Le Convenzioni di Rio ed il Protocollo di Kyoto: sinergie e questioni di compatibilità
Nel settembre del 2002 si è concluso a Johannesburg il Summit mondiale sull’Ambiente e lo Sviluppo, il quale ha rappresentato una sorta di verifica dei progressi compiuti nell’ambito della politica ambientale internazionale a dieci anni di distanza dal primo grande vertice di questo tipo: quello di Rio de Janeiro del 1992.
Anch’esso nato e realizzato sotto l’egida dell’O.N.U., produsse dei risultati innovativi sul piano del diritto ambientale internazionale soprattutto per il fatto che, per la prima volta, determinate problematiche ambientali venivano affrontate nell’ottica di un progetto di strategia globale: la deforestazione, il cambiamento climatico, la perdita della diversità biologica e l’inaridimento del suolo hanno trovato una prima risposta, rispettivamente, nella Dichiarazione sulle foreste, nella Convenzione Quadro sul cambiamento climatico, nella Convenzione sulla Biodiversità ed in quella per combattere la desertificazione. Benché il primo fra questi documenti sia rimasto un insieme di principi giuridicamente non vincolanti, gli altri tre costituiscono invece il punto di partenza di un processo normativo tuttora in fieri, contraddistinto dalle continue negoziazioni tra Stati in occasione delle periodiche Conferenze delle Parti stesse.
E’ proprio nell’ambito di questi fora internazionali che negli ultimi anni è venuta emergendo l’esigenza di un coordinamento fra le norme convenzionali e di una maggiore cooperazione fra trattati multilaterali relativi a problemi ambientali di portata globale. A riprova della rilevanza che stanno assumendo certe tematiche, nel 1999 l’Università delle Nazioni Unite ha promosso una conferenza internazionale sulle sinergie e le connessioni tra accordi ambientali internazionali. Da questo evento ho tratto spunto per tentare di indagare quali possano essere i punti di convergenza tra gli importanti trattati in oggetto, ma anche e soprattutto di verificare se dallo sviluppo dei relativi processi negoziali possano derivare dei motivi di frizione e dei problemi di compatibilità tra gli obiettivi che essi perseguono.
La questione si pone successivamente all’adozione del Protocollo di Kyoto, ovvero dello strumento attuativo della Convenzione Quadro sul cambiamento climatico, il quale fissa regole ed obblighi più dettagliati allo scopo di ridurre la concentrazione nell’atmosfera dei gas ad effetto serra, responsabili per l’appunto del surriscaldamento del pianeta e degli sconvolgimenti del clima.
Il presente lavoro cercherà di mettere in luce come la necessità delle Parti firmatarie a Kyoto di raggiungere le rispettive quote di riduzione delle emissioni, associata all’ambiguità testuale di alcune fondamentali disposizioni protocollari, rischiano in realtà di condurre a dei risultati antitetici rispetto a quelli che sono gli obiettivi delle altre due Convenzioni di Rio, sollevando pertanto notevoli dubbi circa la compatibilità tra i regimi giuridici di carattere ambientale che verranno messi a confronto.
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Informazioni tesi
Autore: | Lucio Costantini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Vincenzo Cannizzaro |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 133 |
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