L'istituto dell'apprendistato: evoluzione normativa e contenuti formativi. Dalla legge n.25/1955 al decreto legislativo n.167/2011.
L'istituto dell'apprendistato (o, dal 2003 in poi, degli “apprendistati”) nasce storicamente come strumento atto a realizzare il dettato costituzionale presente all'art. 35 comma 2 (“La Repubblica cura la formazione e l'elevazione professionale dei lavoratori”). Sin dalla prima indicazione legislativa in merito, la legge 19 gennaio 1955 n.25, l'elemento caratterizzante dell'apprendistato appariva essere l'elemento formativo, che caratterizzava la causa mista del contratto. Il sinallagma contrattuale è dunque composto da una parte dalla prestazione dell'opera, in azienda, dell'apprendista, e dall'altra dalla corresponsione di una retribuzione assieme all'obbligo di fornire “l'insegnamento necessario perché possa conseguire la capacità tecnica per diventare lavoratore qualificato”. Il contratto di apprendistato ha subito, a fasi alterne, diverse integrazioni e modificazioni. Dagli anni '50 agli anni '90 sono intercorse solamente integrazioni alle indicazioni fornite dalla legge 25/1955, mentre dal 1997 ad oggi si sono succedute ben tre diverse previsioni normative atte a riformare o a riscrivere la legislazione in materia, per ultimo il Testo Unico dell'apprendistato (d.lgs. n.167/2011). Come spesso succede, anche questo istituto giuridico ha subito, nel corso della propria evoluzione, l'influenza del mutevole scenario economico circostante. Nel corso della trattazione si cercherà di indagare come gli obiettivi particolari che hanno mosso le varie esperienze legislative hanno suscitato un netto cambiamento rispetto all'idea iniziale di apprendistato come strumento per realizzare la formazione professionale dei (giovani) lavoratori. Nella fattispecie si potrà notare come il passo accelerato degli interventi succedutisi nelle ultime due decadi sia stato dettato dalla cornice di crisi occupazionale che il nostro paese sta vivendo. Tuttavia deve essere ribadita, a fianco della funzione di accrescimento dell'occupazione grazie al ponte che l'apprendistato getta tra mondo dell'istruzione e mondo del lavoro, la necessità di fornire ai giovani apprendisti una formazione adeguata al conseguimento di una qualifica. Si ribadisce l'assoluta necessità di non lasciare varchi, nella legislazione, per eventuali abusi della figura contrattuale in questione, particolarmente attraente a causa della possibilità di abbattimento del costo del lavoro da parte delle imprese.
Il primo paragrafo del presente lavoro tratterà estensivamente della indicazioni principali dell'apprendistato, sottolineando anche la loro evoluzione nel corso del tempo. Il secondo paragrafo è interamente dedicato alla tripartizione della figura dell'apprendistato avvenuta con la cosiddetta “riforma Biagi”. Il terzo paragrafo si concentra sui contenuti formativi e su come essi si siano evoluti all'interno dell'apprendistato, a partire dagli anni '50 fino ai più recenti rilievi giurisprudenziali. Infine, l'ultimo paragrafo tratterà brevemente le disposizioni contenute nel Testo Unico dell'apprendistato, mettendole a confronto con la legislazione precedente.
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Informazioni tesi
Autore: | Davide Buzzoni |
Tipo: | Tesi di Master |
Master in | Diritto del lavoro e della previdenza sociale |
Anno: | 2011 |
Docente/Relatore: | Roberta Nunin |
Istituito da: | Università degli Studi di Trieste |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 46 |
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L'apprendistato
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