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La democrazia oggi tra individualismo e partecipazione: cause dei fenomeni e iniziative politiche possibili. Politiche culturali nel tempo libero e ruolo dell'ente locale.

L’ interesse generale, a livello nazionale, per i processi e le politiche culturali, si è accentuato nel corso degli ultimi anni a causa del concomitante intrecciarsi di vari fenomeni che riguardano la realtà sociale e gli interventi pubblici e privati nell’area della cultura. Le profonde trasformazioni nel sistema produttivo e socioeconomico, per l’introduzione sempre più massiccia di tecnologie avanzate in tutti i settori della società, hanno modificato l’agire umano e collettivo. La crescita del livello d’istruzione si è tradotta in aumento dei consumi culturali. Il dilatarsi del periodo destinato alla formazione scolastica e, parallelamente, il contrarsi del tempo dedicato al lavoro, si connotano come prolungamento dell’adolescenza. Questi fenomeni hanno favorito l’incremento del tempo libero prevalentemente impiegato nella fruizione intellettuale.
Per quanto riguarda l’offerta culturale, si è registrato l’affermarsi di varie tendenze. Il dinamismo dei grandi comuni, quali Roma, Torino, Milano, Venezia, ha impegnato finanze crescenti per varie attività, svolgendo una funzione guida, non solo nell’ambito delle aree territoriali circostanti, ma per l’intera penisola.
La ricca sperimentazione dell’intervento pubblico, in concomitanza con i servizi tradizionali (musei, biblioteche, archivi storici, etc.) ha promosso iniziative innovative in grado di rispondere ad una crescente domanda culturale. Questa vivacità, manifestata dalla pubblica amministrazione, è da attribuirsi in parte al trasferimento alle regioni di un’ ampia quota di competenze.
L’impegno sempre più rilevante del settore privato (grandi aziende, istituti di credito, etc.) ha realizzato non solo iniziative di sponsorizzazione di manifestazioni culturali, ma addirittura ha progettato interventi diretti al restauro e alla conservazione dei beni.
Il campo delle attività culturali si è esteso soprattutto nella nostra regione per i suddetti processi e fenomeni, coinvolgendo strati sempre più ampi di popolazione, fino a non molto tempo addietro esclusi dalla fruibilità del sapere in molti settori. Ma nonostante questa evoluzione sociale, l’area della cultura vanta, rispetto ad altri ambiti, un minor livello di elaborazione teorica e di ricerche empiriche, che potrebbero costituire una struttura di analisi e interpretazione dei fenomeni inerenti i processi di produzione e consumo culturale, in grado di rispondere al crescente fabbisogno espresso dalla base sociale. Nell’ambito del territorio di Nova Milanese, si riscontra l’assenza di un’adeguata politica di intervento culturale, testimoniata dal fatto che da parte dell’ente avvengono erogazioni di sovvenzioni solo ogni qualvolta il privato e l’associazione rivolgano una richiesta esplicita. Da una parte, quindi, si ammette l’esistenza di una domanda culturale e di un nuovo tessuto sociale sempre più qualificato, d’altra parte, si assiste ad un uso evasivo-compensativo del tempo libero, favorito anche dal permanere, all’interno degli apparati pubblici, di concezioni tradizionali della produzione culturale e della formazione. La consapevolezza che esista oggi un sistematico spreco delle potenzialità intellettuali e culturali riguarda l’intera società.
Proprio sulle modalità dell’intervento pubblico e privato, sui suoi limiti e prospettive, si vuole focalizzare questa ricerca, che prende in esame il territorio comunale di Nova Milanese, una cittadina di 22.000 abitanti situata alle porte dell’opulenta Brianza, ai confini con la grande metropoli milanese, detentrice di un ampio monopolio nel settore dell’erudizione.
L’intento prefissato consiste nell’individuare le sostanziali differenze che intercorrono tra il concetto di cultura e subcultura. A questa scelta di fondo se ne accompagna un’altra: considerare la problematica culturale in termini meno angusti di quelli tradizionali. Non esiste una cultura unica, valida per tutti i gruppi sociali, ma diversi modi di interpretazione del reale a seconda della concezione del mondo e del ruolo che il singolo e il gruppo svolgono nel complesso delle relazioni sociali, e a seconda di come si sviluppa il contraddittorio rapporto tra il singolo e la società nel suo insieme.
Questo significa legare il tema della ricerca alla situazione storica che sta vivendo il nostro Paese: è infatti in campo culturale che la crisi manifesta il suo carattere profondo. Negli anni dello sviluppo economico, pur nelle drammatiche contraddizioni che caratterizzarono questo processo, esistevano linee di tendenza positive definite dalla possibilità di promozione socioculturale e di espansione dei consumi individuali.

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3 INTRODUZIONE L’ interesse generale, a livello nazionale, per i processi e le politiche culturali, si è accentuato nel corso degli ultimi anni a causa del concomitante intrecciarsi di vari fenomeni che riguardano la realtà sociale e gli interventi pubblici e privati nell’area della cultura. Le profonde trasformazioni nel sistema produttivo e socioeconomico, per l’introduzione sempre più massiccia di tecnologie avanzate in tutti i settori della società, hanno modificato l’agire umano e collettivo. La crescita del livello d’istruzione si è tradotta in aumento dei consumi culturali. Il dilatarsi del periodo destinato alla formazione scolastica e, parallelamente, il contrarsi del tempo dedicato al lavoro, si connotano come prolungamento dell’adolescenza. Questi fenomeni hanno favorito l’incremento del tempo libero prevalentemente impiegato nella fruizione intellettuale. Per quanto riguarda l’offerta culturale, si è registrato l’affermarsi di varie tendenze. Il dinamismo dei grandi comuni, quali Roma, Torino, Milano, Venezia, ha impegnato finanze crescenti per varie attività, svolgendo una funzione guida, non solo nell’ambito delle aree territoriali circostanti, ma per l’intera penisola. La ricca sperimentazione dell’intervento pubblico, in concomitanza con i servizi tradizionali (musei, biblioteche, archivi storici, etc.) ha promosso iniziative innovative in grado di rispondere ad una crescente domanda culturale. Questa vivacità, manifestata dalla pubblica amministrazione, è da attribuirsi in parte al trasferimento alle regioni di un’ ampia quota di competenze. L’impegno sempre più rilevante del settore privato (grandi aziende, istituti di credito, etc.) ha realizzato non solo iniziative di sponsorizzazione di manifestazioni culturali, ma addirittura ha progettato interventi diretti al restauro e alla conservazione dei beni. Il campo delle attività culturali si è esteso soprattutto nella nostra regione per i suddetti processi e fenomeni, coinvolgendo strati sempre più ampi di popolazione, fino a non molto tempo addietro esclusi dalla fruibilità del sapere in molti settori. Ma nonostante questa evoluzione sociale, l’area della cultura vanta, rispetto ad altri ambiti, un minor livello di elaborazione teorica e di ricerche empiriche, che potrebbero costituire una struttura di analisi e interpretazione dei fenomeni inerenti i processi di produzione e consumo culturale, in grado di rispondere al crescente fabbisogno espresso dalla base sociale. Nell’ambito del territorio di Nova Milanese, si riscontra l’assenza di un’adeguata politica di intervento culturale, testimoniata dal fatto che da parte dell’ente avvengono erogazioni di sovvenzioni solo ogni qualvolta il privato e l’associazione rivolgano una richiesta esplicita. Da una parte, quindi, si ammette l’esistenza di una domanda culturale e di un nuovo tessuto sociale sempre più qualificato, d’altra parte, si assiste ad un uso evasivo-compensativo del tempo libero, favorito anche dal permanere, all’interno degli apparati pubblici, di concezioni tradizionali della produzione culturale e della formazione. La consapevolezza che esista oggi un sistematico spreco delle potenzialità intellettuali e culturali riguarda l’intera società. Proprio sulle modalità dell’intervento pubblico e privato, sui suoi limiti e prospettive, si vuole focalizzare questa ricerca, che prende in esame il territorio comunale di Nova Milanese, una cittadina di 22.000 abitanti situata alle porte dell’opulenta Brianza, ai confini con la grande metropoli milanese, detentrice di un ampio monopolio nel settore dell’erudizione. L’intento prefissato consiste nell’individuare le sostanziali differenze che intercorrono tra il concetto di cultura e subcultura. A questa scelta di fondo se ne accompagna un’altra: considerare la problematica culturale in termini meno angusti di quelli tradizionali. Non esiste una cultura unica, valida per tutti i gruppi sociali, ma diversi modi di interpretazione del reale a seconda della concezione del mondo e del ruolo che il singolo e il gruppo svolgono nel complesso delle relazioni sociali, e a seconda di come si sviluppa il contraddittorio rapporto tra il singolo e la società nel suo insieme. Questo significa legare il tema della ricerca alla situazione storica che sta vivendo il nostro Paese: è infatti in campo culturale che la crisi manifesta il suo carattere profondo. Negli anni dello sviluppo economico, pur nelle drammatiche contraddizioni che caratterizzarono questo processo, esistevano linee di tendenza positive definite dalla possibilità di promozione socioculturale e di espansione dei consumi individuali. Si ha oggi l’impressione di vivere un clima di disorientamento, di messa in crisi di certezze e valori. L’accresciuta domanda culturale non trova risposte adeguate e alimenta un senso di frustrazione individuale e collettivo. Il problema è quindi l’approfondimento dei vari aspetti in cui si articola la tematica di formazione e di politica

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Informazioni tesi

  Autore: Laura Tussi
  Tipo: Tesi di Master
Master in Ermeneutica della Formazione
Anno: 2007
Docente/Relatore: Paolo Mottana
Istituito da: Università degli Studi di Milano - Bicocca
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 79

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