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Regolamentazione e concorrenza nel settore del trasporto pubblico locale

Per anni in Italia il settore dei Trasporti pubblici locali è stato interessato da logiche monopolistiche e protezionistiche che sono state sicuramente alla base dei gravi dissesti finanziari che hanno ostacolato il rilancio del settore. Le ragioni che giustificano un simile assetto di mercato sono da ricondurre a fattori di natura sociale e tecnico-economica. Tra le prime rientra la necessità di garantire il diritto alla mobilità individuale ai cittadini di aree a bassa densità abitativa e alle fasce di popolazione più deboli come studenti ed anziani. Quanto alle ragioni di natura tecnico-economica molti studiosi hanno ritenuto che l’impossibilità del funzionamento efficiente del mercato è dovuta alla presenza nel settore delle caratteristiche proprie del monopolio naturale . Questo è il caso del trasporto metropolitano, delle ferrovie regionali,dei tram, per i quali la non duplicabilità dell’infrastruttura di rete da un punto di vista fisico ed economico non permette la presenza di una pluralità di imprese fornitrici lo stesso servizio. Una concorrenza nel mercato è impossibile da attuare, e anche se lo fosse non risulterebbe conveniente dal momento che gli elevati costi fissi permettono ai costi medi di produzione di diminuire al crescere della quantità di servizio erogata dall’impresa. È sicuramente possibile attuare un modello di concorrenza per il mercato, nel quale più concorrenti concorrono mediante procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione della gestione dei servizi di trasporto. Se allarghiamo poi il discorso al Trasporto pubblico su gomma le opinioni degli studiosi sono molteplici. Innanzitutto per quanto riguarda il discorso delle economie di scala non c’è uniformità di opinioni: alcuni ritengono esistano, altri ne limitano l’esistenza solo entro certe scale dimensionali e altri ancora ritengono che non esistano affatto. Tuttavia, se si considera la presenza di elevati costi fissi (es le.aree di stazionamento dei bus), di esternalità negative (congestione del traffico ed inquinamento atmosferico) e delle c.d economie di densità non sfruttate, anche per quanto riguarda il trasporto su gomma si può dire che la concorrenza nel mercato è meno efficiente di quella per il mercato. Analizzando la normativa di settore ed andando a vedere il suo stato di attuazione troveremo conferma di come, sia il legislatore comunitario che quello nazionale abbiano fatto loro tali considerazioni optando appunto per la concorrenza per il mercato e con essa tutto ciò che ne deriva. Nel corso del capitolo 1, dopo una breve definizione di servizio pubblico verrà analizzato il tema del Trasporto Pubblico Locale andando dapprima ad identificarlo, per poi proseguire con un’analisi attenta delle varie problematiche che lo contraddistinguono. Nel capitolo 2 si approfondiranno i principali interventi normativi riguardanti il settore del T.p.l. Inizieremo dalla legge quadro per l’ordinamento, la ristrutturazione ed il potenziamento dei trasporti pubblici locali per proseguire poi con i decreti Burlando, Lanzillotta, Bersani, Bianchi, la legge 133/2008 ed in particolare l’art 23.bis. Dopo questa rassegna normativa, il capitolo 3, dopo aver analizzato alcuni contributi letterari (tra cui quelli di Demsetz, Riordan,Sappington) sul tema delle aste, espone i vari modelli utilizzabili per attuare la concorrenza per il mercato. Nel capitolo 4 infine, l’analisi dello stato di attuazione delle gare metterà in evidenza una situazione profondamente disomogenea tra le regioni italiane.

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Introduzione Per anni in Italia il settore dei Trasporti pubblici locali è stato interessato da logiche monopolistiche e protezionistiche che sono state sicuramente alla base dei gravi dissesti finanziari che hanno ostacolato il rilancio del settore. Le ragioni che giustificano un simile assetto di mercato sono da ricondurre a fattori di natura sociale e tecnico-economica. Tra le prime rientra la necessità di garantire il diritto alla mobilità individuale ai cittadini di aree a bassa densità abitativa e alle fasce di popolazione più deboli come studenti ed anziani. Quanto alle ragioni di natura tecnico-economica molti studiosi hanno ritenuto che l’impossibilità del funzionamento efficiente del mercato è dovuta alla presenza nel settore delle caratteristiche proprie del monopolio naturale 1 . Questo è il caso del trasporto metropolitano, delle ferrovie regionali,dei tram, per i quali la non duplicabilità dell’infrastruttura di rete da un punto di vista fisico ed economico non permette la presenza di una pluralità di imprese fornitrici lo stesso servizio. Una concorrenza nel mercato è impossibile da attuare, e anche se lo fosse non risulterebbe conveniente dal momento che gli elevati costi fissi permettono ai costi medi di produzione di diminuire al crescere della quantità di servizio erogata dall’impresa. È sicuramente possibile attuare un modello di concorrenza per il mercato, nel quale più concorrenti concorrono mediante procedure ad evidenza pubblica per l’assegnazione della gestione dei servizi di trasporto. Se allarghiamo poi il discorso al Trasporto pubblico su gomma le opinioni degli studiosi sono molteplici. Innanzitutto per quanto riguarda il discorso delle economie di scala non c’è uniformità di opinioni: alcuni ritengono esistano, altri ne limitano l’esistenza solo entro certe scale dimensionali e altri ancora ritengono che non esistano affatto. Tuttavia, se si considera la presenza di elevati costi fissi (es le.aree di stazionamento dei bus), di esternalità negative (congestione del traffico ed inquinamento atmosferico) e delle c.d economie di densità 2 non sfruttate, anche per quanto riguarda il trasporto su gomma si può dire che la concorrenza nel 1 Per definizione, in tale mercato un solo operatore garantisce l’erogazione del servizio a condizioni economiche più favorevoli rispetto a due o più imprese, ciò grazie alla sub-additività dei costi che può derivare anche dalla presenza di economie di scala. Pagina 7  2 Le economie di densità sono prevalentemente legate alla riduzione del costo di fornitura del servizio per singolo passeggero a fronte dell’incremento della sua frequenza.

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