Genere neutro: un'analisi linguistica e filosofica comparata
"What is most important is to cease legislating for all lives what is liveable only for some, and similarly, to refrain from proscribing for all lives what is unliveable for some."
Judith Butler ― "Undoing Gender"
È stata la mia profonda curiosità verso gli studi di genere ad orientarmi verso la scelta di questo argomento, così attuale, così bollente e, paradossalmente, così poco conosciuto. Davvero l'esistere in quanto uomo o in quanto donna non è una condizione umana universale? A quanto pare, la risposta è sì. Nel corso dei miei studi linguistici mi è capitato spesso di soffermarmi a pensare alla condizione di queste persone cercando il modo per identificarle dal punto di vista linguistico. Si sa che la lingua è un sistema in costante evoluzione e i cambiamenti che avvengono in essa procedono, quasi sempre, di pari passo a quelli della società.
Nel primo capitolo, l'accento viene posto sulla definizione di genere grammaticale e, successivamente, sulla estrapolazione dei generi grammaticali delle lingue italiana, inglese e spagnola ai fini di un confronto. Questo confronto si è poi esteso anche ai generi grammaticali delle lingue giapponese e dyirbal.
Nel secondo capitolo, l'analisi si è spostata sul genere grammaticale neutro in italiano, spagnolo e inglese e, in seguito, anche nelle lingue finlandese e swahili, ritenute appropriate per il confronto.
Infine, il terzo capitolo, spostandosi sul piano filosofico della questione, si è occupato di illustrare e, occasionalmente, confutare, le diverse linee di pensiero di Simone de Beauvoir, Luce Irigaray, Michel Foucault e Monique Wittig, filosofi degli anni Settanta fautori di un valido contributo allo sviluppo degli studi di genere in ambito femminista. A completamento pratico dell'analisi portata avanti nei primi capitoli, quest'ultimo si è arricchito di un approfondimento sull'uso del linguaggio inclusivo, partito dalla rivoluzionaria Svezia con il pronome hen, per poi approdare alla lingua inglese, visto che le lingue romanze, dispondendo solo di alcune tracce del genere neutro, sono più riluttanti ad un'evoluzione verso l'identificazione e inclusione del genere. Tale approfondimento è corredato da un breve schema delle categorie non-binarie, ossia quelle categorie che sfuggono al binario maschile/femminile.
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Informazioni tesi
Autore: | Clara Corvasce |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Scuola Superiore per Mediatori Linguistici Carlo Bo |
Facoltà: | Interpretariato e Traduzione |
Corso: | Scienze della mediazione linguistica |
Relatore: | Lucia Sollecito |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 49 |
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