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La casa della GIL di Montesacro: ipotesi di riqualificazione della palestra e dei servizi annessi

Il termine "riuso" ha due diverse accezioni, simili ma al tempo stesso molto differenti:
1. Nuova o ulteriore utilizzazione di qualcosa.
2. Recupero di strutture edilizie o aree dismesse, per mezzo di interventi opportuni.
La prima definizione fa parte della vita quotidiana, siamo circondati da oggetti che vengono utilizzati più volte. La seconda definizione è legata all’ambito edilizio, all’ulteriore uso che può essere fatto di un manufatto ed alla sua trasformazione.
L’Italia vanta un patrimonio storico-architettonico molto vasto costituito sia da edifici che da aree dismesse che potrebbero tornare a nuova vita. Il tema del riuso rappresenta un’opportunità sotto diversi punti di vista, sia in termini di consumo di suolo, un problema rilevante nel nostro paese, sia in termini di valorizzazione e sottrazione dei manufatti al vandalismo e all’abbandono.
La presente tesi di laurea tratta il progetto di ristrutturazione e recupero della palestra e dei servizi annessi del complesso della ex Casa della G.I.L. di Montesacro, sita in Viale Adriatico a Roma, progettato dall’architetto Gaetano Minnucci ed iniziato a costruire a partire dal 1934. L’obiettivo del lavoro è quello di ridare vita a questa parte del complesso che, dopo aver parzialmente perso la sua originaria funzione, ha visto mancare sempre più la sua identità, a causa delle numerose modifiche effettuate sull’edificio, sia all’interno che all’esterno.
Gli studi per l’inquadramento territoriale e storico del manufatto sono stati seguiti da un’analisi dello stato attuale e del degrado. Per quest’ultimo è stata eseguita una mappatura dei principali e più importanti degradi presenti, con i relativi interventi di restauro.
Successivamente è stata fatta un’ipotesi di rifunzionalizzazione e riuso e l’idea di base è stata quella di restituire l’edificio alla comunità del quartiere, facendolo diventare per quest’ultimo un centro polifunzionale. Il progetto per l’adattamento a questa nuova funzione non ha perso però di vista quelle che sono le caratteristiche originali dell’edificio, mirando a conservarle o a ripristinarle, laddove sono venute a mancare nel corso del tempo. Oltre al progetto per la nuova destinazione funzionale sono stati studiati anche alcuni nuovi dettagli costruttivi necessari per il miglioramento dell’edificio sotto diversi aspetti. Infine, è stato verificato il rispetto dei requisiti normativi riguardanti l’antincendio e la fruibilità da parte delle persone diversamente abili, a cui è seguito un computo metrico estimativo.

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14 CAPITOLO IV 1. Storia ed evoluzione del complesso della ex GIL di Montesacro Tra le più importanti Case della G.I.L. vi è quella di Montesacro, nella città-giardino Aniene, progettata dell’architetto Gaetano Minnucci nel 1934. Il progetto venne approvato dalla Commissione Edilizia Comunale nel 1935 e si trattò della terza casa della G.I.L. più importante d’Italia, dopo quella del Foro Mussolini e di Trastevere. Inizialmente il complesso doveva sorgere su un lotto di superficie pari a circa 7.800 mq, con una larghezza massima di 60 m. Il progetto era organizzato attorno ad una corte aperta con la realizzazione di due blocchi distinti funzionalmente, ossia quello della palestra e quello della casa della G.I.L. vera e propria che al suo interno comprendeva gli uffici, la biblioteca, il teatro ed altri locali. Già dal primo progetto erano chiare le intenzioni dell’architetto, ossia semplicità e chiarezza dell’impianto planimetrico per rispondere a ben precise esigenze funzionali. I volumi erano collegati mediante percorsi a terra piuttosto articolati e tramite aeree pensiline al livello della copertura, una parallela a viale Adriatico e l’altra ortogonale alla prima, tra la palestra ed il teatro. Nella relazione che accompagnava il progetto si poteva leggere che “L’architettura ha quella sobrietà della destinazione dell’edificio e si vale principalmente del giuoco delle masse dei fabbricati che saranno riuniti tra loro da due ardite pensiline di collegamento poste all’altezza delle terrazze di copertura. Le facciate saranno in linea di massima eseguite in stucco romano con tinteggiature ‘a cementite’ di tono chiarissimo mentre delle zoccolature, gradinate e riquadri di travertino conferiranno una certa nobiltà all’edificio. Così pure la parete- fianco della palestra verso l’ingresso sarà arricchita da un bassorilievo scultoreo in travertino che, con la gradinata di accesso, costituirà certo un insieme non privo di monumentalità.”. In seguito, l’area a disposizione venne portata a circa 16.000 mq, il che portò ad un ampliamento della casa e alla sistemazione dell’esterno con l’inserimento di campi da gioco. Alla casa vennero aggiunte due piscine, una scoperta ed una al coperto, posta al di sotto del teatro, entrambe dotate di ingresso indipendente da via Monte Berico. Inoltre, venne progettato e realizzato un nuovo edificio di tre piani che doveva ospitare la Scuola di Economia Domestica, anch’esso con ingresso indipendente. Il passaggio dal modesto edificio al complesso poi realizzato, si verificò parallelamente a due eventi. Il primo fu la sostituzione di Enrico Del Debbio con Luigi Moretti nell’ufficio tecnico dell’O.N.B., mentre il secondo fu l’assorbimento dell’Opera stessa dalla Gioventù Italiana del Littorio, un’organizzazione più propriamente politica. L’edificio realizzato prevedeva sempre i due blocchi distinti per funzioni, ma il loro collegamento avveniva mediante un porticato che correva parallelamente a viale Adriatico, con i due ingressi posti simmetricamente rispetto ad esso. Tale porticato, che sostituiva una della due pensiline del progetto iniziale, al piano superiore ospitava la sala del consiglio. Il complesso, inizialmente progettato per l’O.N.B., una volta realizzato venne affidato alla G.I.L. e, nel 1941, venne ulteriormente ampliato con la costruzione di un edificio che in parte collegava i due precedenti, ancora una volta su progetto di Minnucci. Tale edificio era il Collegio destinato ai corsi di formazione per 250 Istitutrici della G.I.L. che venivano reclutate mediante un concorso nazionale bandito nel giugno dello stesso anno. La realizzazione di questo blocco edilizio snaturò completamente l’organizzazione degli spazi esterni e dei campi da gioco.

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