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La mano della poesia al servizio della dislessia. Quando l'arte di rimare sovrasta la difficoltà di imparare

Una breve esperienza nell'insegnamento privato accostato alla volontà di ideare un metodo di apprendimento conforme al disturbo di dislessia e una spropositata e radicata passione per la poesia, hanno concorso alla scelta di analizzare il Disturbo di Apprendimento (DSA) più diffuso in assoluto, nei suoi aspetti più creativi e geniali.
La dislessia si configura come una difficoltà nella decodifica di un testo scritto, in particolare nell'analisi immediata di ogni singola parola, che deve essere quindi lentamente scandita e visualizzata per poterne comprendere i grafemi e collegarli al fonema corrispondente. Essa è un disturbo genetico, non un deficit né una carenza intellettiva, che non causa difficoltà nell'apprendimento o nella comprensione dei significati delle parole lette, ma soltanto un tempo più dilatato per svolgere i compiti scolastici e una serie di errori dovuti alla distinzione tra forme speculari come b/d o tra parole palindromiche bifronte come Roma/Amor.
La dislessia, ancora oggi non propriamente conosciuta e considerata, viene analizzata a partire dal XIX secolo prima in un'ottica prettamente medica, poi attraverso precisi studi sulla struttura e il funzionamento del cervello, che oggi sono sempre più accurati grazie alle moderne tecnologie; infine viene trasferita verso il campo della psicologia.
Dopo aver compreso che la dislessia è una caratteristica innata degli individui e che al posto di annientare le capacità di apprendimento le sviluppa e le acutizza in modo originale, si è giunti a guardare il disturbo in un'ottica completamente nuova, che comprende un diverso modo di processare le informazioni. I dislessici quest'ottica diversa l'hanno posta a fondamento della loro maturazione, che stabilisce con la creatività e la genialità un rapporto stretto.
La dislessia, nella sua caratteristica più interessante, implica una creatività non indifferente, che sfocia nell'accostamento alle scienze in modo molto intuitivo e diretto e alle arti (recitazione, canto, musica) in modo naturale e creativo. Di tutte le arti, la poesia è colei che può tendere la mano per far sì che la dislessia possa aggrapparvisi e lanciarvisi contro, così da poter beneficiare di tutte le possibilità che essa può elargire.
La più antica arte del mondo viene omaggiata dai giovani poeti dislessici con la composizione di poesie libere più sintetiche o più lunghe e sottoposte all'artificio della rima, che esprimono nel modo più incisivo possibile le mille sfaccettature emotive di un'interiorità che altrimenti rimarrebbe intima e incompresa, vista la difficoltà dei dislessici nel relazionarsi con un mondo poco tollerante della diversità. A rappresentanza di come la poesia e la dislessia - che formano una perfetta rima baciata - siano due mondi intersecabili che possono e devono sostenersi a vicenda, il poeta americano Philip Schultz, in una sua personale auto-biografia del 2011 dal titolo La mia dislessia, spiega le difficoltà degli anni giovanili nel tessere relazioni e destreggiarsi in uno spicchio di New York di metà Novecento, brulicante di immigrati ebrei che lottavano per una vita dignitosa e in cui la dislessia non era che un mostro sconosciuto da combattere in solitudine. Dalla bocciatura alla laurea fino al ricevimento del Premio Pulitzer nel 2008 per la raccolta poetica Failure, Schultz si mette a nudo davanti ai suoi lettori per essere la testimonianza di uno scrittore che – quando a 10 anni realizzò questo desiderio - non sapeva leggere né scrivere. Come lui, un numero elevatissimo di scrittori molto celebri, attori, scienziati, pittori e scultori hanno frantumato il pregiudizio di chi non li riteneva all'altezza per realizzare le loro aspirazioni e divenire grandi pilastri della storia nonostante la dislessia abbia messo a dura prova il loro percorso. Napoleone, Picasso, Einstein, Agatha Christie e Mika sono solo alcuni dei talenti che hanno arricchito i campi del sapere/senza sapere di essere diversi/o forse sapendolo ma giocando su questa capacità di guardare il mondo con occhi che sappiano percepire le sottili particolarità e diversità del mondo, ovvero l'essenziale, che come spiega la volpe al Piccolo Principe, è invisibile agli occhi

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13 7 Prologo del Vangelo secondo Giovanni: “ En arché en ho Logos kai ho Logos ēn pros ton Theon kai Capi tol o II Comor bi di tà di sl e ssi a-ar te . L a poe si a, l a supr e ma e pi ù anti c a ar te de l mondo c ome e spr e ssi one de l tal e nto i nte r i or e “ …M’inc a ntò la rima fiore a more , la più a ntic a diffic ile de l mondo” Umbe rto Sa ba , A mai II.1 P e r c hé i l pr i vi l e gi o al l a poe si a? Uni re ne l l a m e de si m a fra se due pa rol e c om e “ di sl e ssi a ” e “ poe si a ” pot re bbe a ppa ri re un a z z a rdo i l l ogi c o, c he si sot t om e t t e a d una qua l unque ope ra z i one di “ ve ndi t a de l l e pa rol e ” c om e ne gl i sl oga n m ode rni . In re a l t à ne ssun c a m po de l sa pe re è c osì a nc ora t o a l pi ù di ffuso Di st urbo di Appre ndi m e nt o c om e l ’a rt e di c om porre ve rsi , ovve ro l ’Art e (l ’i ni z i a l e m a i usc ol a è ne c e ssa ri a a ri c orda re l ’i m port a nz a de l l a poe si a ne l l a st ori a c ul t ura l e d’It a l i a sopra t t ut t o e de l m ondo i nt e ro) di m e t t e re i nsi e m e un num e ro l i m i t a t o di pa rol e pe r c re a re un’ope ra i ni m i t a bi l e di e spre ssi one pi ù o m e no e rm e t i c a de i se nt i m e nt i . L a poe si a è i n e ffe t t i l ’a rt e de l se nt i m e nt o, de l l ’e m oz i one e de l l a se nsa z i one . Da qui , e ssa si di ra m a ve rso l e form e de l l a m e nt e e de l pe nsi e ro, ve rso l e de sc ri z i oni de l l e st a gi oni e de l t e m po, de gl i a vve ni m e nt i st ori c i , de i posi t i vi o ne ga t i vi a c c a di m e nt i quot i di a ni . Si sgre t ol a poi , l a poe si a , fi no a l m ondo na t ura l e , a l l a fa una , a i m i l l i m e t ri c i ogge t t i c re a t i da l l ’uom o. Ne l l a poe si a c i sono t ut t e l e sfum a t ure de l l a re a l t à e de l l a non-re a l t à , de i m ondi i nve nt a t i sul m om e nt o, de l l e pe rsone m a i i nc ont ra t e . L a poe si a è una form a di e spre ssi one l i ngui st i c a c he è re gol a t a da norm e m e t ri c he e d e si ge nz e ri t m i c he . E ssa ha dunque a l c une c a ra t t e ri st i c he de l l a m usi c a c om e l a di vi si one i n st rofe e può e voc a re e m oz i oni e st a t i d’a ni m o i n m a ni e ra pi ù e voc a t i va e sol e nne di qua nt o fa c c i a l a prosa . Da e ssa si di ffe re nz i a , ol t re pe r l a form a z i one da st rofe , a nc he pe r l a c om posi z i one i n ve rsi di va ri a l unghe z z a ; un’ope ra i n prosa è i nve c e sc ri t t a pe r e st e so, i n ri ghe l i ne a ri c he ri e m pi ono una pa gi na bi a nc a qua si i n t ot o, e d è c om post a da pa ra gra fi . L a poe si a non ha una de fi ni t a na sc i t a , e ssa e si st e da qua ndo ve nne pl a sm a t o i l pri m i t i vo c onc e t t o di Pa rol a ( Logos , di sc orso o ra gi one ), que l l a c he poi di ve rrà l a c hi a ve de l l a c om uni c a z i one t ra e sse ri um a ni : Ἐν ἀ ρχ ῇ ἦ ν ὁ λ όγ ος , κ α ὶ ὁ λ όγ ος ἦ ν π ρὸς τ ὸν θε όν, κ α ὶ θε ὸς ἦ ν ὁ λ όγ ος . 7

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Informazioni tesi

  Autore: Gloria Sahbani
  Tipo: Tesi di Master
Master in DSA (DISTURBI SPECIFICI DI APPRENDIMENTO), BES (BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI) E DISTURBI DELLO SVILUPPO. METODOLOGIE DIDATTICHE, PSICOPEDAGOGIA, COMUNICAZIONE
Anno: 2019
Docente/Relatore: Mario Rizzardi
Istituito da: Università degli Studi di Urbino
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 45

FAQ

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Parole chiave

poesia
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