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Crisi dei mercati e strategie delle politiche monetarie

La crisi economica mondiale verificatasi tra il 2007 e il 2013, anche conosciuta come la "Grande Recessione", fu innescata dallo scoppio della bolla immobiliare e dalla conseguente crisi dei mutui subprime negli USA e rappresenta un momento fondamentale della storia contemporanea poiché ha avuto pesanti implicazioni che continuano, ancora oggi, a influenzare il mondo e i mercati.

La successiva crisi pandemica, iniziata alla fine del 2019, ha inflitto un ulteriore duro colpo al sistema economico, politico, sanitario e sociale della maggior parte delle economie globali, provocando disastrosi effetti macroeconomici. Quest'ultimi, sono stati ulteriormente aggravati dalla invasione Russa in Ucraina del 24 febbraio 2022 che ha generato importanti ripercussioni sui mercati dell'energia e dei prodotti alimentari, oltre alle evidenti criticità di ordine militare, geopolitico e umanitario.

Al fine di meglio comprendere le cause e le politiche monetarie adottate per fronteggiare questa recessione, si deve necessariamente passare per un lungo percorso che parte dal secolo scorso e che vede negli anni '30, '70 e, infine, '80, una serie di momenti importantissimi per le economie mondiali e per la nascita di alcuni fra quei soggetti, come la BCE, che sono stati i protagonisti di volta in volta, con le loro diverse modalità di intervento, del rilancio delle economie.

Conoscere gli strumenti di politica monetaria adottati e il modo in cui sono stati utilizzati sulla base delle risposte suggerite dalle teorie economiche, da Keynes a Friedman per esempio, permette di comprendere appieno i percorsi intrapresi per "ristabilizzare" e dare un nuovo impulso ai mercati.

L'obiettivo di questa tesi è quello di fornire una panoramica dei fattori esterni ed interni di una crisi globale che sta già colpendo tutti e analizzare e confrontare le politiche monetarie attuate dalle principali banche centrali in accordo ed a supporto delle politiche economiche delle autorità governative nazionali ed internazionali.

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4 CAPITOLO I Le crisi e le politiche monetarie del XX secolo Dalla Grande Depressione del 1929 alla crisi degli anni ‘80 1. Recessione e PIL La recessione è un importante rallentamento della produzione che determina un aumento generalizzato dei prezzi e, quindi, causa sia inflazione sia riduzione della forza lavoro con aumento del tasso di disoccupazione. La conseguenza, è la perdita di potere di acquisto e, dunque, la riduzione dei consumi tale da innescare un ciclo perverso che sfocia in una generale decrescita economica. In particolare, la recessione economica vede una variazione del PIL, ossia del valore complessivo dei beni e servizi finali prodotti in uno Stato in un periodo di tempo determinato, dal valore negativo superiore all’1% per almeno 2 trimestri consecutivi. Nel 1974, è stato l’economista Julius Shiskin 1 ad individuare una serie di criteri fondamentali al cui comparire, si può affermare che si stia verificando una recessione; infatti, egli partiva dalla considerazione che, poiché un’economia sana tende a crescere nel tempo, se si verifica una contrazione per un lasso di tempo così lungo, significa che si stanno verificando importanti squilibri nella economia generale. In un articolo comparso sul New York Times, in relazione alla prima crisi energetica, Julius Shiskin indicava una serie di regole empiriche per definire una recessione 2 relative alla: 1) Durata - che è la diminuzione reale del PIL per due trimestri consecutivi e un declino della produzione industriale per un periodo di almeno sei mesi -; 2) Intensità - che è una diminuzione del PIL reale dell'1.5%, una diminuzione del 15% nell'occupazione dei settori non agricoli e un aumento del tasso di disoccupazione di almeno due punti percentuali arrivando almeno al 6% -; 3) Diffusione - da intendersi come diminuzione dell'occupazione nei settori non agricoli in più del 75% delle industrie, in un periodo di almeno sei mesi con una media di intervalli di sei mesi. Nel corso del tempo, questa lista è stata semplificata sempre più, fino a ridursi, appunto, alla sola 'regola' dell’1% per oltre due trimestri consecutivi di declino del PIL. 3 Il valore del PIL è quello che risulta da un processo di vendita di prodotti e servizi realizzati 1 E’ stato il direttore del U.S. Commissioner of the Bureau of Labor Statistics 2 The CEPR and NBER Approaches | EABCN, su eabcn.org. URL 3 Akshman Achuthan e Anirvan Banerji, The risk of redefining recession, in CNN Money, 5 maggio 2008.

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