinamiche di genere, che mira a ricostruire il naturale incontrarsi, scontrarsi, fondersi, confrontarsi del maschile e del femminile nella storia. Preziose per noi sono le tracce materiali del passaggio di scrittrici, attrici, saggiste, educatrici, conferenziere, poetesse improvvisatrici, filantrope, emancipazioniste, drammaturghe, rivoluzionarie, ma anche tutte quelle fonti che parlano di esse, rimandando ai lettori coevi e a noi un ventaglio di immagini, che rivelano ciò che una fetta dell’élite culturale del tempo pensa di esse, come questa porzione di società reagisce al loro apparire e alla loro graduale conquista di spazi pubblici, quali, infine, sono gli ostacoli ad esse posti sulla strada della partecipazione agli ingranaggi della società, agendo sulla pubblica opinione. “L’Illustrazione” si avvale della collaborazione di nomi di rilievo del panorama culturale e politico del tempo. De Amicis e Verga, ad esempio, intervengono con frequenza tra le pagine del periodico, tanto da comparire nella lista dei collaboratori principali. Accanto ad essi, il Barbiera, il Castelnuovo, il Ferrero; e ancora Scipio Sighele, Domenico Giurati e Ferdinando Martini. Uomini di formazione e orientamenti politici e culturali molto vari ma tutti uniti, attorno alla rivista, nell’impegno di edificazione della patria, attraverso un progetto di educazione della pubblica opinione ispirato ai valori del liberalismo borghese, che poche aperture mostra nei confronti delle istanze sociali e culturali più progressiste. Orientamento conservatore confermato dai personaggi femminili gravitanti attorno a “L’Illustrazione”: Cordelia e Matilde Serao, ad esempio, donne che offrono il loro contributo alla diffusione di modelli e valori graditi alla cultura ufficiale dell’Italia del tempo. Una ricostruzione esauriente delle dinamiche di genere non sarebbe efficace con il solo supporto della nostra fonte-periodico, che, se pur ricca di notizie, personaggi, articoli di opinionisti che commentano i fatti, necrologi, pubblicità e rubriche che talvolta ci parlano di donne, nega al femminile alcuni spazi e in altri ne accoglie l’immagine, ritagliandone o sfumandone i contorni che minacciano, che mettono in discussione un modello femminile fatto proprio e divulgato dalla cultura dominante. Dunque, necessario è l’ausilio di fonti integrative, per colmare le lacune che la nostra rivista crea più o meno intenzionalmente, fonti cruciali nel fare luce sul soggetto nascosto che è principale obiettivo della nostra ricerca: il femminile.

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ABSTRACT Il lavoro presentato in questa sede è il risultato di un percorso di ricerca che si articola tra le pagine de “L’Illustrazione Italiana”. Esso è parte di un più ampio progetto di catalogazione e di riflessione, coordinato dalla Professoressa Laura Guidi, su questo particolare genere di fonte ― i periodici dell‘800 e del ‘900 ― e si concentra su di un arco temporale delimitato — l’ultimo lustro del XIX secolo — e breve rispetto alla lunga vita de “L’Illustrazione”, ma denso di tracce importanti — capaci di rivelare presenze, ma anche significative assenze — lasciate dai passaggi femminili negli spazi della cultura, della società, dell’attività artistica, della politica, della storia. Le dinamiche di genere si fondono e s’intrecciano con quelle di identità nazionale, come è inevitabile in un’Italia che è ancora tutta immersa nella sua opera di edificazione della nazione. Un tratto cronologico breve, dunque, che, al pari di ogni altro “frammento di storia”, è parte integrante di un “lungo periodo”; un momento di transito che, come le voci de “L’Illustrazione” mostrano di sentire, è tempo di crisi: un fine-de-siècle denso di fermenti, di rapidi mutamenti, di movimenti reali ed ideali, gravidi di sviluppi per le dinamiche di genere e per il raggiungimento, da parte dell’emancipazionismo italiano, di importanti traguardi sulla strada non della parità, ma del pari diritto alla partecipazione attiva alla cittadinanza. La nostra fonte di ricerca è un progetto editoriale che si pone sulla scia dei giornali illustrati, che hanno il loro primo antenato italiano nel “Mondo Illustrato” di Giuseppe Pomba (1847), che a sua volta si rivolge al modello inglese, fondato dal “Penny Magazine”, negli anni ’30 dell’800. L’attenzione alle illustrazioni nulla toglie alla cura e alla qualità dei contenuti della rivista; le due componenti, al contrario, si armonizzano e si fondono creando un connubio immagine-parola che giova senz’altro al successo della pubblicazione. Emilio Treves condivide la direzione della rivista con Eduardo Ximenes, cui è affidato il coordinamento degli “inviati illustratori”. Il periodo di cui ci occupiamo è ricco di pubblicazioni rivolte al solo pubblico femminile e di riviste curate e dirette da donne. Ma la scelta di orientare un progetto di ricerca sulle dinamiche di genere verso una fonte che sia rivolta alla società intera, che si sostanzi di interventi del maschile e non solo del femminile, che sia costruita e curata da una fetta non troppo progressista della cultura italiana di fine Ottocento è intenzionale e sottesa da ben determinate motivazioni. La storia dell’identità di genere non è semplicemente storia delle donne, dell’emancipazionismo, del femminismo; è storia delle dinamiche di genere, che mira a ricostruire il naturale incontrarsi, scontrarsi, fondersi, intrecciarsi, confrontarsi del maschile e del femminile nel divenire

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Parole chiave

crisi di fine secolo
diritti alla cittadinanza
donne
emancipazionismo
femminismo
filantropia
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identità di genere
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letteratura
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