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La Jugoslavia dal 1941 al 2000: tra esodi, scontri etnici e movimenti di popolazione

“La Jugoslavia dal 1941 al 2000: tra esodi, scontri etnici e movimenti di popolazione” ovvero un lungo ripercorrere di sessanta anni di storia politica, sociale ed economica dei popoli slavo meridionali, dal periodo della lotta di liberazione antifascista al tortuoso cammino comune all’interno della Repubblica federativa socialista jugoslava, fino ai sanguinosi eventi delle guerre etniche negli anni Novanta. È una sorta di libro nero dei crimini commessi in questo angolo d’Europa nel corso del XX secolo e una narrazione delle dolorose esperienze passate da centinaia di migliaia di civili, costretti ad abbandonare, quasi sempre definitivamente, le proprie case, i propri affetti e a fuggire altrove pena una morte cruenta o una vita da discriminati.

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5 INTRODUZIONE Genocidio, crimini contro l’umanità, deportazioni e profughi sono giunti agli occhi della mia generazione ben prima di studiare sui libri di storia gli orrori dei crimini nazifascisti. Le parziali immagini che il potente mezzo televisivo ci ha trasmesso dalla morente Jugoslavia, oltre a far nascere in noi la piø totale ripugnanza e il disgusto, forse ci hanno spinto a comprendere piø a fondo i motivi di tanto odio e spargimento di sangue innocente. I conflitti fra i vari gruppi etnici dell’ex Jugoslavia nell’ultimo decennio del XX secolo sono purtroppo radicati nel passato e l’analisi storiografica deve risalire molti secoli indietro per fornire una visione sintetica ma globale dei problemi che tormentano questa parte del continente europeo. Conflitti che d’altronde si collocano e si intersecano nei secoli con la piø ampia «questione d’Oriente». Periferia al centro dell’Europa, la Jugoslavia è sempre stata “terra di mezzo” di popoli e civiltà fra le piø disparate: proprio per queste sue caratteristiche lo Stato balcanico è stato luogo di incontro, di esperienze ma anche di conflitto e di mire espansionistiche da parte delle grandi potenze politiche ed economiche europee. Al nascente Regno dei Serbi, Croati e Sloveni (1° Dicembre 1918) i lunghi secoli di dominazione ottomana e austroungarica, il fiero ricordo delle proprie radici medievali, il risveglio culturale e le rivendicazioni dei movimenti di liberazione nazionali del XIX secolo, avevano lasciato in eredità numerose questioni etniche, sociali, nazionali e territoriali irrisolte e ancora capaci di generare aspri conflitti 1 . Alla remota divisione religiosa e culturale degli slavi meridionali in cattolici (sloveni e croati) e ortodossi (serbi, montenegrini, macedoni), si aggiunse la forte componente musulmana, principalmente slavi convertiti all’Islam, dopo la definitiva conquista politico-militare turca di fine Quattrocento 2 . L’intricato processo di mescolamento etnico e religioso sul territorio, di cui la Bosnia-Erzegovina è il caso limite, gli spostamenti di popolazione alla periferia del grande organismo sopranazionale degli Asburgo (notevole fu quella serba del 1690 e dei successivi decenni verso le regioni meridionali del Regno d’Ungheria, evento che permise ai vicini albanesi di occupare le spopolate zone del Kosovo) 3 , crearono le condizioni per l’emergere di tensioni e conflitti dovuti ovviamente alla convivenza di tante e differenti culture e tradizioni. Ad innescare questa miscela esplosiva contribuirono le discriminazioni economiche e la dura repressione delle autorità turche così come i privilegi selettivi, le misure denazionalizzanti e la 1 H. BOGDAN, Storia dei paesi dell’Est, Torino, Società editrice internazionale 1991, pp. 25-35, 39-40, 44-6, 60-4, 78- 82, 86-90, 103, 106-10, 117-8, 126-7, 129-35, 139-63, 168-73, 176-208, 231-2; G. FRANZINETTI, I Balcani, 1878- 2001, Roma, Carocci 2001, pp. 7-34, 39-50; E. HÖSCH, Storia dei paesi balcanici, Torino, Einaudi 2005, pp. 3-192 passim. 2 M. PINSON (a cura di), I musulmani di Bosnia dal medioevo alla dissoluzione della Jugoslavia, Roma, Donzelli editore 1995, pp. 5-56. 3 N. MALCOLM, Storia del Kosovo. Dalle origini ai giorni nostri, Milano, Bompiani 1998, pp. 174-206.

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