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Effetti del conflitto genitoriale sullo sviluppo psicologico dei figli in caso di separazione e divorzio: come cambia la famiglia

L'elaborato si propone di studiare come l'evento della separazione e del divorzio influenzi lo sviluppo psicologico dei figli, in particolare nei casi di situazioni conflittuali. Nei 4 capitoli viene studiato la trasformazione socio culturale della famiglia italiana che vede un notevole incremento del fenomeno della separazione e del divorzio, tanto che Cigoli definisce tale situazione come "fase storica". Contemporaneamente viene effettuata un'analisi psicologica dal momento che la separazione, non solo legale, ma soprattutto affettiva ed emotiva è determinata da un processo che necessita il percorrere di varie fasi al fine di evitare stati di malessere, che possono portare a "legame disperante". Aspetto importante è che nonostante la rottura della coniugalità permane la genitorialita, i membri della coppia anche se non più coniugi restano genitori ed è per questo motivo che devono rispettarsi e stimarsi per un sano sviluppo psicologico dei figli. All'interno di ogni famiglia esiste la crisi, il cui superamento rappresenta il segno di salute psichica e impegno nella relazione. Nelle dinamiche della crisi centrale risulta essere il ruolo del conflitto che, secondo Parkinson, non è né qualcosa di positivo nè negativo ma si tratta di una forza necessaria al cambiamento, la cui negatività è data dalla reazione negativa che è capace di generare. Dagli studi effettuati si evince che è preferibile una coppia genitoriale divisa ma stabile e serena piuttosto che una famiglia integra ma conflittuale. Le variabili che maggiormente influenzano lo sviluppo psicologico dei figli nei casi di separazione e divorzio sono il genere, l'età e la resilienza, cioè la capacità dell'individuo di svilupparsi adeguatamente nonostante forme di stress che comportano un alto rischio di risultati negativi. L'elaborato si conclude con un'analisi dei comportamenti anomali dei genitori che possono sfociare in vere e proprie sindromi come la PAS di Gardner o il Complesso di Medea. Per concludere, da uno studio longitudinale di Amato e Cheadle gli effetti della separazione e del divorzio hanno ripercussioni anche a lungo termine su tre generazioni.

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4 INTRODUZIONE L’elaborato si propone di studiare in che modo l’evento della separazione e del divorzio dei genitori influenzi lo sviluppo psicologico dei figli, in particolare nei casi in cui sono già presenti situazioni conflittuali, sia precedi alla decisione di separarsi che nella fase successiva. Il primo capitolo dell’elaborato analizza l’incremento del fenomeno della separazione coniugale all’interno del contesto italiano, e a tal proposito Cigoli (1998b) definisce «fase storica» la situazione tipica della famiglia e del contesto socioculturale attuale. In particolare, all’interno del testo si fa riferimento ai dati Istat, che evidenziano la crescita del fenomeno in esame, attraverso il confronto dei dati del 2011 con quelli relativi all’anno 1995. Tra gli autori che hanno studiato la separazione coniugale dal punto di vista psicologico ricordiamo Bohannan (1973) e Kaslow (1981). Entrambi hanno approfondito il fenomeno della separazione e del divorzio individuando al loro interno una serie di fasi. Secondo Bohannan, nello specifico, le coppie che si separano devono attraversare sei fasi per l’elaborazione del momento separativo. L’altro modello studiato è quello proposto da Kaslow, che prevede una relazione tra le emozioni e il comportamento agito dagli ex partner nelle diverse fasi del processo separativo. Entrambi gli autori studiati sostengono l’importanza della conclusione di una fase prima dell’inizio della fase successiva, al fine di evitare stati di malessere. Tale stato di malessere è esprimibile con la definizione di “legame disperante” di Cigoli (1988), in cui gli ex coniugi cercano di mantenere il legame attraverso il conflitto. Un altro tema importante affrontato è la genitorialità, da cui derivano accomodamenti sia di tipo organizzativo che relazionale, per dirla con Cusinato (1994). Erikson (1982), invece, considera la generatività come uno degli stadi evolutivi e la definisce come la capacità di preoccuparsi e di prendersi cura (take care of) in modo responsabile di ciò che è stato generato. Scabini e Cigoli (2000)

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