Figure femminili nella letteratura russa
La letteratura russa offre una straordinaria galleria di eccezionali figure femminili, ognuna dotata di una propria originale identità, assolutamente affascinante nella sua unicità. I romanzi russi codificano immagini femminili così profondamente diverse tra loro e tutte talmente accattivanti e seducenti, che veramente risulta difficile operare una scelta. Il criterio fondamentale da cui mi sono fatta guidare nella scelta delle eroine è stato anzitutto quello di rintracciare, nel vasto panorama della letteratura russa, figure femminili quanto più originali e diverse tra loro, proprio per illustrare quanto ricca e variegata sia l’interpretazione della realtà femminile all’interno dei romanzi russi.
La mia analisi si struttura in una prospettiva diacronica, descrivendo un arco temporale che da Anna Karenina giunge sino alla prosa contemporanea di Ljudmila Petruševskaja, e alla sua ricca collezione di ritratti femminili.
Anna Karenina si pone come un paradigma insuperabile di femminilità, una tappa imprescindibile in qualunque analisi che, come la mia, voglia esplorare i luoghi più interessanti e significativi dell’iconografia femminile. Anna, che per altro è l’unica eroina dell’Ottocento trattata nella mia analisi, è una delle immagini femminili più affascinanti e avvincenti della letteratura russa. Protagonista di una storia antica e sempre uguale di amore e morte, Anna è una donna senza tempo, è tanto una donna primitiva nella forza istintiva e travolgente delle sue passioni, quanto una donna straordinariamente moderna, poiché in lei si esprime una mentalità femminile eterna, tutt’oggi ampiamente diffusa.
Nella sua tragica esperienza si riflette infatti quella che è una vicenda archetipica e sempre attuale di un sogno ingenuo e fanciullesco che resta inevitabilmente e drammaticamente deluso. La storia di Anna è la storia di un’anima femminile che sogna, si culla nelle illusioni, vive romanticamente l’amore come un’esperienza totalizzante e assoluta; è la vicenda eterna di tutti i cuori ingenui che si consacrano all’amore, si gettano alla ricerca folle della felicità, in un’utopica e irrealizzabile fuga dalla realtà, solo per poi esser costrette a tornarvi in maniera ancor più dolorosa e drammatica.
A partire da questa eccezionale eroina che è Anna Karenina, passando attraverso personaggi come la straordinaria ribelle I-330 di Zamjatin, e la coraggiosa ma rassegnata Lara di Pasternak, si giunge alle donne della Petruševskaja, un’umanità femminile delusa e scoraggiata, che in disperata solitudine affronta l’orrore quotidiano della realtà sovietica.
All’interno della variegata popolazione femminile descritta dalla Petruševskaja, ho scelto un’eroina in particolare, Alëna (Il mio tempo è la notte), poiché la sua vicenda presenta affascinanti analogie con quella di Anna Karenina. È passato circa un secolo dal suicidio di Anna, eppure Alëna, e milioni di ragazze come lei, commettono tuttora lo stesso ingenuo e sciocco errore di Anna: rifuggono la realtà concreta per vivere di sogni e fantasie romantiche, senza prevedere che, come la triste storia di Anna insegna, chi vola troppo in alto sulla scia delle proprie romantiche illusioni poi, inevitabilmente, cade, scontrandosi dolorosamente con la realtà.
Anna, I-330, Lara e Alëna si presentano come punto di convergenza di più caratteri femminili. Sono figure così remote tra loro, esprimono valori e modelli comportamentali così diversi, da costituire esempi veramente significativi della straordinaria ricchezza e varietà dell’iconografia femminile nei romanzi russi. Ci troviamo di fronte a eroine molto complesse, per così dire poliedriche, dalle mille facce, dotate di un notevole spessore psicologico. L’identità di questi personaggi è così fluida e complicata, che può esser catturata solo collocandosi all’incrocio di più percorsi interpretativi.
Una delle vie che ho più insistentemente percorso, nel tentativo di mettere a fuoco il profilo di questi personaggi, è stata quella di individuare i miti che più fortemente informano l’iconografia femminile. Questo percorso di ricerca conduce a una scoperta molto interessante: uno dei miti più antichi e più solidamente radicati nella tradizione russa è il culto della maternità , tradizionalmente concepita come il primo dovere di ogni donna e il momento più alto di realizzazione della sua identità. Il mito della madre, che per altro è un mito antichissimo, originatosi in epoca pre-cristiana , dimostra una resistenza e una vitalità veramente straordinari, in quanto sopravvive a cambiamenti storici e sociali enormi, non da ultimo alla stessa Rivoluzione bolscevica, giungendo pressoché incolume sino ai giorni nostri.
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Informazioni tesi
Autore: | Sara Cicolari |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Libera Università di Lingue e Comunicazione (IULM) |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere Moderne |
Corso: | Lingue e Letterature Straniere |
Relatore: | Gabriella Schiaffino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 128 |
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