6
La creazione dell'Unione Europea ha rappresentato l'elemento
centrale dell‟evoluzione, che ha trasformato le relazioni fra gli Stati
Membri e la vita dei loro cittadini, grande testimonianza dell'impegno
preso per risolvere le controversie per via pacifica e a cooperare tramite
istituzioni comuni trasformandosi da Stati autoritari( alcuni), in
democrazie stabili e sicure. Nonostante questo, però, L'Europa deve
ancora far fronte a minacce e sfide alla sicurezza come per esempio il
conflitto in Afghanistan, che ci ricorda che la guerra non è scomparsa
definitivamente dal mondo ma che rimane sempre in agguato mietendo
vittime civili, ma anche soldati andati in pace per la ricostruzione. Ci
accorgeremo, anche, come il concetto tradizionale di autodifesa quale
risposta alla minaccia di invasione debba essere necessariamente rivisto,
in un'epoca di globalizzazione totale in cui i problemi e le difficoltà non
sono a carico di un solo paese ma di tutta la comunità mondiale.
L‟Unione Europea deve porsi come attore globale rendendosi, grazie al
sempre maggiore rafforzamento della reciproca solidarietà dell'UE, un
attore più credibile ed efficace ed allo stesso tempo dovrà essere pronta
ad assumersi la sua parte di responsabilità per la sicurezza mondiale e
nell'edificazione di un mondo migliore e più sicuro.
Contrariamente a quanto succedeva in passato, nessuna delle nuove
minacce è esclusivamente militare e può essere quindi risolta con soli
mezzi militari, richiedendo una combinazione di strumenti quali, il
controllo dei traffici internazionali, le pressioni politiche, gli aiuti
economici, gli strumenti giudiziari, di polizia e di intelligence che
l‟Europa deve risolversi ad utilizzare. Il cittadino europeo, oggi più che
mai, crede in un immagine dell‟Europa democratica e impegnata nella
lotta contro la criminalità transfrontaliera, nel controllo dei flussi
migratori, ma anche nell‟accoglienza dei richiedenti asilo e dei profughi
provenienti da regioni di conflitto periferiche. Tutti questi impegni
possono finalmente essere assolti attraverso una cooperazione reciproca
7
ed una più viva presenza nelle questioni di politica estera, di sicurezza e
di difesa di tutti gli Stati.
8
CAPITOLO 1
LA POLITICA EUROPEA DI SICUREZZA
E DIFESA
II Trattato sull' Unione Europea 1reca un titolo – esattamente il
titolo V– che ha per oggetto la politica estera e di sicurezza, volta all'
attuazione di uno tra gli obiettivi principali dell'Unione Europea:
L‟affermazione dell‟identità europea sulla scena internazionale.
Questo ambito di azione e competenza dell'Unione è
caratterizzato, per ciò che riguarda il processo decisionale, dal metodo
intergovernativo, sì che per l'assunzione di decisioni sulla politica estera
e di sicurezza si richiede l'unanimità degli Stati Membri, con loro
facoltà peraltro di avvalersi della "astensione costruttiva"2.
L‟articolo 17 del Trattato sull‟Unione Europea dispone che la
Politica estera e di sicurezza comune comprende tutte le questioni
relative alla sicurezza dell‟Unione, ivi compresa la definizione
progressiva di una politica di difesa comune, la quale potrebbe
condurre a una difesa comune qualora il Consiglio europeo decida in
tal senso. Ciò, pertanto, sottolineerebbe la necessità di un esercito
europeo.3
Ebbene, l'insieme di risoluzioni e impegni assunti all‟interno dell'
Unione, susseguitisi dal 1999 a oggi, fanno sì che si definisca ormai con
1
Il 13 dicembre 2007 a Lisbona i rappresentanti dei governi dei 27 stati membri hanno firmato il
trattato che modifica il TUE e il TCE chiamato trattato di Lisbona. Per semplicità espositiva e
soprattutto per seguire l'ordine cronologico degli eventi lo chiameremo ancora con il nome del
trattato di riferimento TUE senza contare le modifiche che vi sono state apportate da un trattato
non ancora ratificato.
2
Introdotta dal Trattato di Amsterdam, si colloca nell'ambito della PESC e si ispira al principio
secondo cui l'astensione di uno Stato membro all'atto del voto in sede di Consiglio non ostacola
l'unanimità. Lo Stato che si astiene non è tenuto ad applicare la decisione, ma deve accettare che
questa vincoli l'Unione.
3
The ARRF and the NRF. The European Rapid Reaction Force and the Nato Reaction Force:
Compatibilities and choices. Joint Project between the Centro Militare di studi strategici ( Rome)
and the Center for defence studies ( London). Michael Clarke e Carlo Finizio. Pag. 13
9
tratti distintivi, entro la cornice unificante della politica estera e di
sicurezza comune (cd. PESC), una politica europea di sicurezza e difesa
(cd. PESD), secondo l‟evoluzione che, pur in uno stadio ancora iniziale,
ha proceduto con apprezzabile rapidità4.
1.1 LA NASCITA DELL’IDEA DI DIFESA EUROPEA
Già nel 1950 fu elaborato un "piano Pleven" (dal nome dell'allora
Presidente del Consiglio francese), nel quale veniva anticipata la
creazione di un esercito europeo integrato sotto un comando comune.
Il primo ministro francese Pleven, infatti, appoggiava la creazione di un
esercito europeo, sottoposto ad istituzioni politiche comuni
affermando che "la costituzione di un esercito europeo non può
risultare dal mero raggruppamento di unità militari nazionali, che in
realtà maschererebbe soltanto una coalizione vecchia maniera5.
Impegni che sono inevitabilmente comuni si compiono con istituzioni
comuni. L'esercito di una Europa unita, composto da uomini
provenienti da differenti Paesi europei, deve, per quanto possibile,
realizzare una completa fusione degli elementi umani e materiali
realizzata sotto una unica autorità politica e militare europea"6 Così il
riarmo tedesco, che negli anni 50', agli albori della guerra fredda,
risultava essere uno dei maggiori problemi, non sarebbe rimasto
autonomo, ma avrebbe preso l‟avvio all'interno delle istituzioni
4
M. PANEBIANCO e C. RISI " Il nuovo diritto dell'Unione europea : Diritti umani, politica estera,
sicurezza comune" Editoriale scientifica - Napoli 1999. pag. 54
5
P. FONTAINE "L'Europa dei cittadini". Ufficio delle pubblicazioni delle Comunità europee -
Lussemburgo 1994. Pag. 21
6
Dall’articolo “ De Gasperi e Adenauer volevano una difesa europea. De Grulle l’affondò” di F.
Butini pubblicato nel quotidiano IL FOGLIO del 12 agosto 2004
10
comunitarie.
Sulla base del piano "Pleven", venne dunque firmato dai sei Stati
appartenenti alla CECA – Francia, Germania Occidentale, Belgio,
Italia, Lussemburgo ed Olanda - un Trattato istitutivo della Comunità
Europea di Difesa (CED)7 il quale aveva il suo logico “prolungamento”
in altro progetto, volto alla creazione di una "Comunità politica
europea". Tali prospettive però si infransero sulla deliberazione
contraria dell'Assemblea nazionale francese il 30 agosto 1954 a causa
dei timori riguardo il riarmo della Germania che si verificò comunque
al di fuori dell‟ambito europeo seppur sotto l‟egida della NATO8.
Riflettendo possiamo affermare che la Comunità Europea di
Difesa ( CED) fu solo un'utopia, una sorta di ingenuità della storia per
quegli uomini, come De Gasperi, per cui l'europeismo doveva e poteva
sfociare nell'unità politica senza essere una mera e noiosa
manifestazione verbale. Cosi, infatti, commentava all‟indomani della
sua morte: “Se l‟Unione Europea non la si fa oggi, la si dovrà fare
inevitabilmente tra qualche lustro; ma cosa passerà tra oggi e quel
giorno Dio solo lo sa"9
Fu invece formalmente istituita come organizzazione
internazionale, quello stesso anno con gli accordi di Parigi del 23
ottobre 1954 , l‟Unione dell' Europa Occidentale (UEO)10, con
7
La CED assume un carattere esclusivamente difensivo, con un proprio budget, proprie
istituzioni - Consiglio dei ministri, Assemblea comune, Commissariato, Corte di giustizia - Il
Trattato di Bruxelles era un patto di autodifesa collettiva firmato da Gran Bretagna, Francia,
Belgio, Paesi Bassi e Lussemburgo il 17 marzo 1948. Esso venne successivamente modificato
dagli Atti internazionali firmati a Parigi il 23 ottobre 1954, che diedero vita all'Unione Europea
Occidentale (UEO).
8
A che ci serve la NATO: così funziona la nostra alleanza ; se l'America diventa scettica ; il
protettorato del Kosovo. Gruppo Editoriale l'Espresso, - Roma 1999. Pag. 90
9 Dall'articolo di F. BUTINI “ De Gasperi e Adenauer volevano una difesa europea. De Grulle
l’affondò” di pubblicato nel quotidiano IL FOGLIO del 12 agosto 2004
10
L'Unione dell'Europa Occidentale (UEO) trae le proprie origini dal Trattato di Bruxelles del 17
marzo 1948, che pur non prevedendo ancora la costituzione di una organizzazione internazionale,
11
l'adesione di Italia e Repubblica Federale Tedesca ( la quale poteva cosi
procedere al riarmo, in ormai avanzato Stato di guerra fredda ) al patto
di autodifesa collettiva11, che prevedeva l'assistenza automatica di tutti
gli Stati aderenti in caso di aggressione nei confronti di uno di essi.
Una più stretta cooperazione in ordine alla politica estera e di
difesa si ripresentò di nuovo come proposta politica nel dibattito
europeo nei primi anni Sessanta, con i due piani Fouchet, rimasti senza
esito.12
In seguito alla richiesta dei capi di Stato e di Governo di
esaminare la possibilità di avanzare sul piano politico, nel 1970 fu
presentato al vertice di Lussemburgo il cosiddetto "rapporto
Davignon". Fu l'inizio della "Cooperazione Politica Europea" (CPE),
varata in maniera informale nel 1970 e successivamente
istituzionalizzata con l'Atto unico europeo (AUE)13 nel 1987. La CPE
prevedeva essenzialmente la consultazione tra gli Stati Membri sulle
questioni di politica estera, mentre l'attuazione delle azioni comuni era
competenza dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in
Europa (OSCE). L'accordo sulla CPE venne facilitato dal fatto che
questa costituiva uno strumento molto meno coercitivo e implicava un
diede vita ad un patto di autodifesa collettiva tra i 5 Stati contraenti: Belgio, Francia,
Lussemburgo, Paesi Bassi e Regno Unito.
11
L’'articolo V del Trattato di Bruxelles del 17 marzo 1948.
12
Agli inizi degli anni 60, si svolsero difficili negoziati sulla base dei due piani Fouchet, che
prevedevano una più stretta cooperazione politica, un’ unione di Stati e politiche estere e di
difesa comuni. Un comitato, incaricato di presentare proposte concrete, giunse a compromessi
difficili ma ambiziosi, quali l'istituzione di un segretariato indipendente o la prospettiva del voto
a maggioranza qualificata in determinati settori. Purtroppo, in mancanza di un accordo sulle
proposte del comitato Fouchet, nel 1962 i negoziati tra gli Stati membri si arenarono.
13
L'Atto unico europeo (AUE), firmato a Lussemburgo e all'Aia ed entrato in vigore il 1° luglio
1987, ha riformato il Trattato di Roma e posto le basi per una maggiore integrazione tra i paesi
della Comunità sotto tre profili: per un passaggio dal mercato comune al mercato unico, per
nuovi e più importanti poteri alla Comunità e per nuove regole di decisione degli organi
comunitari.
12
coordinamento meno impegnativo degli strumenti precedenti14.
La CPE dunque, nata come una consultazione sulle questioni di
politica estera, venne estesa - dal 1983, con la dichiarazione di
Stoccarda - agli aspetti politici ed economici della sicurezza15.
L'istituzione del Consiglio europeo nel 1974 contribuì a un
migliore coordinamento della CPE, grazie al ruolo svolto dai capi di
Stato e di Governo nella determinazione dell'indirizzo politico generale
della politica comunitaria. Da quel momento, il ruolo della Presidenza,
unitamente all'interesse dell'opinione pubblica per i lavori della CPE,
cominciarono a rafforzarsi reciprocamente attraverso le prese di
posizione ufficiali della Comunità Europea.
1.2 IL TRATTATO DI MAASTRICHT
Con il Trattato di Maastricht, altrimenti chiamato Trattato
sull‟Unione Europea, firmato il 7 febbraio 1992, la politica estera e di
sicurezza comune (PESC) fa il suo ingresso nelle competenze
dell'Unione e di conseguenza si affaccia sulla scena anche la politica
europea di difesa ad essa strettamente collegata16.
Le nuove minacce del terrorismo, i problemi economici,
l‟aumento del prezzo del petrolio e i nuovi bisogni dei cittadini
14
R. PALEA "Il ruolo dell'Europa nel mondo : tesi sulla politica estera, di difesa e di sicurezza
dell'Unione europea. Alpina - Torino 2006. (Relazioni presentate a un convegno tenuto a Genova
nel 2005) Pag. 54
15
M. CLEMENTI "L'Europa e il mondo : la politica estera, di sicurezza e di difesa europea. Il
mulino - Bologna 2004. Pag. 134
16
M. PANEBIANCO e C. RISI " Il nuovo diritto dell'Unione europea : Diritti umani, politica
estera, sicurezza comune" Editoriale scientifica - Napoli 1999. pag. 199