Le organizzazioni paramilitari segrete nell'Italia Repubblicana (1945-1991)
Il principale obbiettivo che ci si è posti nel condurre questa ricerca è stato quello di tentare una ricostruzione della storia delle molteplici organizzazioni segrete a carattere paramilitare, da quelle “filo-atlantiche” alla cosiddetta “Gladio Rossa” del PCI, sorte nel territorio italiano dal 1945 in poi.
In prima istanza si è così cercato di dimostrare come in Italia la presenza di strutture segrete anticomuniste risalga a molti anni prima della creazione della più nota Gladio, poiché fin dall’immediato dopoguerra erano nate una ampia serie di formazioni militari occulte con compiti del tutto simili a quelli che, nell’ottobre 1956, assunse la Stay Behind italiana. Organizzazioni queste che hanno costituito a tutti gli effetti gli antecedenti storici di Gladio e le cui origini profonde è stato possibile individuare, da un lato in un organismo quale la cosiddetta Sezione Calderini del Governo del Sud, dall’altro nelle esperienze maturate dai partigiani bianchi durante la lotta di Resistenza contro il nazifascismo.
L’esistenza di un legame diretto fra la Sezione Calderini e Gladio è dimostrata in modo palese dal fatto che i principali uomini dei servizi segreti responsabili della creazione di Stay Behind erano tutti personaggi che avevano operato, e con ruoli di alto rilievo, proprio nella Calderini.
È stato poi possibile appurare che a costituire i primi nuclei delle formazioni segrete anticomuniste furono in massima parte ex partigiani bianchi. Fondamentale da questo punto di vista fu il ruolo degli osovani i quali, fin dall’estate del 1945, avevano dato vita a delle embrionali strutture a carattere armato onde essere in grado di difendere “l’italianità” di una terra di frontiera quale il Friuli Venezia Giulia. Una volta ottenuto il sostegno delle autorità alleate, che fornirono loro armi e finanziamenti, dalla progressiva aggregazione di queste primordiali entità militari potè poi nascere la più importante organizzazione di tipo Stay Behind sorta in Italia prima del 1956: la Osoppo/Organizzazione O, struttura che può essere definita l’autentica “progenitrice” di Gladio.
Contestualmente alla vicenda delle organizzazioni segrete anticomuniste è stato tuttavia possibile dimostrare come in Italia, fin dall’immediato dopoguerra, sia esistita anche una rete armata filocomunista (il cosiddetto “Apparato”, o, secondo la dicitura più comune, “la Gladio Rossa”), la quale all’epoca costituiva a tutti gli effetti una sorta di “ala militare” del PCI.
Col materiale documentale oggi disponibile si è potuto verificare che tale Apparato, per almeno tutto il decennio successivo alla fine della guerra, fu un organismo pienamente integrato nella struttura politica del PCI e come di conseguenza, limitatamente a questo periodo, esso non possa essere considerato una organizzazione collaterale al partito o afferente solo alla cosiddetta “ala rivoluzionaria” secchiana.
Questo stato di cose cominciò però a mutare nel corso degli anni cinquanta, allorchè l’Apparato conobbe una cruciale trasformazione ed alla originaria struttura armata ispirata al modello partigiano andò progressivamente a sostituirsi un organismo di dimensioni ridotte e formato più da “specialisti” (ad esempio nel settore della raccolta di informazioni) che da combattenti.
La prospettiva nella quale poi ci siamo posti in questo tentativo di ricostruzione della storia delle suddette organizzazioni segrete è stata quella di non giudicare in astratto se la loro esistenza fosse o meno legittima, ritenendo che essa, qualora si consideri quello che era il contesto della Guerra Fredda, ebbe una oggettiva ed intrinseca logica. Pur avendo presente che, in punta di diritto, tale affermazione possa risultare non condivisibile, si è tuttavia valutato fosse necessario trattare queste vicende avendo presente le particolari circostanze storico/politiche in cui esse ebbero a svolgersi. Che i servizi segreti occidentali nel dopoguerra decidessero di dare vita ad organizzazioni che avrebbero dovuto difendere il territorio italiano in caso di una sua invasione da parte di un esercito straniero è infatti una circostanza sulla cui liceità risulta difficile muovere obiezioni. Al tempo stesso, che il PCI avesse messo a punto una sorta di struttura militare capace di proteggere l’incolumità dei dirigenti del partito in caso di emergenza, appare una scelta altrettanto giustificata.
Una volta preso atto di ciò, si è tuttavia dovuto verificare, ed è stato un altro obbiettivo di questa ricerca, se davvero tali strutture nel corso della loro esistenza rimasero sempre degli organismi con caratteristiche unicamente difensive e che mai agirono con finalità di condizionamento della vita politica interna o se, al contrario, esse, o alcune di esse, in determinate occasioni finirono anche col rendersi responsabili di “deviazioni” che ne andarono ad alterare le ragioni, legittime o comunque difensive, per le quali erano nate.
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Informazioni tesi
Autore: | Giacomo Pacini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2005-06 |
Università: | Università degli Studi di Pisa |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Storia |
Relatore: | Gabriele Ranzato |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 318 |
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