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Concorrenza Fiscale e ''Nuova Geografia Economica'': un'analisi empirica nei paesi dell'U.E.

Questo progetto di tesi nasce dall’interesse di chi scrive per il processo d’integrazione europea. L’esperienza dell’Unione Europea, rappresenta un unicum nella storia, che sta attualmente vivendo una crisi profonda, scatenata dai perturbamenti economici dell’ultimo triennio.
Il processo d’integrazione, con cui è stata posta in essere questa istituzione, si è basato, principalmente, sulla creazione di un ambiente adatto ad accogliere un mercato economico, libero dalle barriere che potessero ostacolare la circolazione delle merci e dei fattori produttivi. Quest’obiettivo è stato sicuramente conseguito: l’abolizione progressiva dei sistemi di controllo doganali; la promozione della mobilità europea ed il diritto di stabilimento dei lavoratori e delle imprese; la creazione di un’area valutaria e monetaria unica all’interno dell’Unione, rappresentano sicuramente alcune delle evidenze più importanti del successo del progetto. [...]
La tesi si prefigge l’obiettivo di valutare gli effetti della competizione fiscale nell’Unione Europea e se in quale misura sia auspicabile un coordinamento delle politiche tributarie. Il lavoro è strutturato in tre parti. I primi due capitoli sono propedeutici a costruire l’analisi empirica condotta nell’ultimo capitolo.
Nella trattazione del primo capitolo è stato analizzato il fenomeno della concorrenza fiscale. Attraverso la disamina delle varie teorie e dei differenti modelli economici che sono stati elaborati dalla metà del secolo scorso, sono stati individuati tre filoni di letteratura sull’argomento: i modelli standard di concorrenza fiscale; la teoria della public choice e dello Stato leviatano; la teoria della Nuova Geografia Economica applicata alle scelte pubbliche. Lo scopo di questo primo capitolo è stato quello di acquisire una conoscenza teorica dell’argomento, riconoscendo e valutando le differenze specifiche di ogni singolo contributo.
Nel secondo capitolo abbiamo cercato di tracciare un quadro sintetico ma allo stesso tempo esauriente sullo stato dell’armonizzazione europea in materia fiscale. Tramite una rassegna dell’evoluzione storica della politica tributaria nel processo d’integrazione europea, abbiamo cercato d’individuare lo schema giuridico istituzionale esistente e le prospettive future nella regolazione della materia fiscale. In particolare, nella conclusione del capitolo, si è analizzato il progetto di costituzione di un’unica base imponibile consolidata a livello comunitario (CCCTB).
Nel terzo capitolo si è sviluppato l’obiettivo generale della tesi, utilizzando due differenti contributi teorici sulla tematica della concorrenza fiscale, e quindi cercando di applicarli al caso europeo. I due filoni di letteratura presi in considerazione sono: il modello standard e la Nuova Geografia Economica.
La letteratura standard suggerisce che il meccanismo della concorrenza fiscale conduca gli stati verso una competizione al ribasso sulle aliquote impositive, per evitare la fuoriuscita dei capitali e delle attività produttive. Tuttavia, la letteratura più recente della Nuova Geografia Economica, suggerisce che esistano dei vincoli che mitigano o impediscono l’insorgere del meccanismo race to the bottom.
Fattori come le scorte nazionali di know how, la tecnologia, e in particolare, l’accesso al mercato e la qualità del sistema infrastrutturale, sono di particolare interesse per la localizzazione degli investimenti. Paesi o regioni in grado di fornire questi cosiddetti fattori di agglomerazione, possono, in questo modo, bloccare i capitali, nonostante le elevate aliquote fiscali, innescando così un effetto deterrente alla corsa al ribasso.
Il confronto tra le ipotesi contrastanti presentate da questi due contributi è stato condotto attraverso un’analisi empirica. In particolare abbiamo cercato di rispondere alle seguenti domande:
1. È possibile ricavare una geografia della tassazione in Europa?
2. Quale effetto ha il differenziale d’imposta sulla localizzazione degli investimenti?
La concorrenza fiscale è un elemento distorsivo nel contesto europeo?
3. L’effetto fiscale può essere mitigato dalla presenza di rendite derivanti dall’agglomerazione?
4. Quale effetto predomina nel contesto europeo?
Lo scopo di questo capitolo è di cercare di cogliere l’effetto dell’interazione tra il differenziale impositivo e le rendite di agglomerazione, sulla localizzazione degli investimenti nell’Unione Europea. Questo elemento è cruciale per costruire una riflessione sull’obiettivo generale della tesi.

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4 Introduzione Il sistema economico internazionale, con la fine della divisione del mondo in due blocchi contrapposti, ha conosciuto una nuova fase di dinamismo ed integrazione. Con l’emergere del fenomeno della globalizzazione, con l’apertura dei mercati e delle zone di libero scambio, il capitale è divenuto un fattore altamente mobile. Una delle sfide più grandi che impegna le economie e i governi mondiali, coinvolge i sistemi tributari dei singoli paesi e il diritto tributario internazionale. La mobilità crescente e differenziata degli elementi suscettibili di imposizione porta gli operatori economici a mettere in concorrenza tra loro gli Stati. Il meccanismo che si pone in essere si traduce nel fenomeno della Concorrenza Fiscale. Se è possibile osservare questo fenomeno a livello globale, tanto più è possibile registrarlo in un’area molto integrata qual è l’Unione Europea. Questo progetto di tesi nasce dall’interesse di chi scrive per il processo d’integrazione europea. L’esperienza dell’Unione Europea, rappresenta un unicum nella storia, che sta attualmente vivendo una crisi profonda, scatenata dai perturbamenti economici dell’ultimo triennio. Il processo d’integrazione, con cui è stata posta in essere questa istituzione, si è basato, principalmente, sulla creazione di un ambiente adatto ad accogliere un mercato economico, libero dalle barriere che potessero ostacolare la circolazione delle merci e dei fattori produttivi. Quest’obiettivo è stato sicuramente conseguito: l’abolizione progressiva dei sistemi di controllo doganali; la promozione della mobilità europea ed il diritto di stabilimento dei lavoratori e delle imprese; la creazione di un’area valutaria e monetaria unica all’interno dell’Unione, rappresentano sicuramente alcune delle evidenze più importanti del successo del progetto. Al tempo stesso, come sta emergendo nell’escalation degli eventi economici dell’ultimo triennio, la presenza dell’unione economica e monetaria rappresenta, in questo momento, il principale vulnus della costruzione europea. La crisi

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