Proprietà intellettuale e commercio internazionale: l'approccio pragmatico dei Gatt-Trips
L'innovazione tecnologica e, in particolare, l'attività di ricerca e sviluppo assumono un ruolo di primo piano nell'economia moderna, destinato a diventare sempre più centrale. Sono strumenti strategici per la concorrenza internazionale: da un lato decisivi per il miglioramento continuo delle produzioni più tradizionali, dall'altro la fonte principale per nuove produzioni di beni e di servizi.
Le armi strategiche per lo sviluppo dell'innovazione tecnologica e per la penetrazione dei mercati esteri sono i diritti di proprietà intellettuale (Intellectual Property Rights, IPRs): elementi costitutivi della nuova ricchezza e, allo stesso tempo, condizione essenziale del suo sviluppo. Emerge dunque il ruolo centrale della proprietà intellettuale e dei diritti da essa derivanti nell'ambito del commercio internazionale. Emerge la necessità di una tutela adeguata dei diritti di proprietà intellettuale che operi su scala internazionale e che sia il più uniforme possibile. Bisogna tenere presente che la tendenza internazionale al rafforzamento della tutela della proprietà intellettuale può facilmente sfociare in eccessi protezionistici che, nel lungo periodo, pregiudicano le condizioni di concorrenza internazionale arrecando danno non solo ai paesi in via di sviluppo (PVS) e a quelli di recente industrializzazione, ma anche a quei paesi, tra i quali l'Italia, che, già industrializzati, devono ancora crescere in termini di politica dell'innovazione. L'accordo dei GATT-TRIPs (Trade related Aspects of Intellectual Property Rights) si concentra proprio su quegli aspetti della proprietà intellettuale e dei diritti ad essa correlati che sono attinenti al commercio. Il TRIPs è l'accordo multilaterale sulla proprietà intellettuale di portata in assoluto più ampia. La sua disciplina contempla le aree più tradizionali della proprietà intellettuale (diritto d'autore, brevetto, marchio), ne introduce di nuove (software, compilazione di dati o database), dà una collocazione autonoma e sistematica ad altre aree (indicazioni geografiche), realizza il progetto di una disciplina internazionale per le topografie di prodotti a semiconduttori, riconosce una protezione sostanziale alle informazioni riservate (know how) considerate meritevoli di tutela ma non ancora istituto di proprietà intellettuale a tutti gli effetti.
Caratteristica intrinseca dell'Accordo è l'essere standard minimo di tutela: prescrive, per ciascuna delle aree di sua competenza, il livello minimo di protezione cui gli Stati membri devono conformarsi. Il livello minimo è ottenuto per lo più partendo dalla disciplina sostanziale fornita dai testi normativi internazionali preesistenti e generalmente accettati (Convenzione di Berna, Convenzione di Parigi e il Trattato IPIC sulle topografie di prodotti a semiconduttori). A questa l'Accordo aggiunge un impianto normativo proprio che disciplina - ad un livello minimale ma uniforme e sostanziale - le questioni più complesse dal punto di vista politico e quelle più nuove dal punto di vista tecnologico.
L'Accordo TRIPs è innovativo anche nella disciplina in materia di tutela dei diritti di proprietà intellettuale: predispone un compendio degli obblighi generali ai quali tutte le procedure devono sottostare. Ricordo, ad esempio, il principio di lealtà e d'equità, i criteri di efficacia e di rapidità, la necessità di salvaguardie contro l'abuso delle procedure stesse, il richiamo ai diritti universali delle parti in giudizio, le disposizioni rigorose e dettagliate sui procedimenti civili ed amministrativi, sulle misure provvisorie e sui provvedimenti alle frontiere contro gli atti di pirateria e la contraffazione, sui procedimenti e le sanzioni di natura penale.
Il successo del TRIPs è dovuto in primo luogo alla flessibilità che esso concede ai suoi membri di definire le modalità con cui dare attuazione alle disposizioni cogenti e di elevare ulteriormente, se lo desiderano, lo standard minimo di protezione. Queste considerazioni valgono tanto per i paesi industrializzati quanto per quelli in via di sviluppo. Non c'è dubbio che il foro del GATT si sia dimostrato adeguato a gestire l'area della proprietà intellettuale. Non tanto perchè sia riuscito a realizzare il contemperamento degli interesse contrapposti di paesi e regioni strutturalmente diverse (su questo punto è lecito avere dubbi). Quanto per l'avere costituito una sede di discussione e di confronto multilaterale che consente ai paesi in via di sviluppo di abbandonare la negoziazione bilaterale, all'interno della quale si sono sempre trovati in posizione di inferiorità. Il GATT, infatti, offre una molteplicità di tavoli negoziali diversi, il che aumenta le probabilità di successo di ciascuna trattativa. Il risultato è stato un accordo che rende universali gli strumenti e i principi di tutela elaborati dai paesi industrializzati, senza essere un'impostazione subita dai paesi in via di sviluppo.
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Informazioni tesi
Autore: | Claudia Rita Iacovone |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Milano - Bicocca |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia del Commercio Internaz. e dei Mercati Valutari |
Relatore: | Claudio Biscaretti di Ruffia |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 176 |
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