Da Kyoto a Copenhagen: il ruolo dell'Unione Europea
Questa tesi analizza l’evoluzione delle politiche internazionali volte alla prevenzione, all’adattamento e alla mitigazione dei cambiamenti climatici, con particolare attenzione al ruolo svolto dall’Unione Europea. L’obiettivo è duplice: verificare l’efficacia degli strumenti predisposti a livello globale, ed analizzare la posizione di leadership perseguita dall’UE. Si è cercato in particolare di illustrare gli interessi economici che soggiacciono all’ambiziosa strategia dell’UE in materia di emissioni clima-alteranti e di energia rinnovabile. Per procedere all’analisi è stato necessario approfondire preventivamente il problema dei cambiamenti climatici. In Appendice sono riportate le spiegazioni scientifiche del fenomeno: analisi dei combustibili fossili e degli scopi per cui sono utilizzati; presentazione dei vari gas serra e delle fonti responsabili della loro emissione; analisi della dinamica dei cambiamenti climatici, dall’accumulo delle concentrazioni atmosferiche di GHG all’aumento della temperatura globale media, fino al dispiegamento degli effetti sul clima ed agli impatti previsti sul sistema Terra. Sulla base di queste informazioni preliminari è stato possibile trattare nel Capitolo Primo il problema dei cambiamenti climatici sotto il profilo geo-economico e geo-politico, illustrando il livello e la distribuzione attuale delle emissioni globali, l’evoluzione di queste variabili nel tempo e la proiezione prevista per il futuro. A seguire, una spiegazione delle connessioni della questione climatica con l’economia e con la Scienza Economica. Nel Secondo Capitolo è stata effettuata un’analisi del Protocollo di Kyōto, con particolare attenzione ai meccanismi flessibili introdotti. La convenienza del commercio dei diritti di emissione, o Emission Trading, viene illustrata teoricamente mediante comparazione. A seguire, viene spiegato il funzionamento dei sistemi di Joint Implementation e di Clean Development Mechanism, insieme al ruolo di intermediazione svolto dai Carbon Funds. Lo scopo è quello di delineare un quadro chiaro delle alternative che si presentano alle imprese costrette a ridurre le proprie emissioni e poste di fronte alla scelta tra i costi dell’abbattimento interno ed il ricorso al mercato del carbonio. Questo nuovo mercato globale è stato poi analizzato nella sua struttura, osservandone le dimensioni attuali in termini di volume e di valore ed il modo in cui è evoluto. Il Secondo Capitolo si conclude con un bilancio dell’efficacia del Protocollo di Kyoto. Nel Terzo Capitolo l’attenzione è stata focalizzata sull’Unione Europea, e sulla sua implementazione del Protocollo. L’analisi si è rivolta dapprima a verificare il sistema con cui l’U.E. ha ridistribuito gli impegni di abbattimento/controllo delle emissioni tra i suoi Stati membri: il “Burden Sharing Agreement” viene spiegato e sottoposto a critica. La ragione dei progressi europei nel raggiungimento degli obiettivi di Kyoto è stata ricercata negli strumenti istituiti a livello comunitario: primo fra tutti l’Emission Trading Scheme. Questo sistema è stato analizzato nelle sue due fasi di attuazione: quella sperimentale e quella effettiva in vigore dal 2008 al 2012. A fronte delle imperfezioni di questo meccanismo flessibile intra-europeo, comunque il più importante al mondo, si è scelto di prestare attenzione alle innovazioni predisposte per la fase che seguirà alla scadenza del Protocollo, sulla base degli impegni unilaterali che l’Unione Europea ha fissato per il periodo 2102–2020. Il “Pacchetto Clima-Energia” è stato così analizzato, guardando con occhio economico ai costi comportati da ciascuna misura. In seguito si è proceduto all’identificazione e alla quantificazione degli interessi economici che guidano l’azione dell’Unione Europea contro il climate change. L’assunto di partenza, infatti, presuppone che l’UE tragga dei benefici netti dal suo impegno sul fronte climatico, ed in particolare dall’interconnessione della politica contro le emissioni alla strategia di sicurezza energetica. Il Quarto Capitolo, poi, permette di sottoporre le ambizioni europee alla prova dei fatti, a fronte dell’esito della Conferenza di Copenhagen. Il documento prodotto dal vertice, noto come “Copenhagen Accord”, è stato analizzato in anteprima. In seguito sono state analizzate le posizione di Stati Uniti e di Cina, e le ragioni economiche della loro scarsa propensione all’abbattimento vincolante delle emissioni. Questi due Paesi, responsabili della quota maggiore di gas serra rilasciati oggi a livello mondiale, hanno infatti una spiccata propensione all’unilateralismo, e peculiari interessi da proteggere in campo energetico. A fronte dell’esito della Conferenza di Copenhagen, la strategia europea volta al raggiungimento della leadership internazionale viene messa in questione, e nell’ultimo paragrafo è possibile avere un’anticipazione delle modifiche che l’Unione Europea sembra intenzionata ad introdurre nella propria strategia per il futuro.
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Ferretti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Relazioni internazionali |
Relatore: | Alberto Quadrio Curzio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 366 |
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