GRADUATE’S DIPLOMA IN BANKING AND FINANCE 2016
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RIASSUNTO DEL LAVORO
Il presente elaborato ha come scopo quello di presentare l’oro come forma di investimento
alternativo, facendo emergere la sua importanza all’interno di un portafoglio ben diversificato e
dimostrando se possa essere considerato un bene rifugio in grado di resistere anche nei più cupi
periodi di crisi.
Il target di riferimento vuole essere quello della clientela retail che desidera affacciarsi a questa
forma di investimento.
La struttura della ricerca è la seguente:
- Primo capitolo: “L’oro, caratteristiche generali”;
- Secondo capitolo: “L’oro nel settore finanziario”;
- Terzo capitolo: “Gli strumenti di investimento in oro”;
- Quarto capitolo: “La dorata Confederazione”;
- Quindi capitolo: “Conclusioni”;
Il primo capitolo è un excursus introduttivo necessario per permettere, a coloro che desiderano
investire in oro, di comprendere la struttura di questa materia prima, le sue molteplici proprietà, i suoi
utilizzi e la simbologia che il metallo prezioso ha acquisito nel corso dei secoli.
Il secondo capitolo, invece, inquadra l’oro nel settore finanziario. Viene qui analizzato il report del
World Gold Council “What drives gold? Factor that influence gold and its role in a portfolio” che
studia le variabili in grado di modificarne il prezzo (le valute, l’inflazione, i tassi di interesse, la
propensione al consumo e l’aumento del reddito, il rischio sistemico e il rischio di coda, i movimenti
delle quotazioni a breve termine, l’offerta d’oro). Il capitolo si conclude con una sezione dedicata
all’analisi fondamentale che dimostra come l’attenzione degli operatori del settore verso l’oro sia
alta e all’analisi tecnica che permette di riflettere su alcuni valori chiave della sua quotazione.
Con il terzo capitolo si entra nel vivo dell’investimento in oro e vengono presentati gli strumenti
concreti per investire nel metallo giallo. Le tradizionali forme di investimento in oro fisico (gioielli,
placchette, lingotti, etc.) sono state affiancate da quello che viene definito oro finanziario (azioni
aurifere, fondi e Sicav specializzati, ETF, ETC, etc.). L’investimento in oro però, nonostante l’era di
internet ne abbia facilitato l’accesso e la gestione, resta in ogni caso un investimento rischioso, quindi
la determinazione della forma di negoziazione e del profilo di rischio resta un elemento
imprescindibile che deve sempre essere tenuto in conto e mai dimenticato.
Il quarto capitolo prende spunto dall’articolo online di Daniele Mariani “La Svizzera, crocevia
dell’oro”. Nella Confederazione, infatti, viene raffinato il 70% dell’oro mondiale e attraverso i sui
confini passano i 2/3 dell’oro del pianeta. In particolare in Ticino sono presenti quattro delle sei
aziende svizzere (Valcambi SA, Pamp SA, Argor Heraus, Metalor Technologies SA) facenti parti della
Good Delivery List della London Bullion Market Association. Nella seconda parte del capitolo sono
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presentati tre prodotti che UBS, Credit Suisse e Banca Raiffeisen hanno attualmente tra le loro
proposte di investimento.
Il capitolo conclusivo inizia presentando i vantaggi e gli svantaggi di un investimento in oro cartaceo
e porta alla luce l’importanza dell’oro nel processo di asset allocation dell’investitore moderno. Uno
studio del 2011 dell’Oxford Economics ha determinato che la percentuale ideale di oro di un
portafoglio dovrebbe variare dal 4-9%, a seconda dell’appetito di rischio dell’investitore. Sulla stessa
linea si muove il World Gold Council che individua una percentuale del 5-6% e definisce l’oro come
perno centrale per un paniere bilanciato. II capitolo continua con uno studio del Dipartimento
Wealth Management di Banca Federico del Vecchio dove emerge chiaramente quanto la
detenzione di oro migliori la performance, il rischio nonché l’efficienza complessiva del portafoglio.
La ricerca si conclude con una sezione dedicata alle mie riflessioni personali sulla tematica
affrontata dove rispondo affermativamente alla domanda se l’oro possa essere considerato un
bene rifugio in quanto protegge dall’inflazione, diversifica il portafoglio, minimizza il rischio
controparte e permette una gestione ottimale del rischio sistemico.
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INTRODUZIONE
Nelle scienze economiche, e in particolar modo nella finanza, l’oro riveste da tempo immemorabile
un ruolo cruciale e, per certi versi, peculiare.
Nell’antichità, infatti, gli è stata riconosciuta una funzione monetaria come unità di conto, mezzo di
scambio e riserva di valore: il metallo giallo ha indotto appetiti e bramosie in nome dei quali si sono
scatenati non pochi conflitti tesi ad assicurarsi un prezioso bottino.
Nel 1816 l’Inghilterra ha introdotto il “Gold Standard System
1
” che prevedeva la piena convertibilità
in oro delle monete dei paesi aderenti, che erano pertanto legate tra di loro da un regime di cambi
fissi. Nonostante questo sistema venne abbandonato nel 1914, l’oro ha acquisito nuovamente
rilevanza “ufficiale” come parametro di riferimento con gli accordi di Bretton Woods nel 1944, che
hanno introdotto il “Sistema monetario a cambio aureo
2
” che si incentrava su un doppio standard
valutario, rappresentato dall’oro e dal dollaro. Negli anni Settanta questa struttura decadde
completamente, quando il presidente americano Richard Nixon sancì l’inconvertibilità del dollaro in
oro, determinando la nascita del mercato moderno del metallo giallo. Ancora oggi, per altro, le
riserve di alcuni fra i maggiori Stati mondiali sono costituite in larga parte da investimenti in oro.
Tutti questi fattori hanno quindi da sempre fatto associare l’oro, in modo quasi istintivo e naturale, al
concetto di ricchezza, di opulenza e di solidità finanziaria.
A prescindere dal potere evocativo dell’oro, i turbolenti avvenimenti di questi ultimi anni ne hanno
riaffermato e se possibile enfatizzato la natura di bene rifugio verso il quale indirizzarsi soprattutto nei
periodi di crisi per proteggersi, almeno in parte, dal rischio sistemico, dal rischio di improvvise
fiammate inflazionistiche, dalle evidenti discese delle quotazioni degli investimenti finanziari ordinari,
dal rischio emittente. Alla luce di tali caratteristiche, non sorprende che l’oro sia ormai diventato un
asset class presente con significativa frequenza anche nei portafogli della clientela private banking,
notoriamente sensibile all’individuazione di investimenti in grado di preservare l’integrità del capitale
investito, soprattutto in fasi di ciclo economico negativo e di instabilità finanziaria.
In questi ultimi anni, parallelamente al crescere della consapevolezza circa la potenzialità
dell’investimento in oro, si è assistito alla rapida proliferazione di strumenti finanziari che sono andati
ad aggiungersi alla tradizionale detenzione di monete, lingotti e conti correnti in oro. Le principali
case internazionali hanno cavalcato questa tendenza inducendo la comparsa sul mercato di
strumenti di risparmio gestito come Sicav e fondi specializzati, ETF, ETC, covered warrant, nonché di
un’ampia tipologia di certificati e di altri strumenti derivati.
1
Il Gold Standard System ha posto le basi per il raggiungimento di una elevata stabilità economica a livello
internazionale, contraddistinta da ritmi di crescita sostenuti, bassi tassi di disoccupazione e inflazione sotto
controllo.
2
Perno del progetto ideato dall’economista statunitense White era la creazione di un Fondo Monetario di
Stabilizzazione. Per appartenervi i membri “si dovevano impegnare ad esprimere la parità delle monete in oro
o dollari sulla base del valore del 1° luglio 1944, cioè 35 dollari per oncia e si dovevano impegnare a mantenere
le oscillazioni dei tassi di cambio sul mercato entro l’1% della parità con il dollaro”.
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In questa era della flessibilità si aprono quindi nuove prospettive per tutti, per cittadini e governi, per
risparmiatori e speculatori, nemici del rischio che ritrovano un antichissimo bene rifugio e amici del
rischio che scoprono una “nuova materia prima” con la quale dare vita a sofisticati strumenti
finanziari, nuove prospettive e nuovi orizzonti, una nuova realtà dell’oro, tutta da esplorare e da
capire.
Con il presente elaborato, desidero dare una risposta al quesito che mi sono posto inizialmente, vale
a dire se l’oro, in un periodo di crisi come quello attuale, possa essere ancora considerato un bene
rifugio oppure se il mito dell’oro si sia miserabilmente trasformato in un mero inganno. Per
raggiungere il mio obiettivo ho posto l’attenzione su alcuni aspetti che ritengo fondamentali e che
sono:
- L’individuazione dei fattori che incidono sull’andamento del prezzo dell’oro;
- La descrizione degli strumenti finanziari che i trader possono utilizzare per investire sull’oro, sia
fisico sia cartaceo.
- La presentazione e l’analisi di prospetti informativi di banche che offrono investimenti in oro;
- La spiegazione dell’importanza dell’oro all’interno di un moderno portafoglio finanziario;
Alessio Viganò
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CAPITOLO 1: L’ORO, CARATTERISTICHE GENERALI
“Come è giunto l’oro ad avere il massimo valore?
Perché non è volgare,
non è utile e luccica di mite splendore;
sempre esso dona se stesso.
Solo come riflesso della virtù più nobile,
l’oro giunse al più nobile valore”
Friedrich Nietzsche
1
, “Così parlò Zarathustra”, 1883/85
LE BASI
L’oro presenta le seguenti caratteristiche:
- è un metallo di transizione tenero, estremamente raro in natura e generalmente di colore
giallastro, ma può assumere anche colorazioni cromatiche differenti in base alle leghe con cui
viene utilizzato;
- si trova al numero 79 della tavola periodica degli elementi, dopo il platino e prima del mercurio,
ed il suo simbolo “Au” deriva dal latino aurum (alba scintillante), poi trasformatosi in orum nel
latino volgare;
- nonostante il suo elevato peso specifico
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è estremamente duttile e malleabile;
- è inattaccabile sia dall’aria sia dalla maggior parte degli agenti chimici, come l’ossigeno,
l’umidità e gli acidi. Viene corroso soltanto dall’acqua regia, dallo ione cianuro e dal mercurio,
in presenza del quale si scioglie formando amalgami;
- ha una temperatura di fusione relativamente bassa di 1.064 gradi e questo ha reso possibile la
sua lavorazione sin dall’antichità, rendendolo un metallo molto utilizzato già a partire dall’epoca
egizia. Il suo punto di ebollizione è fissato a 2.808 gradi;
- allo stato nativo è possibile trovarlo sotto forma di pepite e pagliuzze nei depositi alluvionali;
- in ambito finanziario il codice valuta dell’oro è XAU
3
;
L’ORO IN NATURA
L’oro si trova in natura all’interno dei giacimenti aurei dove assume la forma di filamenti, lamine,
granelli, cristalli e talvolta, quando si presenta in quantità più elevate, di pepite.
I giacimenti auriferi si suddividono in:
1
E’ stato un filosofo, poeta, compositore e filologo tedesco, considerato tra i massimi filosofi e pensatori di ogni
tempo.
2
Il peso specifico dell’oro è di circa 19,3 grammi al centimetro cubo, circa il 50% in più del mercurio e quasi il
doppio di piombo e argento. Soltanto i metalli del gruppo del platino superano questa densità. La durezza
dell’oro è 2,5-3.
3
Secondo gli standard internazionali ISO 4127 che descrivono valute e metalli preziosi con un codice di tre
lettere (es: USD = dollaro; EUR = euro; CHF = franco svizzero; XPD = palladio; XAG = argento).
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- Giacimenti primari o nativi quando si è in presenza di vene o filoni che attraversano formazioni
rocciose di quarzo aurifero o di altri solfuri minerali;
- Giacimenti secondari quando le pagliuzze e i filamenti aurei sono reperibili nei sedimenti, cioè
nelle sabbie e nelle ghiaie dei letti fluviali, che trovano continua alimentazione dalla lenta
disgregazione di rocce contenute nei filoni. Durante il trasporto da parte dell’acqua, questi
sedimenti auriferi vengono liberati, andando ad accumularsi sui fondali di torrenti e rigagnoli;
Sia l’oro estratto dai filoni rocciosi sia quello dei giacimenti secondari, NON è mai del tutto puro da
un punto di vista chimico in quanto si presenta in lega naturale con altri minerali.
UNITÀ DI MISURA: CARATI E ONCE
L’unità di misura per esprimere la purezza dell’oro è il carato, termine che proviene dall’arabo qerat
e a sua volta dal termine greco kerátion, diminutivo di kéras (seme di carruba), un tempo utilizzato
come unità di riferimento per la massa. L’oro a 24 carati è allo stato puro: in gioielleria viene invece
utilizzato con una purezza non superiore ai 18 carati. Questo avviene per questioni pratiche, infatti
una proporzione superiore di oro ne renderebbe difficoltosa la lavorazione perché l’oro allo stato
puro è troppo tenero. Per questa ragione, viene lavorato congiuntamente con altri metalli: per
esempio l’oro verde è composto dal 75% di oro, dal 12,5% da argento e dal 12,5% da rame.
Parallelamente al carato, utilizzato principalmente negli Stati Uniti, in Europa si è diffusa la
misurazione dell’oro in millesimi che indicano le parti d’oro puro contenute nel metallo su base
millesimale (12 carati corrisponderanno quindi a 500‰ e 24 carati ad almeno 999‰). Un carato
quindi corrisponde a 41,666 millesimi di grammo d’oro nella lega.
L’unità di misura ufficiale per il peso dell’oro è l’oncia troy che è pari a 31,103476 grammi. Utilizzata
già dall’impero britannico
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, è oggigiorno la misura internazionale per il peso di metalli preziosi,
gemme e polvere da sparo. Il suo nome deriva dal medio-franco alterato unce, a sua volta dal latino
uncia e quindi da unu cioè uno. Il nome troy, invece, potrebbe derivare dalla città francese di Troyes,
dove veniva utilizzata in epoca medievale come riferimento per le misurazioni ponderali nella locale
fiera cittadina.
USI E APPLICAZIONI DELL’ORO
L’oro, grazie alle sue svariate proprietà ed al suo alto potenziale, viene attualmente utilizzato in
molteplici attività:
- L’oro è un metallo molto richiesto in ambito industriale per via della sua elevata resistenza alla
corrosione e della sua alta conduttività termica ed elettrica, in particolare nel settore elettronico
(apparecchi per telecomunicazioni, motori jet, computer, etc.);
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L’oncia troy era utilizzata in Gran Bretagna nel settore privato già attorno al 1400, ma a partire dal 1527 venne
adottata anche per le coniature.
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- Il metallo prezioso trova poi applicazione in campo medico-diagnostico (dall’odontoiatria
all’elettroresi), così come in ambito astronautico (come rivestimento protettivo di molti satelliti
artificiali) e fotografico;
- Viene impiegato con finalità ornamentali in tessuti e gioielli di vario tipo. Nel corso dei secoli ha
trovato spazio anche sui banchetti regali, come condimento e ornamento delle portate di alta
cucina;
L’ORO E I SUOI SIGNIFICATI
Innumerevoli sono i significati che l’uomo ha attribuito all’oro fin dall’antichità: purezza, lealtà e
prestigio sono i più comuni. Secondo la narrazione del Vangelo di Matteo, l’oro fu uno dei doni che
i Re Magi consegnarono al bambin Gesù per simboleggiarne la Sua regalità. Per il Buddismo è uno
dei sette tesori e viene equiparato alla fede e alla retta convinzione.
Oltre ad un aspetto simbolico, l’oro ha racchiuso in sé anche la concezione del valore che lo ha
portato a divenire nei secoli il simbolo della perfezione e della vittoria. Tuttora molti dei prestigiosi
riconoscimenti a livello internazionale sono indissolubilmente correlati alla parola oro (Oscar di
Hollywood, medaglie d’oro delle Olimpiadi, medaglia del premio Nobel, medaglia al valore militare
o civile, etc.).
Non mancano poi le espressioni popolari, i detti e i proverbi legati all’oro (“non è tutto oro ciò che
luccica”; “la parola è d’argento, il silenzio d’oro”; “il mattino ha l’oro in bocca”; etc.) che esaltano
la virtù del metallo giallo, mettono in guardia sui rischi derivanti dalla ricchezza o sottolineano
l’importanza di altre virtù superiori alla ricchezza.
I NUMERI DELL’ORO
Dal 1919 al 2014, sono stati 5 i membri (N.M. Rothschild, Pixley & Abel, Mocatta & Goldsmid, Samuel
Montagu, Sharps & Wilkins) del London Gold Fixing, il mercato giornaliero dell’oro con sede a
Londra. Nel maggio 2015 i full market makers erano Barlclays Bank Plc, Goldman Sachs
International, HSBC Bank USA NA, JP Morgan Chase Bank, UBS AG
146 minuti è la durata del London Gold Fixing più lungo, svoltosi il 23 marzo 1990
19.320 kg è il peso di un metro cubo di oro
1.920 $/oncia è il record storico raggiunto dalle quotazioni dell’oro nell’estate 2011
34% del totale è la percentuale dell’oro riciclato o riutilizzato sul totale dell’oro immesso sul
mercato nel 2012
4.736 tonnellate è la produzione complessiva di oro del 2013
177.082 tonnellate è la stima della quantità complessiva di oro estratta dall’uomo nel corso dei
secoli a fine 2013
20.000-25.000 tonnellate è l’oro presente sotto forma di gioielli e lingotti nelle abitazioni indiane