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La nuova disciplina dei capital markets (la rivoluzione targata MIFID)

L’ingresso della MIFID ( Direttiva CE n. 39/04) tra le disposizioni di legge atte a regolare l’intermediazione finanziaria italiana è arrivato in ritardo rispetto agli altri Paesi dell’area Euro, soltanto il 1 novembre scorso.
Il legislatore italiano non è intervenuto con un nuovo testo unico, ma si è limitato a novellare la già ottima normativa precedente, D.Lgs n. 58/1998 “Legge Draghi” Testo Unico dell’intermediazione finanziaria, apportando a quest’ultimo sensibili novità.
Novità da riassumere in un breve concetto: più tutele per gli investitori retail ( piccoli imprenditori, privati cittadini dagli esigui patrimoni), meno per gli investitori qualificati, per i cittadini in possesso di ingenti somme da investire e ancor meno per le cd ”controparti qualificate” ( ovvero grandi players industriali e finanziari e la Pubblica Amministrazione)
Innovazioni, le quali certamente insieme a tanti benefici, stanno provocando tra i piccoli risparmiatori ed investitori, titolari di contratti bancari/ finanziari e di prodotti assicurativo/previdenziali una certa preoccupazione, dovuta alla ingente documentazione, spesso di complicata decifrazione per i più.
Le disposizioni MIFID si applicano anche ai prodotti assicurativo/previdenziali e alle imprese di assicurazione, oltre ai regolamenti ISVAP.
La MIFID, si è incardinata ad essere una risposta europea alla precedente SarOxley americana, replica normativa allo scandalo della compagnia petrolifera Enron negli USA e ai disastri nostrani Parmalat e Cirio, ricchi di ripercussioni internazionali e forieri di problemi per gli investitori, specie per i piccoli.
La MIFID deve essere considerata un capitolo insieme ad altre importanti normative come le discipline italiane e comunitarie su antiriciclaggio - antiusura - concorrenza delle concrete novità a tutela del piccolo investitore / risparmiatore, spesso solo e abbandonato, senza efficaci tutele allo sportello.
Le parole chiave sono: best execution, finanza etica, classificazione investitori, reguatories, requisiti patrimoniali…….

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1. L’ARRIVO DELLA MIFID Ogni giorno nelle Borse europee passano di mano titoli azionari per 94 miliardi di euro e circa 40 miliardi di obbligazioni stando alle medie giornaliere di quest’anno. Questa quantità di denaro crea e distrugge fortune, alimenta l’economia reale e i patrimoni della regione più ricca al mondo. E fino a oggi, in Italia e molti altri Stati europei, aveva un percorso obbligato. Gli investitori che intendevano comprare o vendere un’azione si rivolgevano al proprio intermediario, quasi sempre uno sportello bancario, e da lì partiva un ordine che finiva invariabilmente in una delle Borse del continente, gli unici luoghi deputati per scambiare titoli quotati. Quel tragitto era guidato da una regola che spingeva tutti gli intermediari a “concentrare”in un mercato regolamentato le compravendite sulle azioni. Una supremazia che ha promosso lo sviluppo e l’efficienza degli scambi in una condizione di elevata liquidità. Ma ha anche creato monopoli redditizi. Anche laddove la regola della concentrazione non era più in vigore - in Gran Bretagna è stata abolita dal 1986 - gli exchange hanno continuato ad esercitare in questi anni una forza di attrazione fatale sulle negoziazioni azionarie. Il turnover annuale delle azioni inglesi al London stock exchange (Lse) è balzato dai 161 miliardi di sterline del 1986 ai 2.500 miliardi del 2005. Nello stesso periodo l’indice Ftse 100 è cresciuto del 288 per cento. E gli utili della società che gestisce la Borsa hanno fatto registrare una progressione ancora maggiore. Soltanto dal 2003 al 2007 i profitti operativi dell’Lse sono più che raddoppiati passando da 81 a 186 milioni di sterline. Dal 1° novembre 2007 tutto è cambiato. I mercati regolamentari non sono più l’unica piattaforma possibile per eseguire uno scambio azionario che, in tutti i Paesi europei, può essere effettuato anche per il tramite di un sistema multilaterale di negoziazione o regolato direttamente dall’investitore con l’intermediario che utilizza i titoli provenienti dal proprio portafoglio. La novità è l’effetto 4

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