L'oro al tempo della crisi: bene rifugio o grande inganno?
Il presente elaborato ha come scopo quello di presentare l’oro come forma di investimento alternativo, facendo emergere la sua importanza all’interno di un portafoglio ben diversificato e dimostrando se possa essere considerato un bene rifugio in grado di resistere anche nei più cupi periodi di crisi.
Il target di riferimento vuole essere quello della clientela retail che desidera affacciarsi a questa forma di investimento.
La struttura della ricerca è la seguente:
- Primo capitolo: “L’oro, caratteristiche generali”;
- Secondo capitolo: “L’oro nel settore finanziario”;
- Terzo capitolo: “Gli strumenti di investimento in oro”;
- Quarto capitolo: “La dorata Confederazione”;
- Quindi capitolo: “Conclusioni”;
Il primo capitolo è un excursus introduttivo necessario per permettere, a coloro che desiderano investire in oro, di comprendere la struttura di questa materia prima, le sue molteplici proprietà, i suoi utilizzi e la simbologia che il metallo prezioso ha acquisito nel corso dei secoli.
Il secondo capitolo, invece, inquadra l’oro nel settore finanziario. Viene qui analizzato il report del World Gold Council “What drives gold? Factor that influence gold and its role in a portfolio” che studia le variabili in grado di modificarne il prezzo (le valute, l’inflazione, i tassi di interesse, la propensione al consumo e l’aumento del reddito, il rischio sistemico e il rischio di coda, i movimenti delle quotazioni a breve termine, l’offerta d’oro). Il capitolo si conclude con una sezione dedicata all’analisi fondamentale che dimostra come l’attenzione degli operatori del settore verso l’oro sia alta e all’analisi tecnica che permette di riflettere su alcuni valori chiave della sua quotazione.
Con il terzo capitolo si entra nel vivo dell’investimento in oro e vengono presentati gli strumenti concreti per investire nel metallo giallo. Le tradizionali forme di investimento in oro fisico (gioielli, placchette, lingotti, etc.) sono state affiancate da quello che viene definito oro finanziario (azioni aurifere, fondi e Sicav specializzati, ETF, ETC, etc.). L’investimento in oro però, nonostante l’era di internet ne abbia facilitato l’accesso e la gestione, resta in ogni caso un investimento rischioso, quindi la determinazione della forma di negoziazione e del profilo di rischio resta un elemento imprescindibile che deve sempre essere tenuto in conto e mai dimenticato.
Il quarto capitolo prende spunto dall’articolo online di Daniele Mariani “La Svizzera, crocevia dell’oro”. Nella Confederazione, infatti, viene raffinato il 70% dell’oro mondiale e attraverso i sui confini passano i 2/3 dell’oro del pianeta. In particolare in Ticino sono presenti quattro delle sei aziende svizzere (Valcambi SA, Pamp SA, Argor Heraus, Metalor Technologies SA) facenti parti della Good Delivery List della London Bullion Market Association. Nella seconda parte del capitolo sono presentati tre prodotti che UBS, Credit Suisse e Banca Raiffeisen hanno attualmente tra le loro proposte di investimento.
Il capitolo conclusivo inizia presentando i vantaggi e gli svantaggi di un investimento in oro cartaceo e porta alla luce l’importanza dell’oro nel processo di asset allocation dell’investitore moderno. Uno studio del 2011 dell’Oxford Economics ha determinato che la percentuale ideale di oro di un portafoglio dovrebbe variare dal 4-9%, a seconda dell’appetito di rischio dell’investitore. Sulla stessa linea si muove il World Gold Council che individua una percentuale del 5-6% e definisce l’oro come perno centrale per un paniere bilanciato. II capitolo continua con uno studio del Dipartimento Wealth Management di Banca Federico del Vecchio dove emerge chiaramente quanto la detenzione di oro migliori la performance, il rischio nonché l’efficienza complessiva del portafoglio.
La ricerca si conclude con una sezione dedicata alle mie riflessioni personali sulla tematica affrontata dove rispondo affermativamente alla domanda se l’oro possa essere considerato un bene rifugio in quanto protegge dall’inflazione, diversifica il portafoglio, minimizza il rischio controparte e permette una gestione ottimale del rischio sistemico.
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Informazioni tesi
Autore: | Alessio Viganò |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Banking and Finance |
Anno: | 2016 |
Docente/Relatore: | Nadir Rodoni |
Istituito da: | Centro di Studi Bancari - Villa Negroni - Lugano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 108 |
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