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La politica europea di sicurezza e di difesa: percorso storico

L'Europea sta facendo passi da gigante verso una vera e propria integrazione, non soltanto grazie al trattato di Lisbona che più che un accordo fra Stati vuole essere una vera e propria carta costituzionale per tutti i cittadini dell'Unione, ma anche e soprattutto grazie alla volontà dei popoli che pur nelle loro diversità si riconoscono in comuni radici culturali, religiose ed umanistiche.
La scelta di approfondire l'aspetto della politica di sicurezza e di difesa va ricercata nella convinzione che, non solo gli scambi commerciali, le politiche economiche oppure le regole comuni possano contribuire alla creazione di un'entità unica e distinta dai vari Stati Membri, quanto piuttosto la sensazione che i cittadini percepiscono di appartenere ad un'unica grande Unione, rassicurante, accogliente e protettiva, con una grande capacità difensiva che, come dimostra la storia, determina il prestigio e l'invincibilità internazionale di una regione. Infatti, in un mondo caratterizzato dall'apertura sempre maggiore delle frontiere e dall'incremento degli scambi, dall'evoluzione tecnologica, dalla diffusione della democrazia e dalla maggiore interconnessione nel settore dei trasporti, dell'energia, dell'informazione hanno portato ad un'indissolubile interconnessione degli aspetti interni ed esterni della sicurezza fra le Nazioni che, inoltre, risulta essere uno dei prerequisiti dello sviluppo.
In particolare, poi, abbiamo voluto approfondire il modo in cui il concetto di sicurezza comune si è sviluppato in quello di difesa comune, e come l'idea di avere un esercito europeo si sia piano piano formata senza però arrivare a tutt'oggi ad una conclusione. Inoltre ci è sembrato opportuno analizzare il rapporto che l'Unione Europea ha con la NATO nell'ambito della sicurezza comune. Quali sono le difficoltà ma anche le ragioni di una necessaria collaborazione fra le due entità.
La creazione dell'Unione Europea ha rappresentato l'elemento centrale dell’evoluzione, che ha trasformato le relazioni fra gli Stati Membri e la vita dei loro cittadini, grande testimonianza dell'impegno preso per risolvere le controversie per via pacifica e a cooperare tramite istituzioni comuni trasformandosi da Stati autoritari( alcuni), in democrazie stabili e sicure. Nonostante questo, però, L'Europa deve ancora far fronte a minacce e sfide alla sicurezza come per esempio il conflitto in Afghanistan, che ci ricorda che la guerra non è scomparsa definitivamente dal mondo ma che rimane sempre in agguato mietendo vittime civili, ma anche soldati andati in pace per la ricostruzione. Ci accorgeremo, anche, come il concetto tradizionale di autodifesa quale risposta alla minaccia di invasione debba essere necessariamente rivisto, in un'epoca di globalizzazione totale in cui i problemi e le difficoltà non sono a carico di un solo paese ma di tutta la comunità mondiale. L’Unione Europea deve porsi come attore globale rendendosi, grazie al sempre maggiore rafforzamento della reciproca solidarietà dell'UE, un attore più credibile ed efficace ed allo stesso tempo dovrà essere pronta ad assumersi la sua parte di responsabilità per la sicurezza mondiale e nell'edificazione di un mondo migliore e più sicuro.
Contrariamente a quanto succedeva in passato, nessuna delle nuove minacce è esclusivamente militare e può essere quindi risolta con soli mezzi militari, richiedendo una combinazione di strumenti quali, il controllo dei traffici internazionali, le pressioni politiche, gli aiuti economici, gli strumenti giudiziari, di polizia e di intelligence che l’Europa deve risolversi ad utilizzare. Il cittadino europeo, oggi più che mai, crede in un immagine dell’Europa democratica e impegnata nella lotta contro la criminalità transfrontaliera, nel controllo dei flussi migratori, ma anche nell’accoglienza dei richiedenti asilo e dei profughi provenienti da regioni di conflitto periferiche. Tutti questi impegni possono finalmente essere assolti attraverso una cooperazione reciproca ed una più viva presenza nelle questioni di politica estera, di sicurezza e di difesa di tutti gli Stati.

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5 INTRODUZIONE L'Europea sta facendo passi da gigante verso una vera e propria integrazione, non soltanto grazie al trattato di Lisbona che più che un accordo fra Stati vuole essere una vera e propria carta costituzionale per tutti i cittadini dell'Unione, ma anche e soprattutto grazie alla volontà dei popoli che pur nelle loro diversità si riconoscono in comuni radici culturali, religiose ed umanistiche. La scelta di approfondire l'aspetto della politica di sicurezza e di difesa va ricercata nella convinzione che, non solo gli scambi commerciali, le politiche economiche oppure le regole comuni possano contribuire alla creazione di un'entità unica e distinta dai vari Stati Membri, quanto piuttosto la sensazione che i cittadini percepiscono di appartenere ad un'unica grande Unione, rassicurante, accogliente e protettiva, con una grande capacità difensiva che, come dimostra la storia, determina il prestigio e l'invincibilità internazionale di una regione. Infatti, in un mondo caratterizzato dall'apertura sempre maggiore delle frontiere e dall'incremento degli scambi, dall'evoluzione tecnologica, dalla diffusione della democrazia e dalla maggiore interconnessione nel settore dei trasporti, dell'energia, dell'informazione hanno portato ad un'indissolubile interconnessione degli aspetti interni ed esterni della sicurezza fra le Nazioni che, inoltre, risulta essere uno dei prerequisiti dello sviluppo. In particolare, poi, abbiamo voluto approfondire il modo in cui il concetto di sicurezza comune si è sviluppato in quello di difesa comune, e come l'idea di avere un esercito europeo si sia piano piano formata senza però arrivare a tutt'oggi ad una conclusione. Inoltre ci è sembrato opportuno analizzare il rapporto che l'Unione Europea ha con la NATO nell'ambito della sicurezza comune. Quali sono le difficoltà ma anche le ragioni di una necessaria collaborazione fra le due entità.

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Informazioni tesi

  Autore: Cristina Liva
  Tipo: Tesi di Master
Master in Peace building management
Anno: 2009
Docente/Relatore: Rachele Schettini
Istituito da: Pontificia facoltà teologica San Bonaventura
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 93

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