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La responsabilità penale delle persone giuridiche nel Nuovo Codice penale francese

PERCHÉ L’INTRODUZIONE DELLA RESPONSABILITÀ PENALE DELLE PERSONE GIURIDICHE ?

Qualche argomento fu sviluppato solo a favore della introduzione del principio. Si sostenne che il principio di responsabilità penale delle giuridiche doveva essere introdotto anche solo per ovviare alla iniquità e all’assurdità della sua inesistenza in uno Stato dalla grande tradizione giuridica come la Francia.

Nei rapporti della Commissione dei lavori parlamentari, si legge anche il riferimento agli esempi provenienti da Paesi come la Gran-Bretagna, gli Stati Uniti d’America e il Canada e il riferimento al “senso della storia”, dal momento che in questa direzione si stava comunque andando, poichè le persone giuridiche potevano già essere condannate dal Consiglio della Concorrenza e dal Consiglio Superiore dell’Audiovisione a pene definite “para-penali”.

Si tratta, poi, di considerare anche il dato di una realtà criminologica in cui si registra che proprio le persone giuridiche hanno i mezzi economici che consentono loro di porre in essere le infrazioni più gravi e con maggiori ripercussioni sulla collettività. Si pensi ai reati ambientali, ai danni all’ordine economico o alla sanità pubblica.

In questo senso si è espressa anche la Camera dei Deputati, come si può leggere nell’esposto dei motivi della legge di riforma del Code pènal: “l’immunità attuale delle persone giuridiche è tanto più scioccante quanto la considerazione del fatto che esse sono il più delle volte, per l’impiego dei mezzi di cui dispongono, all’origine di danni gravi alla salute pubblica, all’ambiente, all’ordine economico o alla legislazione sociale. La decisione che è all’origine dell’infrazione è presa dagli stessi organi sociali. (…) Conviene, dunque, l’introduzione, in questi casi specifici, e con la previsione di pene pecuniarie e privative di diritti appropriati, della responsabilità penale delle persone morali.”

Il legislatore è stato guidato anche dall’esigenza di riaffermare il principio di uguaglianza.

Il secondo obiettivo perseguito con la riforma era, infatti, quello di circoscrivere in limiti che fossero più equi la responsabilità personale dei dirigenti sociali, allo scopo di assicurare il pieno rispetto del principio secondo cui “ognuno risponde esclusivamente per il fatto proprio”.

Su questo punto, l’esposto dei motivi della legge di riforma è assolutamente chiaro. Vi si sostiene, infatti, che “l’istituzione della responsabilità penale delle persone giuridiche permetterà di far scomparire la presunzione di responsabilità penale che pesa, a tutt’oggi, sui dirigenti quanto alla commissione di infrazioni di cui essi possono finanche arrivare ad ignorare l’esistenza”.

Le persone giuridiche di diritto pubblico.

La responsabilità penale delle persone giuridiche di diritto pubblico non era stata considerata dal Governo, nella proposta di legge di riforma del codice penale, seguendo il parere del Consiglio di Stato.

Nemmeno la dottrina vi si era mai veramente interessata.

Essa fu introdotta su iniziativa dei deputati della Camera che stimarono che il principio di uguaglianza imponesse di non creare uno status giuridico particolare in favore delle personnes morales de droit public.

L’uguaglianza, però, non fu perfetta. I parlamentari dimostrarono comunque una certa sensibilità ad argomentazioni forti sostenute in opposizione alla estensione del principio alle persone di diritto pubblico.

Con la riforma, infatti il giudice penale poteva giudicare dell’attività della Pubblica Amministrazione.
L’Assemblea Nazionale stessa affermò, nel corso dei lavori parlamentari, che “le persone giuridiche di diritto pubblico sono depositarie di una parte della potestà pubblica e a tale titolo esse dispongono di prerogative che vi si accompagnano. Esse non potrebbero essere sottoposte ad un controllo della giurisdizione penale senza che ciò comportasse una lesione grave al principio di separazione dei poteri pubblici”.

L’art. 121-2 del nouveau Code pènal

La responsabilità penale delle persone giuridiche è posta dall’art. 121-2 del nouveau Code pènal, in questi termini:
“le persone giuridiche, ad esclusione dello Stato, sono penalmente responsabili, nei casi previsti dalla legge o dal regolamento, per le infrazioni commesse per il loro conto, dai loro organi o rappresentanti.
Le collettività territoriali non sono responsabili penalmente che per le infrazioni commesse nell’esercizio di attività suscettibili di essere oggetto di una delega di servizio pubblico.

La responsabilità delle persone giuridiche non esclude quella delle persone fisiche, autrici o complici, degli stessi fatti.”

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Introduzione CENNI STORICI Delle innovazioni introdotte nel diritto penale francese con il nouveau Code pénal, entrato in vigore il 1° marzo 1994, l’istituzione della responsabilità penale delle persone giuridiche è senz’altro la più importante. Durante l’Ancien Régime, la responsabilità penale dei raggruppamenti e particolarmente dei comuni, dei borghi e dei villaggi era ammessa in base ad una ordinanza del 1670, la quale prevedeva l’applicazione di pene quali l’ammenda e la confisca ed anche, in caso di città, di sanzioni, come rappresaglia, quali la demolizione delle mura o delle cinte. Con la Rivoluzione francese fu soppressa questa forma di responsabilità contestualmente alla abolizione delle corporazioni. I rivoluzionari presero, infatti, la decisione di sopprimere le corporazioni e, dunque, a fortori, si rifiutarono di riconoscere loro una capacità penale. Fino all’entrata in vigore della riforma del codice penale, le persone giuridiche non potevano incorrere che in una responsabilità civile e, in alcuni casi, disciplinare o amministrativa. Esse non potevano essere dichiarate penalmente responsabili. I temperamenti apportati dal legislatore e dalla giurisprudenza al principio della irresponsabilità penale delle personnes morales erano limitati, anche se in alcuni momenti furono più consistenti. Per quanto attiene ai temperamenti di origine legislativa, possiamo ricordare le ordinanze del 5 maggio, 30 maggio e 30 giugno 1945, in materia di imprese di stampa colpevoli di collaborazione con il nemico e in materia economica e di regolamentazione dei cambi. Le prime avevano per destinatarie tutte le società, le associazioni e i sindacati, di diritto o di fatto, di stampa, editoria, d’informazione e di pubblicità che attraverso i loro organi o le loro amministrazioni, in tempo di guerra, avevano infranto la legge penale.

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