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L’evoluzione della tutela della lavoratrice madre nel mondo del lavoro.

La tutela delle lavoratrici fin dai tempi dell’antica Roma, non è mai stata classificata come scopo per una libertà civile adeguata allo Stato, ma nonostante ciò le donne hanno sempre lavorato. Con il trascorrere dei secoli, anzi la donna ha dovuto accostare il lavoro svolto nella propria dimora o accanto al marito, ad uno svolto fuori. Con la rivoluzione industriale e la conseguente depauperazione delle campagne, la donna si è dovuta trasferire nelle città dove sorgevano le fabbriche e trasformarsi in operaia a fianco dei lavoratori maschi. L’inserimento guardato con disapprovazione dagli operai è stato salutato con entusiasmo dai datori di lavoro, improvvisati industriali, perché hanno visto nelle donne la possibilità di avere manodopera a basso costo e da sfruttare. Le donne guadagnavano fino alla metà degli uomini e facevano più ore. La legislazione sociale non aiutava la categoria delle donne finché non furono emanate le prime leggi a tutela delle donne lavoratrici e in modo speciale per quelle madri. La tutela, all’inizio era di tipo protettiva, che se da un lato aiutava le donne dall’altro le penalizzava perché essendo i costi della maternità a carico dei datori di lavoro ne aumentava il costo. La tutela con gli anni, si è trasformata in tutela di pari opportunità tra i lavoratori di entrambi i sessi, senza distinzione. In seguito e fino ad arrivare ai nostri giorni, la tutela si è radicalmente trasformata attraverso le “discriminazioni positive”, non solo si tutela la parità, ma anzi si innescano dei meccanismi che fanno preferire le donne come lavoratrici rispetto agli uomini. Ciò è avvenuto sia in Italia che in tutti i paesi dell’Unione europea, con modalità di applicazione diversa. Oggi per noi donne è molto più semplice trovare lavoro rispetto agli anni passati esistendo norme a nostra tutela che vanno ben oltre la semplice parità di trattamento. Sono in vigore leggi che permettono alle donne di essere lavoratrici, ma anche di essere anche madri, affinché l’intero universo possa ritrovare l’armonia con la quale era stato creato.

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5 Prefazione – Perché ho scelto questo argomento. Il trattamento economico sociale delle lavoratrici madri è sempre stato per me oggetto di interesse specifico, facendo parte, appunto di questa categoria. La conciliazione tra mondo del lavoro e mura domestiche è da ritenere quella più difficile, l’armonizzazione tra i due compiti che si prefiggono le donne lavoratrici madri è impresa ardua. Essere allo stesso tempo madre - responsabile di una famiglia con le proprie esigenze e necessità e lavorare alle dipendenze di un’altra persona sembra quasi inconciliabile. Da tempi memorabili, però, le donne hanno avuto la necessità di lasciare la casa per andare a lavorare fuori. Questa necessità è nata essenzialmente da problemi economici, legati alla sopravvivenza della propria famiglia. Così le donne si sono incamminate, in punta di piedi, verso l’irto cammino di lavoratrici. Le necessità economiche di ogni microcosmo ristretto di una famiglia non ha interessato il macrocosmo del campo lavorativo, nel quale le donne non sono state introdotte con entusiasmo. Le categorie di lavori svolti dalle donne sono gradatamente passate da lavori considerati prettamente

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Informazioni tesi

  Autore: Clelia Marchello
  Tipo: Diploma di Laurea
  Anno: 2010-11
  Università: Università Telematica "E-Campus"
  Facoltà: Giurisprudenza
  Corso: Servizi giuridici per l'impresa
  Relatore: Giovanni Maria Casamento
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 120

FAQ

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Parole chiave

tutela donne lavoratrici
leggi donne lavoratrici
testo unico maternità
dlgs 26/3/2001 n. 151
lavoro
donne
maternità

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