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Istallazioni temporanee per l'archeologia: Altilia

L’intervento progettuale è finalizzato all’ideazione di strutture temporanee da istallare nelle aree archeologiche a sostegno degli scavi per aumentare la fruibilità da parte dei disabili, per ampliare le possibilità informative e di visita. Il progetto verte sull’individuazione di strutture modulari che attraverso assemblaggi a sviluppo spaziale con giunto sferico garantiscono di raggiungere ampie coperture a basso impatto ambientale in quanto effimere e rimovibili, facilmente trasportabili e con una bassa incidenza economica.

Le istallazioni temporanee sono di tre tipologie:
1) Maglia a sviluppo tetraedrico per contenimento di superfici di scavo
2) Maglia a sviluppo orizzontale per la creazione di percorsi alternativi di visita
3) Totem informativo per la segnalazione iconografica sul territorio

Tali interventi contengono la matrice comune dello sviluppo modulare a base triangolare piana e tetraedrica spaziale. Nelle diverse modalità di aggregazione consentono la creazione di variazioni altimetriche per un ampliamento dei punti prospettici di vista, l’individuazione di punti strategici con l’inserimento di totem a forte richiamo visivo e l’ampliamento delle possibilità di fruizione da parte del pubblico disabile. L’idea è quella di moltiplicare come in un caleidoscopio l’approccio di visita con momenti silenziosi di riflessione visiva, l’aggiunta di linguaggi conoscitivi e punti di studio per i tecnici dello scavo. Tale intervento mira alla creazione di strutture cave per la custodia della fase di scavo, la visitabilità al coperto e la didattica di scavo. Il sito archeologico con cui l’intervento si è confrontato è una città romana di origini sannita situata ai piedi della catena montuosa del Matese in Molise. Tale area archeologica è caratterizzata da uno sviluppo urbano anomalo influenzato nella sua disposizione dalla traccia culturale della transumanza, antica esigenza dello spostamento delle greggi.

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5 Capitolo 1 Il Samnium 1.1 La riscoperta del Sannio La storia dei Sanniti, dopo più di duemila anni, continua ad affascinare chiunque tenti di penetrare quelle vicende che, intorno agli ultimi secoli prima della venuta di Cristo, hanno influenzato la crescita di gran parte delle popolazioni italiche. La loro storia si interseca con quella di altri popoli, come gli Etruschi, i Greci, i Celti e, quasi in un continuo conflitto, con i Romani. Di tutte le tribù e i popoli con cui i Romani si trovarono a dover contendere la supremazia sull’Italia, nessuno fu più minaccioso dei Sanniti. Erano le genti più caparbie e dal temperamento più risoluto fra tutte le popolazioni della penisola, coloro ai quali, più di ogni a altra cosa, era sacra la libertà e che hanno combattuto strenuamente per difenderla. Forti e valorosi, possedevano un territorio più ampio e un temperamento più risoluto di qualsiasi altra popolazione della penisola. Per mezzo secolo e più, dal 343 al 290 a.C., impegnarono i Romani nei tre successivi conflitti noti come guerre sannitiche, e riaccesero la lotta contro di loro ogni volta che ne ebbero occasione nel corso dei due secoli seguenti., tanto da meritarsi l’elogio di Livio: “Non sfuggivano la guerra e preferivano subire la conquista piuttosto che non tentare con ogni mezzo la vittoria”. L'interesse che suscitano oggi le loro vicende è dettato anche dalla curiosità di ricostruire gli ancora molti ed oscuri avvenimenti che compongono la loro storia. Di questo popolo, che ha cercato di liberarsi più volte dal giogo di coloro che, da lì a pochi secoli, avrebbero sovrastato il mondo intero allora conosciuto, non rimangono che poche vestigia e

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