Il teatro spagnolo del '700: ''LA COMEDIA DE BUENAS COSTUMBRES''
Nella prima parte, verrà analizzato nel dettaglio il periodo storico di riferimento e le dinastie regnanti nel ‘700, introducendo prima la situazione in cui il paese si trovava fino al XVII secolo, periodo che appunto aveva lasciato la Spagna in una condizione di svantaggio rispetto al resto dell’Europa.
Questo periodo di decadenza si protrasse anche nel secolo successivo, il XVIII secolo, che ebbe inizio con una sanguinosa guerra di successione al trono, la quale aveva come contraenti la casata d’Asburgo e quella dei Borbone.
Man mano vedremo come la Spagna inizierà ad aprirsi alle altre culture d’Europa. Iniziarono a nascere le prime biblioteche e le prime scuole che ponevano l’attenzione principale all’educazione e all’istruzione. Verrà posto riferimento anche sulla letteratura che aprirà la strada anche al teatro del VIII secolo. Tra gli autori spagnoli più importanti spiccherà la figura di Nicolás Fernández de Moratín, che fu definito l’iniziatore della nuova poesia settecentesca.
Vedremo come le polemiche di quel periodo riguarderanno anche l’ambito teatrale; perché si pensava che, avendo un pubblico molto vasto, si poteva avere più possibilità per diffondere le idee, in questo caso innovative e contro la tradizione barocca. Oltre a questa polemica, vediamo come sarà evidenziata anche quella sugli autos sacramentales, drammi religiosi; il fulcro del problema era sempre lo stesso: condannare l’estetica barocca perché considerata immorale.
Per quanto riguarda gli aspetti più strutturali delle rappresentazioni, spiegherò come esse dovevano rispettare lo schema delle tre unità aristoteliche di tempo, luogo e azione. Inoltre, fondamentali, come vedremo, saranno las costumbres, parola che voleva intendere il carattere e la personalità dei personaggi.
Spiegherò anche in che modo il poeta assegnava il carattere ai suoi personaggi, ovvero attraverso una suddivisione tra: bontà, convenienza, somiglianza e uguaglianza.
Nel secondo capitolo analizzerò in maniera dettagliata l’ambito teatrale, facendo riferimento alle prime rappresentazioni, che furono le tragedie, seguite dalle commedie; che a loro volta comprendevano una varietà di sottogeneri quali le commedie di magia, la «comedia de santos», la «comedia heroica», la «comedia de figurón», la commedia neoclassica, la commedia sentimentale e la «comedia lastimosa».
Come vedremo, il fine della commedia neoclassica sarà quello di contenere gli eccessi della spettacolarità del teatro e di razionalizzarlo con lo scopo di attribuirgli un fine etico e morale, proponendosi sotto forma di educazione.
Giunti a questo punto sarà necessario introdurre il maggior esponente del teatro del XVIII secolo, ovvero Leandro Fernández de Moratín, figlio di Nicolás Fernández de Moratín, che compose tra le opere più importanti del secolo collaborando alla riforma del teatro. Scrisse soltanto cinque commedie, tutte molto importanti e aventi come tema principale una particolare condizione sociale ricorrente in quel periodo: i matrimoni combinati. Unioni tra giovani donne, promesse in spose dai loro genitori o tutori, a uomini ricchi e di elevata estrazione sociale ma di età matura. Tali unioni venivano imposte soltanto per una questione di opportunismo.
Questo tipo di combinazioni erano tutelate dalle leggi del tempo però vennero successivamente regolarizzate tramite un decreto. Lo scopo di Don Leandro era appunto di tipo neoclassico, e cioè di fornire al finale della storia un intento moralistico. Le sue idee troveranno quindi conferma, come vedremo nel terzo capitolo, nel finale di ognuna delle sue opere. Possiamo quindi anticipare che il suo teatro è ispirato ai temi fondamentali del pensiero illuminista, la condanna della falsa educazione bigotta e conformista e la celebrazione delle virtù borghesi, ovvero la valorizzazione dei sentimenti e l’uso della ragione.
Nel terzo ed ultimo capitolo analizzerò appunto, in maniera più approfondita la vita di Leandro Fernández de Moratín. Egli nacque a Madrid nel 1760 morì in Francia nel 1828. Fu uno dei più importanti commediografi spagnoli e tra le figure più rilevanti del teatro di fine XVIII e inizio del XIX secolo. Proveniente da una famiglia benestante e colta, ricevette un’ottima educazione letteraria, perfezionata sempre più a seguito dei suoi numerosi viaggi in Europa.
Nelle sue opere viene fuori la celebrazione delle virtù conformiste, ponendo sempre al primo posto l’integrità familiare ed il rispetto verso le buone abitudini, opponendosi alla falsa educazione bigotta.
Moratín compone le sue opere con uno stile semplice e lineare, distaccandosi dall’eccentricità, dalla spettacolarità e dalla volgarità, che caratterizzavano la degenerazione del teatro barocco.
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Informazioni tesi
Autore: | Maria Grazia Vito |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2016-17 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Lingue e Letterature Straniere |
Corso: | Lingue e culture moderne |
Relatore: | Paola Laskaris |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 65 |
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