L'applicazione del principio di giurisdizione universale nella prassi spagnola
Questo studio ha ad oggetto il principio di giurisdizione universale e in particolare la sua applicazione da parte dei tribunali spagnoli.
Nel primo capitolo si accenna al principio di territorialità e agli altri criteri di competenza extraterritoriale e si arriva ad una definizione di giurisdizione universale, mirando in particolare a delimitarne l’ambito di applicazione e ad analizzarne i limiti di natura interna ed esterna. Si chiarisce così la differenza tra principio di giurisdizione universale assoluto e condizionato e tra esercizio facoltativo ed obbligatorio della competenza che si fondi su tale criterio. Viene inoltre rilevata l’impossibilità di procedere qualora il soggetto goda di immunità o non si trovi sul territorio dello Stato procedente (inammissibilità del giudizio in absentia).
Il secondo capitolo ha lo scopo di realizzare un breve excursus sulla disciplina normativa del principio di giurisdizione universale così come definita da trattati internazionali e da leggi interne, e sulla prassi rilevante. In particolare si analizzano le Convenzioni che lo prevedono e in quale misura, si accenna ad alcune legislazioni europee e sud americane oltre alle più importanti decisioni delle Corti nazionali. Per quanto riguarda la giurisprudenza internazionale viene presa a riferimento la sentenza della Corte internazionale di giustizia relativa al caso del “Mandato d’arresto” in una controversia tra Belgio e Congo. Il tutto al fine di sottoporre a verifica la tesi dell’esistenza di una norma nel diritto internazionale generale che accolga il principio di giurisdizione universale.
Nell’ultimo capitolo si indaga in maniera più approfondita la legislazione spagnola e i casi di maggiore rilevanza in cui i tribunali spagnoli si sono attribuiti competenza sulla base del principio di giurisdizione universale. L’articolo 23.4 della Ley organica del poder judicial contempla il principio in questione nella sua forma assoluta, stabilendone quale unico limite la res iudicata e conseguentemente il rispetto del principio del ne bis in idem e la non possibilità di far eseguire nuovamente la condanna già scontata all’estero. La casistica giurisprudenziale esaminata comprende i gravi crimini di diritto internazionale commessi in Guatemala durante la guerra civile (Guatemalan generals case), e in Argentina durante il periodo della dittatura militare (Scilingo case). Sono state poi considerate le decisioni emesse in relazione al genocidio avvenuto ai danni del popolo Tibetano durante l’invasione cinese e alle gravi violazioni dei diritti umani commesse, in Cina, contro i simpatizzanti della corrente religiosa Falun Gong. Da ultimo è stato esaminato il caso relativo all’omicidio del giornalista Manuel Couso, durante la guerra in Iraq, per mano dell’esercito statunitense. Dall’analisi di questi casi si è potuta notare una discordanza di impostazioni tra la Audiencia Nacional e il Tribunal Supremo da un lato, e il Tribunal Constitucional dall’altro. In particolare la Audiencia Nacional e il Tribunal Supremo hanno chiarito di appoggiare l’esercizio extraterritoriale della giurisdizione fondato sul principio dell’universalità solo in presenza di alcune condizioni, ovvero la sussistenza di un valido punto de conexión oltre alla provata inattività degli organi giurisdizionali territoriali. Il Tribunal Constitucional, invece, ha affermato che la portata del principio non va diminuita in via applicativa, e che qualsiasi restrizione dello stesso deve promanare dal potere legislativo. Inoltre, in merito alla richiesta della prova dell’inattività dei tribunali territoriali, l’alta Corte stabilisce che questa si caratterizzerebbe come una probatio diabolica, contraria all’essenza stessa del principio.
Dalle ricerche effettuate è emerso che una norma internazionale consuetudinaria che accoglie il principio di giurisdizione universale possa dirsi esistente, benché lo renda ammissibile solo nella sua forma condizionata. Tale soluzione appare corretta e coerente con il valore di diritto internazionale cogente delle fattispecie che prevedono i crimini di diritto internazionale. Gli Stati hanno l’obbligo di perseguirli; possono pertanto ricorrere allo strumento estradizionale oppure procedere al giudizio, e ciò anche in base al principio di giurisdizione universale.
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Informazioni tesi
Autore: | Valentina Fabris |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2007-08 |
Università: | Università degli Studi di Macerata |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Paolo Palchetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 207 |
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